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 2007  dicembre 28 Venerdì calendario

MILANO

Un Cigno onorevole. Per consolare gli orfani di Alessandra Ferri la Scala ha scelto la prima étoile-deputato della storia: Svetlana Zakharova. La star del Bolscioi – che ha appena firmato un contratto da prima ballerina étoile per le prossime tre stagioni a Milano – è stata eletta poche settimane fa nella Duma, la Camera bassa del Parlamento russo.
Un momento d’oro per la ventottenne d’origine ucraina che ha incantato ancora una volta il pubblico della Scala, nel Lago dei Cigni in coppia con Roberto Bolle.
«Sarò due volte étoile, alla Scala e al Bolscioi, e ne sono felicissima – racconta al telefono da Mosca ”. Sento che il corpo di ballo della Scala mi ama». Il contratto la incorona nel rango lasciato vacante da Alessandra Ferri, che ha dato l’addio alle scene nel marzo scorso. «Io però – dice sicura Svetlana – non mi riconosco come sua erede. Ho visto ballare la Ferri una sola volta in Histoire de Manon quando ero ancora étoile del Mariinskj-Kirov e non le assomiglio affatto: artisticamente non abbiamo nulla in comune».
Viso di porcellana, fisico da top-model, Svetlana è la Barbie del balletto, partner ideale di Roberto Bolle, con il quale forma una coppia da fiaba, dalle proporzioni fisiche perfette e dalla tecnica stratosferica: «Spero di ballare molto alla Scala e in coppia con Roberto – racconta ”. Ogni spettacolo con lui è indimenticabile. Ha sedotto completamente il pubblico russo nella Giselle
che abbiamo danzato insieme al Bolscioi. E anche nel Lago alla Scala è stato speciale.
Non vedo l’ora di tornare in aprile».
Benché la bella Svetlana incarni l’icona stessa del balletto romantico di cui è interprete acclamata in tutto il mondo, ama rischiare: «Ho già ballato tutto il repertorio mondiale più conosciuto – confessa ”. Alla Scala vorrei affrontare anche coreografie contemporanee. Il mio sogno è danzare qualcosa di creato appositamente per me».
La sua meta artistica è raggiungere nuove frontiere estetiche della danza. «Rispetto al passato – spiega – il balletto è più sportivo, più tecnico. La bellezza non è solo avere braccia flessuose, gambe che si alzano sempre più, linee eleganti. E’ possedere tutto questo insieme. E’ l’intelligenza del corpo. Ma è soprattutto una qualità interiore. Alla fine sei veramente bella in scena se hai qualcosa da dire. Allora sì che scatta la magia e incanti ».
Lei incanta, e non solo quando è sulle punte. Il suo fascino ha fatto breccia ben oltre il palcoscenico, sulla soglia invalicabile del Cremlino. Nella stanza dei bottoni della Russia di Putin, Svetlana ha strappato in questi giorni il suo clamoroso primato. Unico nella storia della danza e della politica, due campi che sembravano destinati a non incrociarsi mai ufficialmente. Fino alla Zakharova: «Devo avere il destino della pioniera. Mi hanno eletta membro della Duma, il nostro Parlamento, alle ultime elezioni politiche, avvenute per regioni, otto in tutto. In quella che fa capo alla città di Saratov, dove mi sono presentata nelle liste di Russia Unita. Sono stata eletta al secondo posto. E ora sono... un politico».
Il fatto di essere figlia di un ex ufficiale dell’Armata Rossa, oggi in pensione, non l’ha influenzata: «La politica per me è un’esperienza totalmente nuova, anche se accarezzavo l’idea di occuparmi di impegni pubblici al ritiro dalle scene. Pensavo che verso i quarant’anni mi sarei iscritta all’università per laurearmi in giornalismo e sociologia. Ma non avrei mai immaginato che gli eventi si affrettassero così e che mi avrebbero addirittura eletta alla Duma".
L’attrazione fatale per il partito del presidente è scattata dopo che Putin l’ha nominata artista emerita e le ha assegnato, nel giugno scorso, la più alta onorificenza: il Premio dello Stato per le scienze, l’arte, la letteratura, insieme allo scrittore Aleksandr Solgenitsin. «Putin ha fatto molto per la Russia e per il mondo: la copertina che
Time gli ha dedicato come "uomo dell’anno" è pienamente meritata. Quando mi hanno proposto di iscrivermi a Russia Unita e di candidarmi alle elezioni del 2 dicembre, non sapevo che decisione prendere. Mi ha convinta l’idea di rendermi utile occupandomi della cultura del mio Paese».
Conciliare i due incarichi da étoile e la politica non le sembra una missione impossibile? «Sono tosta: se mi prefiggo uno scopo lo raggiungo. E non sarò sola: ho un staff di cinque persone che mi aiuta. Come tutti gli inizi anche questo sarà complicato e faticoso».
Ha già le idee chiare sulle prime mosse: «In Russia la cultura non è protetta e bisogna agire. Tutto si regge ancora sul vecchio sistema sovietico che va rinnovato. Punto a sviluppare una rete di scuole d’arte per i bambini. E intendo proporre di ridurre drasticamente il prezzo dei biglietti teatrali a un massimo di 4000 rubli (circa 110 euro,
ndr) ».