Gian Antonio Orighi, La Stampa 30/12/2007, 30 dicembre 2007
Dobbiamo sottolineare l’importanza dei tre assi fondamentali dell’attuale congiuntura del Paese: l’organizzazione politico-militare delle Farc e le sue strutture: il partito comunista clandestino ed il Movimento Bolivariano per la Nuova Colombia»
Dobbiamo sottolineare l’importanza dei tre assi fondamentali dell’attuale congiuntura del Paese: l’organizzazione politico-militare delle Farc e le sue strutture: il partito comunista clandestino ed il Movimento Bolivariano per la Nuova Colombia». Sono le linee guida, pubblicate sull’ultimo numero del suo bollettino Resistencia, di Pedro Antonio Marín, nome di battaglia Manuel Marulanda e Tirofijo (Tirofisso), 77 anni, il fondatore e Líder Máximo della Forzas Armadas Rivolucionarias de Colombia-Ejercito del Pueblo(Farc), la più antica guerriglia del mondo. Il terrorista, tra i suoi record, ne ha uno da Guiness: le Farc, negli ultimi 10 anni, hanno sequestrato 6.790 persone. Tirofijo, un soprannome dovuto alla sua proverbiale mira quando guidava le temibilissime colonne delle Farc (circa 20 mila uomini che occupano quasi la metà della Colombia), tra i più ricercati del mondo, è nato a Génova, un paesino rurale. La sua prima azione armata è del ”49, durante la guerra civile nota come La Violencia, quando era un commerciante liberale ed i conservatori incendiarono il minuscolo Ceilán, dove viveva. Da quella prima esperienza, Marulanda, schivo e riservato, fuse il suo manipolo di contadini in armi, che mise in pratica la teoria del «foco guerrillero» prima del Che Guevara e di Fidel Castro, con il partito comunista e fondó nel ”64, le Farc. Allora le sue truppe erano composte da solo 400 militanti. Ma il genio militare, e la sua spietata ferocia, conditi con le terribili condizioni sociali della Colombia, l’hanno portato a dirigere con mano di ferro una organizzazione combattente che fin da subito si finanzío con i sequestri per poi passare al narcotraffico, che gli permette di mantenere i suoi fronti con il cosiddetto «gramaje», il pizzo sulle coltivazioni di cocaina. Il suo credo è il marxismo-leninismo mixato dal bolivarismo, ossia l’indipendenza della Colombia dal capitalismo locale e dai nemici dichiarati, gli Stati Uniti. In una delle sue rarissime interviste, nel 2002, Tirofijo, dopo aver precisato che «aveva 2 anni di meno di Castro», si atteggiava a colomba: «Ogni guerra è disumana, quello che bisogna fare è finirla». Inutile chiedere a questo narco-terrorista che è in clandestinità da 50 anni, che vive tra le montagne e che nessuno ha più visto da 5 anni, umanità. Rispondeva alle accuse di usare persino il gas e di rapire persino bimbi e civili squattrinati: «Nella guerra bisogna usare tutto ció che è necessario per combattere il nemico». La sua crudeltà, evidenziata dalle recenti e terribili foto di una delle sue attuali 790 vittime sequestrate, Ingrid Betancort, viene da lontano. Nel 2001 la Colombia, che si mobilità da annni contro i suoi «arresti rivoluzionari», si commosse per la storia di Andrès, 12 anni, un bimbo malato terminale di cancro che voleva rivedere l’ultima volta suo padre, un semplice poliziotto rapito da 21 mesi. Tirofijo non cedette agli appelli umanitari. Dice su Resistencia: «La guerriglia deve manifestare la sua azione in modo implacabile altrimenti scava la sua fossa».