Sergio Romano, Corriere della Sera 30/12/2007, 30 dicembre 2007
Col calcio verso la pace? Caro Romano, in risposta alla lettera dell’Ambasciatore della Repubblica di Turchia che auspica l’istituzione di una commissione mista di storici su quella che egli definisce la «tragedia sfortunata» del popolo armeno, desidero ricordare che alla fine degli anni Novanta è stata costituita una commissione di questo tipo, che ha lavorato per circa tre anni
Col calcio verso la pace? Caro Romano, in risposta alla lettera dell’Ambasciatore della Repubblica di Turchia che auspica l’istituzione di una commissione mista di storici su quella che egli definisce la «tragedia sfortunata» del popolo armeno, desidero ricordare che alla fine degli anni Novanta è stata costituita una commissione di questo tipo, che ha lavorato per circa tre anni. Dato che gli storici non sono allora riusciti a mettersi d’accordo, hanno congiuntamente affidato l’analisi del caso «genocidio armeno» a un organismo internazionale reputato, da entrambe le componenti la commissione, imparziale, l’«International Institute of Transitional Justice» di New York. Tale istituto, dopo mesi di studio, ha decretato che nel caso armeno il termine «genocidio» rispondeva adeguatamente alla definizione formulata dal giurista ebreo polacco Raphael Lemkin e accolta il 9 dicembre 1948 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel testo della «Convenzione per la prevenzione e la repressione del crimine di genocidio». Dopo tale parere gli storici turchi si sono ritirati dalla commissione. D’altra parte, il governo della Repubblica di Armenia, favorevole all’ingresso della Turchia in Europa, una volta soddisfatti i requisiti richiesti dalla Convenzione europea, da anni chiede al governo della Repubblica di Turchia l’apertura dei confini fra i due Paesi e l’istituzione di normali rapporti diplomatici, senza pregiudiziali. Pur tuttavia la Turchia ha sempre rifiutato di aderire a tali proposte. Come possono quindi dialogare pacificamente gli storici turchi e armeni sapendo che non sono reciprocamente e ufficialmente rappresentati dai loro Paesi? La via della riconciliazione tra i popoli, ha dichiarato recentemente l’avvocato turco Fethie Cetin, passa attraverso atti di conoscenza e di cultura, i soli che possono portare al riconoscimento reciproco delle proprie storie e al superamento delle tentazioni nazionaliste oggi ancora così diffuse. Pietro Kuciukian Console Onorario Repubblica di Armenia in Italia, Milano Secondo il Primo ministro dell’Armenia Serzh Sargsyan, la riconciliazione potrebbe passare anche attraverso il football. Come ha detto a Marco Zatterin ( La Stampa del 19 dicembre), Sargsyan ha appreso con piacere che la squadra dell’Armenia dovrà battersi contro quella della Turchia nelle qualificazioni ai mondiali 2010: «Quando l’ho saputo ho pensato che fosse una buona opportunità per dimostrare che non ha senso continuare le ostilità. il momento di capire che se ci si vuole sfidare è meglio farlo sui campi di calcio piuttosto che chiudendo le frontiere».