Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2007  dicembre 29 Sabato calendario

VARI PEZZI SULLA DECISIONE DEL GOVERNO DI APRIRE LA TRATTATIVA PER ALITALIA CON AIR FRANCE DANDO AI NEGOZIATORI OTTO SETTIMANE DI TEMPO PER CONCLUDERE (29/12/2007)


CORRIERE DELLA SERA 29/12/2007
A.BAC.
ROMA – Via libera del governo alla trattativa esclusiva di Alitalia con Air France- Klm. Con un blitz il Consiglio dei ministri di ieri ha «preso atto», con anticipo rispetto al 15 gennaio, dell’orientamento espresso dal Tesoro e prima ancora dal consiglio d’amministrazione della compagnia che boccia l’offerta di AirOne. Ora ci saranno due mesi di trattativa, poi la decisione finale tornerà al governo. Il titolo ha chiuso con un rialzo dell’8,26% Il ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, è apparso quasi emozionato: «Questo è un passo di grandissima importanza anche se non è l’ultimo» ha rilevato, auspicando che «la fase finale della trattativa non riservi sorprese negative». Il ministro ha spiegato che si deciderà durante la negoziazione se cedere tutto il 49,9%. Tra le soluzioni che la sinistra comunista e i sindacati propongono c’è il mantenimento di una quota. In ogni caso il Tesoro diventerebbe «titolare di azioni nel nuovo gruppo», visto che Air France-Klm ha proposto una offerta pubblica di scambio. Formalmente, ha ricordato Padoa- Schioppa, il Tesoro potrebbe deliberare da solo la vendita a Alitalia ma, per l’importanza della decisione, è prevedibile un passaggio al governo.
Soddisfatto il numero uno di Air France-Klm, Jean Cyril Spinetta, che si augura di arrivare «rapidamente a un accordo solido». Durissima la replica del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni: « una vergogna, uno scandalo» attacca. E ipotizza si tratti di una «decisione irregolare, forse illegittima». Già nelle prossime ore Formigoni contatterà il governo: «Chiederò se ora ci faranno l’onore di lasciarci conoscere il piano di Air France». Una delle richieste del «governatore» è che per cinque anni si mantengano i voli adesso garantiti da Alitalia, come è accaduto nel 2003 a Klm. Ma intanto si prepara al peggio e ipotizza l’arrivo di una compagnia che «salvi » Malpensa.
Sul fronte sindacale esultano Anpac, Anpav e Avia, schierati con Air France-Klm. Mentre da ambienti vicini al segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, si fa sapere che il giudizio nel merito resta negativo e che c’è «sorpresa» per l’accelerazione del governo. Per Gianni Alemanno (An) il governo sta «svendendo» Alitalia. E il leghista Roberto Calderoli: «Cancellano la Padania: se volevano la guerra l’avranno».
A. Bac.

CORRIERE DELLA SERA 29/12/2007
ANTONELLA BACCARO
ROMA – La decisione di sparigliare è stata presa nella riunione ristretta di giovedì sera a palazzo Chigi e comunicata subito dopo agli sconfitti: il patròn di AirOne, Carlo Toto e l’amministratore delegato di Intesa- Sanpaolo, Corrado Passera. La stretta è stata voluta da Prodi, sostenuto da Padoa-Schioppa e Bersani, per sottrarre il caso Alitalia alla difficile verifica politica di gennaio e approfittare (perché no?) della tregua natalizia degli scioperi.
Ma alla buona riuscita del blitz ha contribuito il venir meno improvviso, a sentire i sindacati, dell’opposizione del vicepremier Massimo D’Alema, che qualcuno maliziosamente fa coincidere con la visita del presidente francese Nicolas Sarkozy a Roma e la partita aperta per il posto di ministro degli Esteri dell’Ue.
In questo modo per il vicepremier Francesco Rutelli, rimasto solo con il responsabile dei Trasporti, Alessandro Bianchi, a osteggiare Air France, resistere è diventato difficile. Per questo, e per non indebolire il già traballante governo, avrebbe deciso di rinviare la resa dei conti. «Le somme si tireranno alla fine» ha detto ieri, riferendosi al non scontato esito della trattativa. Rutelli, che ha definito la scelta di ieri «formalmente ineccepibile », avrebbe già posto cinque condizioni a Air France che, non a caso, corrispondono ai cinque punti forti della proposta di AirOne: il destino di Malpensa, di Fiumicino e di Az Servizi, l’assetto azionario e gli investimenti. Se Air France non darà sufficienti garanzie, si tornerà a AirOne.
«Il Consiglio non ha preso alcuna decisione – ha precisato il ministro delle Politiche sociali, Paolo Ferrero – siamo in una fase interlocutoria». Ma la mossa di ieri mette una seria ipoteca sul futuro di Alitalia che finanziariamente ha solo tre mesi di vita. Bene lo sa Carlo Toto che però non mostra di arrendersi: «Vigileremo con grande attenzione affinché nelle prossime settimane vengano resi noti gli aspetti qualificanti della proposta selezionata, ad oggi in buona parte sconosciuti » ha detto ieri, facendo balenare la temuta arma dei ricorsi.
Le possibilità di Toto si riducono a un ipotetico fallimento della trattativa con Air France che ora dovrà affrontare il duro confronto con i sindacati. O allo spuntare di un’alleanza con Lufthansa, che per ora non ha mostrato interesse. Ma non è tutto qui. Nella strategia di Toto c’è comunque l’intenzione di diventare «la compagnia nazionale» al posto di Alitalia e per riuscirci non mancherà, in caso di sconfitta, di ottenere cospicue compensazioni soprattutto sulle rotte dell’Est.
E il fronte del Nord? Ieri il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha detto di aspettarsi opportune garanzie per Malpensa. Potrà chiederle direttamente a Air France, visto che la compagnia ha scelto di trattare con lei e non con l’agguerrito «governatore» lombardo Roberto Formigoni.

CORRIERE DELLA SERA 29/12/2007
A.BAC.
ROMA – «Neanche in Cina si fa così. Neanche in Cina». Raffaele Bonanni, leader della Cisl, è furioso contro il via libera del governo alla trattativa di Air France deliberato senza consultare i sindacati. E annuncia: «Non tratteremo con i francesi senza aver visto prima Prodi».
Come mai siete stati tagliati fuori dalla decisione?
«Perché da due anni alcuni ambienti bipartisan, fuori dalla politica, hanno deciso di dare Alitalia ai francesi. Magari in cambio della Legion d’onore... ».
A chi si riferisce?
«A chi ha nominato amministratore Prato e lo ha messo lì apposta per vendere a Air France».
Il ministro Padoa-Schioppa?
«Ha fatto esattamente come i suoi predecessori negli ultimi 15 anni: ha finto di scegliere un manager per fargli fare quello che voleva lui».
Come si spiega che in Consiglio dei ministri Rutelli e D’Alema non si siano opposti alla decisione?
«Avranno avuto la loro ragione, la loro convenienza. Oppure sanno cose che noi non sappiamo».
Cioè?
«E cosa ne so? Negli ultimi 15 giorni con Epifani e Angeletti abbiamo chiesto in tutti i modi di conoscere il piano francese. Niente. Silenzio assoluto. Non era mai successo prima».
Ma adesso Air France vi convocherà per illustrarvi il piano.
«E chi è Air France? Alitalia è un bene pubblico e le risposte le vogliamo dal governo. Ci devono dire con che criterio hanno scelto Air France».
Ma quali sono le vostre obiezioni?
«Sono enormi: qui si sta smantellando il sistema delle rotte interne mentre Air France si porta via i nostri slot internazionali migliori e destruttura la manutenzione. Un danno peggiore di quello dei furti d’arte di Napoleone».
Come è possibile che la proposta di AirOne non abbia coinvolto imprenditori italiani?
«Intanto c’è una grossa banca che la sostiene. E poi perché non ci ha pensato il governo a entrare nel capitale con Enel, Eni o Finmeccanica? La Spagna ha fatto di tutto per tenersi Iberia e noi svendiamo? Alla Francia poi, con cui non si è mai fatto un affare».
Che farete adesso? Lo sciopero nelle feste è vietato.
«Mi appello al Parlamento, alle forze democratiche del Paese perché sovvertano questa decisione spericolata».