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 2007  dicembre 28 Venerdì calendario

La Stampa, venerdì 28 dicembre Iole Tassitani è morta tra il 12 e il 18 dicembre, dissanguata per la rescissione della giugulare

La Stampa, venerdì 28 dicembre Iole Tassitani è morta tra il 12 e il 18 dicembre, dissanguata per la rescissione della giugulare. Prima era stata picchiata, forse perché aveva tentato la fuga. Dopo è stata spogliata e sezionata, il suo corpo ridotto in 29 piccoli pezzi a parte la testa e il tronco rimasti integri. Un lavoro meticoloso compiuto con una sega circolare elettrica e con un coltello da macellaio, in un luogo non ancora identificato. Dalla bocca della donna mancavano parecchi denti: un pugno, ma non si esclude che possano essere stati tolti nel folle progetto del suo assassino di sminuzzare un corpo di cui si sarebbe disfatto in posti diversi per impedirne il ritrovamento, o ai quali poteva aver pensato di dar fuoco. Michele Fusaro, falegname di 41 anni, è in carcere dal 24 dicembre; sigillati con cura, i tre sacchi con i resti erano nel suo garage in mezzo a diffusori di aromi e con accanto una tanica di benzina. L’indagine sull’orrenda fine della donna di 42 anni, figlia di un notaio di Castelfranco Veneto, per il cui rilascio era stato chiesto un riscatto di 800 mila euro quando in realtà era già morta, non è finita. Resta da individuare il luogo in cui il corpo è stato sezionato. I carabinieri hanno controllato il mobilificio nel quale Fusaro lavorava; nel suo armadietto sono state trovate suole con le scarpe insanguinate. Molti casolari sono stati perquisiti ma nessuno di questi era in uso a Fusaro. Secondo il medico legale, lo scempio compiuto sul corpo della donna avrebbe potuto richiedere l’intervento di qualcun altro: ma chi si sarebbe prestato ad aiutare Fusaro? Gli inquirenti ritengono che possa aver agito da solo, ma collocando la richiesta del riscatto al momento in cui la donna era già morta non escludono che il denaro servisse anche per pagare il lavoro e il silenzio di complici contattati in un mondo marginale. Fusaro è in carcere a Vicenza, dove ieri ha chiesto di poter parlare con un prete; il legale inviatogli dalla sorella (il padre è morto, la madre è in un istituto, affetta da Alzheimer) dice di essersi trovato davanti «quel che resta di un uomo», un fantasma che non si regge in piedi, piange e farnetica facendo nomi inesistenti di complici. Nega ogni coinvolgimento. Tutto quanto si trova nel fascicolo è ricostruito dagli investigatori. Compreso il fatto che Fusaro, fanatico della palestra e dei muscoli, dopo aver conosciuto Iole Tassitani potrebbe aver mantenuto contatti con lei suggerendole accorgimenti e integratori per perdere peso; la donna ultimamente era molto dimagrita, e nel computer di lui c’era un lungo elenco di donne della zona, tutte in sovrappeso, alle quali via mail dava indicazioni per migliorare il fisico. A partire dal 18 dicembre con l’sms di richiesta di riscatto partito dal cellulare di Iole e con l’aiuto dell’ex cognato di Fusaro, che ascolta il tg e corre dai carabinieri a raccontare che il falegname pochi giorni prima gli aveva chiesto se voleva partecipare a un sequestro (al tg1 ieri sera ha dichiarato di sentirsi in colpa per non aver capito, al momento della richiesta, che faceva sul serio), l’uomo viene pedinato giorno e notte. I carabinieri fanno riscontri incrociati e sono certi che il rapitore è lui: ma da quel giorno Fusaro non ha comportamenti, né spostamenti, né telefonate sospette. Ha un corpo a pezzi nel garage, ma non vede nessun altro che i compagni di palestra, di lavoro, e la fidanzata. Possibile che, se avesse avuto un complice, non vi sia stato in quei giorni nemmeno un contatto? Si parla di tensioni tra gli investigatori di Treviso, che sembra volessero anticipare il blitz, e la Dda di Venezia che avrebbe invece voluto temporeggiare in attesa di mettere le mani su una banda più articolata. Anna Sandri