La Repubblica 24/12/2007, pag.17 LUCA IEZZI, 24 dicembre 2007
Unicredit, fronte aperto al Banco di Sicilia. La Repubblica 24 dicembre 2007. ROMA - Tra confronti politici e dubbi sulle pratiche di erogazione del credito, la Sicilia si sta rivelando la "provincia" più difficile da gestire nell´impero Unicredito
Unicredit, fronte aperto al Banco di Sicilia. La Repubblica 24 dicembre 2007. ROMA - Tra confronti politici e dubbi sulle pratiche di erogazione del credito, la Sicilia si sta rivelando la "provincia" più difficile da gestire nell´impero Unicredito. Giovedì scorso il cda del Banco di Sicilia, entrato con Capitalia nel più grande gruppo bancario nazionale, è riuscito a stabilire una tregua fino a gennaio rimandando il chiarimento con l´ad di Unicredit, Alessandro Profumo. Le tensioni tra il vertice del banco siciliano (il presidente Salvatore Mancuso e l´ad Beniamino Anselmi stati confermati dopo la fusione) e i vertici di piazza Cordusio, si alimentavano da mesi man mano che procedeva l´integrazione della struttura siciliana e sono infine esplose dopo le accuse di Mancuso ai "milanesi" di non tener nel dovuto conto le professionalità già presenti della banca. Ora, tra le istanze di riorganizzazione che arrivano da Milano (testimoniate dall´arrivo come direttore generale a Palermo di Roberto Bertola manager di lungo corso in Unicredit) e gli allarmi locali di una strisciante colonizzazione, s´inserisce anche una vicenda giudiziaria. La procura di Roma, su denuncia di un dipendente e sindacalista della Fisac Cgil, Enzo Carfì, sta indagando su un´ipotesi di truffa da 200 milioni di euro ai danni della banca. Carfì ha denunciato una «incongrua gestione del credito e delle risorse umane» e in particolare ha chiesto a magistratura e Banca d´Italia di indagare su una serie di mutui erogati dal 2005 per un totale di 80 milioni di euro attraverso una società finanziaria, titolare di una convenzione con il Bds. Gran parte di questi contratti già dopo un anno risultavano morosi. Nel frattempo la società ha ugualmente ottenuto dal Bds un altro finanziamento per se stessa di 13 milioni di euro e gli investigatori hanno individuato altre 21 società a cui la banca ha concesso mutui e che sarebbero riconducibili ad un unico soggetto (circostanza non emersa nell´istruttoria interne dell´istituto), sempre collegate alla stessa finanziaria. Per ora nel corso degli accertamenti non risulterebbero iscritti nel registro degli indagati, ma è stata richiesta documentazione sia agli istituti bancari sia al servizio vigilanza della Banca d´Italia che avrebbe rilevato "della carenze organizzative" nella gestione del credito. Il Banco di Sicilia, ha escluso l´esistenza di alcun "caso mutui" per bocca dello stesso Anselmi. La vicenda aveva già suscitato l´interesse della capogruppo Capitalia che in estate aveva avviato una verifica sul dossier dei mutui romani senza esito. stata realizzata una perizia sugli immobili messi a garanzia dei mutui cercando di rientrare almeno in parte delle somme. La magistratura invece dovrà capire se si è trattato di un caso locale di "effetto subprime" cioè finanziamenti concessi a soggetti poco affidabili, finiti immediatamente in difficoltà, o se si trattato di una manovra con risvolti illegali e se le strutture della banca sono state semplicemente poco accorte o conniventi. I crediti non riscossi sono stati "parcheggiati" tra gli incagli, quindi gli effetti sul bilancio non sono ancora visibili, ma potrebbero essere potenzialmente molto forti (l´utile nell´ultimo semestre della banca ha raggiunto i 100 milioni di euro, con ricavi per 562 milioni). Dietro ai malumori di Mancuso, ci sono anche i timori della Regione Sicilia, divenuta azionista di Unicredito e con un posto nel cda detenuto da Mancuso stesso. Ma se ai tempi di Capitalia le istanze locali erano garantite dalla presenza nel variegato patto di sindacato, ora il cambio di regime ha tolto molto potere negoziale. Banco di Sicilia rimarrà come marchio commerciale, ma già dal 2008 l´integrazione con il resto del gruppo sarà totale. I vertici Bds, polmone finanziario locale, temono che tutti i posti chiave nel territorio, fino alla stessa poltrona di ad, siano progressivamente assegnati a uomini decisi dal Nord. L´intero cda del banco terminerà il mandato la prossima primavera. LUCA IEZZI