La Stampa 24/12/2007, pag.20 ELENA LOEWENTHAL, 24 dicembre 2007
Il figliol prodigo telefona gratis. La Stampa 24 Dicembre 2007. TORINO. Nell’era dei cellulari la parabola del figliol prodigo s’intitola «retention»
Il figliol prodigo telefona gratis. La Stampa 24 Dicembre 2007. TORINO. Nell’era dei cellulari la parabola del figliol prodigo s’intitola «retention». Le parole cambiano ma la storia, contesto sacro o profano che sia, non è poi così diversa. In entrambi i casi a deciderla, la storia, non sono i figli e/o clienti fedeli, buoni e zitti, ma quelli che se ne vanno. O almeno ci provano. Qualche antefatto s’impone. Nel maggio 2002 l’Authority convoca gli allora sei gestori di telefonia mobile e li rimbrotta, invitandoli con un certo vigore ad adeguare la propria condotta alle esplicite direttive comunitarie. Nello specifico, in merito a quella cosa che in codice si chiama Mnp e che, con ancora un certo margine di ambiguità, può sciogliersi in «portabilità del numero». In parole ancor più povere, il numero telefonico del portatile è di pertinenza del cliente che ha diritto di portarselo dietro anche se cambia gestore telefonico. Il decreto-legge Bersani del gennaio di quest’anno stabilisce che oltre al numero sia portabile anche il credito residuo, nel caso di scheda ricaricabile. Ma spesso, sino a qualche mese fa, i tempi di «portabilità» erano lunghi, estenuanti. Davvero biblici, per restare in tema. Settimane e mesi perché una compagnia si decidesse a «mollare» il tuo numero a un’altra. Ora le cose paiono leggermente cambiate e, salvo contrattempi, è più o meno questione di giorni a partire dalla richiesta del gestore cui si approda. Ma qui comincia il bello. Perché può capitare di restare per anni con la stessa compagnia, la stessa inossidabile (e magari neanche tanto conveniente) tariffa, senza che nulla succeda. Nessuna promozione che ti si affaccia all’orizzonte. Tutt’al più, si ha da contare su una centellinata raccolta punti. Bonus, offerte, sconti non sono destinati a te che sei un «vecchio» cliente. Si sa, viviamo in un’epoca in cui la vecchiaia è un peccato quasi mortale, mentre essere giovani è una virtù impagabile. O quasi. Poi però arriva il giorno in cui al vecchio (pure lui, mica sono solo i clienti a invecchiare) gestore arriva la richiesta di «esproprio» del numero, debitamente controfirmata dal titolare del suddetto, cioè l’utente che ha deciso di cambiare. Comincia l’avventura. Perché a quel punto, come una bella addormentata dopo il bacio del principe, il vecchio gestore ti si risveglia. E comincia a tempestarti. Di sms («Gentile cliente, se desidera ricevere 80 euro di chiamate gratuite al mese per 6 mesi risponda al messaggio», «Per lei un’offerta esclusiva! Per sapere quale omaggio le spetta risponda Sì!») e telefonate flautate. Per la prima volta l’operatore ti chiama per nome e cognome. Dice che ha voglia di scambiare quattro chiacchiere con te (e la memoria va a tutte quelle altre volte in cui dal call center ti ha risposto stizzito, annoiato, fuori dai gangheri, indifferente). Ora, invece, si dichiara pronto a tutto. In nome della retention, vale a dire la versione postmoderna della parabola del figliol prodigo. Controfferta è la parola italiana che traduce sommariamente la valanga di impensabili condizioni di favore che la tua vecchia compagnia scodella sul tavolo nel momento in cui viene a sapere che la stai mollando. Tariffe agevolate a vita. Sconti perenni. Bonus a gratuità garantita. Pacchetti di denaro sottoforma di telefonate. Ma la retention non è un atto di generosità, è una vera strategia commerciale. In quel momento, ti fa sapere il vecchio nonché pentito (della propria indifferenza) gestore, tu, cliente, sei ancora in tempo a far la parte del figliol prodigo. Puoi ancora tornare, anche se hai già sottoscritto altri matrimoni telefonici. E qui viene il bello. Perché il cliente non è mica (sempre) scemo. Basta qualche giretto nei forum e nei siti dedicati ai cellularmaniaci, per capire come il figliol sarà pure prodigo ma non è detto che sia sprovveduto. Mobileblog.it, iltrillo.com, telefonino.net sono tre fra i tanti luoghi mediatici dove si scambiano informazioni, consigli, esperienze. Su come far buon viso, anzi ottimo uso, di questo gioco. In altre parole, mettere in mobilità la propria (o se possibile più d’una) sim per ottenere sempre il meglio, e quasi sempre gratis. Minacciare a flusso continuo il vecchio gestore di abbandonarlo, per poi cogliere al volo la retention. Fingere di voler passare a un altro, aspettare che arrivi il fatidico sms e accogliere la controproposta, magari giocarla al rialzo. C’è gente che con questo moto perpetuo, e alcune sim da spostare fra un gestore e l’altro, parla gratis per anni. Ed è intenzionata a continuare, sulle ali della portabilità. ELENA LOEWENTHAL