Roberto Rizzo, Corriere della Sera 22/12/07, 22 dicembre 2007
MILANO
Vladimir Putin, la «persona dell’anno» secondo il settimanale Time e l’uomo più ricco d’Europa (il suo patrimonio personale sarebbe di 40 miliardi di dollari), è anche un grande appassionato di judo. Sport che il presidente russo ha appreso quando era un funzionario del Kgb e che continua a praticare con la qualifica di maestro di sesto dan, cintura bianca e rossa, titolo conferitogli dalla Federazione mondiale judo.
Putin è instancabile nel fare propaganda alla sua disciplina preferita. Qualche anno fa diede alle stampe un manuale, divenuto un best-seller in Russia, intitolato Impariamo il judo con Vladimir Putin,
nel quale sono illustrate le sue mosse preferite. Nelle prossime settimane verrà pubblicata una nuova edizione del libro con allegato un dvd che ha per protagonista il presidente russo e il campione olimpico giapponese Yasuhiro Yamashita. Immagini vecchie di due anni, registrate durante un allenamento a San Pietroburgo, che mostrano il presidente in judogi, la bianca divisa del judoka, atterrato più volte dal campione giapponese.
«Ho il libro di Putin e ben venga anche il dvd se serve a pubblicizzare il nostro sport», dice Pino Maddaloni, medaglia d’oro alle olimpiadi di Sydney e atleta più rappresentativo del judo italiano. «Leggendo qualche pagina ho capito la personalità del presidente russo». Sarebbe? «Quella di una persona equilibrata perché per praticare judo ci vuole molto equilibrio. un’arte che, erroneamente, si crede aggressiva. Invece obbliga ad entrare in sintonia con il proprio avversario, a rispettarlo, ad atterrarlo senza fargli del male. Chi pratica judo non fa a botte in strada per una precedenza non data».
In Italia il judo è praticato da 42 mila atleti a livello agonistico e da 100 mila a livello amatoriale. Tra questi, in passato, anche il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro che lo ha praticato quando era in polizia. «Un torello che caricava a testa bassa, tutto fisico e poca tecnica», ricorda Silvio Di Francia, assessore alle Politiche culturali del Comune di Roma, braccio destro di Walter Veltroni, ex campione italiano e componente della squadra nazionale di judo. «Putin si muove bene sul tatami (il materassino sul quale si combatte, ndr), ma l’ho visto esibirsi con i calzini, una bestemmia per ogni judoka che si rispetti. Il judo dei russi è molto fisico e poco ortodosso ». Di Francia non è riuscito a convertire Veltroni a questa disciplina («Troppo appassionato di basket») e ha provato con Francesco Rutelli: «Ho cercato di coinvolgerlo portandolo a vedere una gara. Non credo che ci abbia capito molto ma non mi sono stupito. Chi non lo pratica ha delle difficoltà a comprendere, è uno sport strano».
«Non vedo l’ora che esca il dvd». Per il momento uscirà in Russia, in Italia non si sa quando.
«Spero al più presto». Pier Gianni Prosperini, assessore allo Sport della Regione Lombardia, è un altro appassionato di judo ed ex praticante: «Da ragazzo facevo pugilato poi, quando chiuse la palestra che frequentavo, iniziai con il judo. Uno sport bellissimo e durissimo che insegna a non esaltarsi nelle vittorie e a non deprimersi nelle sconfitte». Un campione come Maddaloni si augura che, anche in Italia, l’effetto Putin serva a dare popolarità alla disciplina. «Ho molti dubbi perché, anche ai più alti livelli agonistici, il judo non offre guadagni importanti e, pur essendo molto bello da praticare, da vedere non è per nulla spettacolare. Impossibile che la tv gli dedichi particolare attenzione, se non in occasione delle olimpiadi. Meglio procurarsi il dvd dello zar Putin».
Roberto Rizzo