Maria Luisa Agnese, Corriere della Sera 22/12/07, 22 dicembre 2007
Copertina del calendario dei carabinieri 2008: ancora lei, Carla Bruni, raffigurata come supremo simbolo italico mentre consegna la bandiera tricolore a un carabiniere in alta uniforme, mentre dietro di loro la fiamma dell’Arma si tramuta in fiamma olimpica
Copertina del calendario dei carabinieri 2008: ancora lei, Carla Bruni, raffigurata come supremo simbolo italico mentre consegna la bandiera tricolore a un carabiniere in alta uniforme, mentre dietro di loro la fiamma dell’Arma si tramuta in fiamma olimpica. Immagine trasfigurata al computer di un evento reale, l’apertura delle Olimpiadi invernali di Torino, dove proprio Carla Bruni officiò in brillante abito candido di Giorgio Armani. Con questo calendario che arriva quando la bella Carlina compie 40 anni (e cioè oggi, è nata a Torino il 23 dicembre) si chiude un anno che più griffato Carla Bruni di così non avrebbe potuto essere. Una scelta che consacra la modella-cantante e forse prossima prima dama francese a vera icona transnazionale, e chiude il cerchio di tutte le sue apparenti contraddizioni. Torinese di nascita presto emigrata di lusso a Parigi per paura dei rapimenti, compie una luminosa carriera che la porta dritta fra le braccia del Presidente di tutti i francesi, ma poi ridiventa di colpo italiana con questa copertina tutta bianca rosso e verde. Che la fa assurgere a simbolo trasversale in ogni senso, non solo italica, non solo gallica, ma cosmopolitan-bipartisan: infatti lei, che malgrado sia di ottima e ricca famiglia (suo padre Alberto era erede di una fortuna, sua madre Marisa figlia di costruttori) si è sempre considerata di sinistra, si trova oggi a vivere un amore fulmineo e di gran clamore mediatico con un politico di forza e di razza ma che, per quanto capace di rispettare e cooptare l’avversario in alcune sue avventure, di sinistra non si può certo definire. E di questo Carla, a detta della mamma Marisa, ne soffre parecchio. E allora, in attesa di convertire almeno un po’ il vulcanico Sarkozy, si può consolare con i Carabinieri che anche loro, per quanto non di sinistra, in materia di simpatie trasversali possono insegnare parecchio: persino il loro calendario (famoso per il cordoncino colorato con cui si appende) è oggetto di un piccolo collezionismo molto composito, che va dal vulgo agli snob. A dispetto del titolo del suo ultimo disco, uscito a febbraio e intitolato No Promises, dunque, questo 2007 le promesse per Carla le ha più che mantenute. Un’escalation planetaria che non sorprende certo chi la conosce bene e racconta come la determinazione sia stata il suo atout fin da quando aveva 15 anni e raccontava alle amichette che si sarebbe fidanzata con Mick Jagger: e pare che proprio per riuscire nell’impresa abbia iniziato la carriera di modella e addirittura si sia fidanzata con Eric Clapton – l’amico che sperava lo conducesse da lui – per poi lasciarlo quando a una festa Eric fece finalmente la presentazione fatale. Poi, una volta deciso che il tempo delle passerelle era finito, Carla ha svoltato e con altrettanta determinazione si è messa a coltivare un altro pallino, la cultura, che è vizio di famiglia. Seguendo il padre, compositore di musica dodecafonica, ma su un terreno meno impervio, ha debuttato cinque anni fa come cantautrice con Quelqu’un m’a dit, album di canzoni anche autobiografiche fra cui spicca Raphael, dedicata al filosofo Raphael Enthoven, altro suo amore, strappato alla moglie Justine Lévy, figlia del filosofo Bernard-Henri (con conseguente scandalo letterario, il libro Niente di grave scritto da Justine), nonché padre del bimbo di sei anni, Aurelien. Nell’ultimo disco, No promises, forse presaga dell’appuntamento con un destino più impegnativo, Carla si è tenuta prudentemente lontana dal personale, e ha cercato ispirazione più in alto: i versi di poeti come Yeats, Emily Dickinson, Auden, che ha accompagnato in musica. Per il 2008 la sua casa discografica annuncia un nuovo disco che, per chiudere ancora meglio il cerchio, sarà metà in italiano e metà in francese. Proprio come la irresistibile lingua francoitalica in cui la fa parlare Fiorello nella sua imitazione di culto.