varie, 22 dicembre 2007
AGLIARDI Niccolò
AGLIARDI Niccolò Milano 17 maggio 1974. Cantautore • «[…] autore per Eros Ramazzotti del brano Ci parliamo da grandi, [...] “Dopo Viva l’Italia scritta da Francesco De Gregori, e dopo Paese reale, che ne è l’ideale proseguimento, su questo Paese non è rimasto più granché da aggiungere” [...] con una tesi su De Gregori si è laureato [...] all’Università Statale di Milano tiene un seminario sulla canzone d’autore. “C’è una grande fetta di pubblico che non si ritrova nella musica usa e getta, ma che fa fatica anche ad accostarsi alla musica più colta, che ormai sente distante. Io scrivo pensando proprio a questa gente, rimasta orfana di un interprete dei propri sentimenti” [...]» (Raffaele Panizza, “Panorama” 27/12/2007) • ««Il ragazzo si farà, anche se ha le spalle strette». La citazione è abusata, ma viene bene per un cantautore di belle speranze e buon talento, che sul “Principe” De Gregori si è pure laureato. [...] Agliardi ha vissuto a lungo con la sindrome di quello che si ferma a un passo dal traguardo. “Nel 2003 Roberto Dané, ex produttore di De André e De Gregori, puntò tutto su di me. Credevo di essere finalmente arrivato: poi se n’è andato tragicamente, in un incidente stradale. Oppure capitava che, quando un direttore artistico si innamorava di me e cominciava a parlare del ‘nuovo De Gregori’, di colpo accadeva qualcosa - un licenziamento, un cambio dirigenziale - che mi lasciava a piedi. Ero convinto ‘karmicamente’ di essere destinato all’insuccesso. Per questo ho cominciato a fare cose per guadagnare, come scrivere brani per Fabi e Ramazzotti. Mi sono laureato, faccio il dj per RadioInBlu, sono collaboratore ordinario alla Statale di Milano”. Ascoltatore colto, Agliardi ha sul braccio sinistro un tatuaggio con scritto “C’è tempo”, capolavoro di Fossati. “L’ho fatto per due motivi: come mantra per credere in me stesso e come tributo a una canzone perfetta, con rime che inchiodano. Il tema è sempre quello, ‘prima o poi migliorerà’. Solo che Fossati lo dice in maniera altissima e i Pooh si fermano a un più banale ‘C’è il sole oltre le nuvole’. Il cantautore è ancora visto come noioso e sfigato, le radio non mandano i miei brani perché ‘lenti’. In musica è stato detto tutto, ormai non puoi essere mai nuovo ma sempre derivativo. Venditti dà la sensazione di fare i dischi per contratto, Vecchioni con Di rabbia e di stelle ha raccontato il dolore con sincerità, ma quando ne parli per la millesima volta non puoi non ripeterti”. [...] Nel passato c’è anche un concerto in piazza San Pietro, davanti a Benedetto XVI. “[...] era appena stato eletto. La Chiesa non è certo la mia prima casa, ma mi cercarono quando nessuno mi filava, e poi come facevo a dire no al Papa?” [...]» (Andrea Scanzi, “La Stampa” 22/2/2008) • «“A cinque anni mi sono innamorato di Samarcanda di Vecchioni [...] Quel ‘ridere ridere ridere ancora...’ sembrava rivolto a me, anche se la canzone l’ascoltavano i miei genitori”. Poi, crescendo, i riferimenti sono diventati Ivano Fossati e Francesco De Gregori. La scrittura, non a caso, è la parte migliore del suo repertorio: testi curati, mai una parola buttata lì per caso, ma anche attenzione agli aspetti melodici: “Adatto sempre la musica alle parole e scrivo come parlo, non dirò mai ‘gli occhi tuoi’. Non mi esprimo così”. I testi di Agliardi hanno fatto colpo: Eros Ramazzotti si è accorto di lui e gli ha chiesto di scrivere un brano, e è nata Ci parliamo da grandi, ennesimo successo del cantante romano. “È stata una cosa straordinaria – spiega Agliardi - Eros non è mai stato un mio riferimento artistico, ma quando l’ho sentito cantare la canzone che avevo scritto, mi sono venuti i brividi”. E [...] anche Laura Pausini l’ha scelto per una collaborazione. Cantare la propria vita è una condizione necessaria per Niccolò, “in tutte le canzoni ci sono io, d’altronde non è obbligatorio fare dischi, se lo si fa bisogna avere qualcosa da dire ed essere sinceri”. La sua città, Milano, lo ispira [...] ma gli va un po’ stretta. “A Roma c’è la tradizione del Folk Studio, poi c’è la seconda generazione dei cantautori, quella dei vari Fabi, Silvestri, Gazzè, e anche la terza, pensiamo a Cristicchi. Da noi tutto questo non esiste, non si passano le nottate insieme ad ascoltarsi e questo è un peccato”. Nell’universo delle ispirazioni di Agliardi c’è anche spazio per il cinema: la canzone Aspetto una domanda è nata dall’amore per il film Anche libero va bene di Kim Rossi Stuart. [...]» (Francesco Olivo, “Il Messaggero” 5/2/2008).