Raphael Zanotti, La Stampa 21/12/07, 21 dicembre 2007
Non si capisce per quale ragione gli imprenditori siano terrorizzati dal Fisco. Sarcasticamente parlando, porta bene
Non si capisce per quale ragione gli imprenditori siano terrorizzati dal Fisco. Sarcasticamente parlando, porta bene. Avere un agente delle Entrate nel proprio negozio è meglio che strofinarsi sulla proverbiale gobba e i numeri stanno lì a testimoniare il successo scaramantico. Dopo una minuziosa verifica da parte dell’Agenzia delle entrate, gli affari vanno a gonfie vele. Per chiunque. Chi ha incassato meno, nei quindici giorni successivi al controllo, è tornato comunque a casa con un +10,5% degli introiti. Ma c’è anche chi ha quadruplicato gli affari. In realtà la storia degli agenti del Fisco novelli amuleti è un più che altro una battuta che si scambiano gli stessi dipendenti delle Entrate dandosi di gomito. Molto più semplicemente i negozianti sorpresi a non emettere scontrini sono stati colti da una fifa blu e hanno preso a segnare tutto, compreso quello che prima si «perdeva» tra distrazioni e strizzatine d’occhio al cliente di turno. E così gli affari hanno cominciato magicamente a «lievitare». Il dato emerge da un’indagine compiuta dalla direzione regionale del Piemonte dell’Agenzia delle entrate del mese di settembre. A seguito di verifiche sull’emissione di scontrini, sono stati scelti 129 negozianti che hanno subito un secondo controllo a quindici giorni dal primo. Un campione rappresentativo di tutte le realtà del commercio. Secondo i risultati tutti hanno avuto un incremento degli introiti di cassa. Ma c’è chi ha superato ogni più rosea previsione. La performance migliore è stata quella della tintoria di un piccolo centro piemontese che, nel secondo controllo, ha aumentato i propri incassi del 291,88%. Salute, come si dice. Anche una macelleria con il suo 223,46% non ha sfigurato, mentre sul 100% si sono posizionati bar, locali e altri esercizi commerciali. L’incremento medio è stato comunque del 20,20%. Il che vuol dire un quinto in più rispetto alla prima visita del Fisco: soldi che, con ogni probabilità, non sarebbero mai entrati nelle casse dell’Erario se non ci fosse stato il controllo. L’indagine, in ogni caso, fornisce altri elementi interessanti. Per esempio quello di una spaccatura generazionale tra evasori fiscali. Gli 007 del Fisco hanno infatti notato, nel corso dell’indagine, che erano le nuove generazioni quelle che avevano introiti di cassa maggiori nei quindici giorni successivi al primo controllo. Questo viene interpretato dalla direzione regionale delle Entrate come un segnale di speranza. Evidentemente gli imprenditori delle nuove generazioni si sentono più mortificati o temono maggiormente un secondo controllo da parte del Fisco e quindi, automaticamente, i loro incassi crescono di più di quelli dei titolari di esercizi commerciali più anziani. D’altra parte, chi negli anni passati ha visto due controlli a distanza di quindici giorni l’uno dall’altro? Il dato dell’incremento medio piemontese è in linea con quello che si registra nelle altre regioni, anche se leggermente inferiori. Nelle Marche, la prima zona in cui è stato effettuato un monitoraggio del genere, la percentuale era infatti intorno al 25%. Per i meno superstiziosi hanno avuto più paura. Per chi è scaramantico, il Fisco marchigiano porta più fortuna. L’abitudine italica di dimenticarsi lo scontrino è sempre piuttosto radicata tra i commercianti, anche tra quelli piemontesi. Quando si chiuderà l’anno, la direzione regionale del Piemonte dell’Agenzia delle entrate avrà effettuato circa 5000 verifiche. Di queste, all’incirca 2100 solo in provincia di Torino. Controlli che hanno dimostrato come la tradizione sia dura a morire. Nel 30% dei casi l’accertamento ha dato esito positivo: ovvero un negoziante su tre non ha emesso lo scontrino. Il fenomeno è confermato anche da un secondo dato: sono circa una novantina gli esercizi commerciali che sono stati chiusi nel 2007 perché sorpresi per più di tre volte negli ultimi cinque anni a non emettere gli scontrini. Un numero che rientra perfettamente nella media nazionale come dimostrano altri dati resi noti dalle direzioni regionali di altre parti d’Italia. Per ora, in Piemonte, è stata applicata la sanzione minore, ovvero saracinesche abbassate per soli tre giorni. Ma in futuro non si esclude che qualcuno possa incappare anche nel massimo della sanzione, ovvero un mese intero di chiusura delle attività. Ovviamente questo genere di provvedimento sarà preso solo con i plurirecidivi.