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 2007  dicembre 21 Venerdì calendario

Per levarsi il peso dalle spalle, è sparito. Liu Xiang, record del mondo nei 110 ostacoli e orgoglio della Cina, sta da due giorni in ritiro, un ritiro rugbistico, lunghissimo: è iniziato martedì e finirà soltanto con le Olimpiadi, la fissazione che lo rincorre da anni e ormai è troppo pressante, «spero solo che questi Giochi arrivino in fretta, non faccio che ripetermi: sono come qualsiasi altra competizione, solo che stavolta gareggio in casa

Per levarsi il peso dalle spalle, è sparito. Liu Xiang, record del mondo nei 110 ostacoli e orgoglio della Cina, sta da due giorni in ritiro, un ritiro rugbistico, lunghissimo: è iniziato martedì e finirà soltanto con le Olimpiadi, la fissazione che lo rincorre da anni e ormai è troppo pressante, «spero solo che questi Giochi arrivino in fretta, non faccio che ripetermi: sono come qualsiasi altra competizione, solo che stavolta gareggio in casa. Ho bisogno di più concentrazione, ho tutti intorno». Per restare tranquillo ha accettato una sorta di isolamento, vivrà con il suo allenatore Sun Haiping negli appartamenti dell’amministrazione sportiva a Pechino. Uscite programmate, ritorni a casa, a Shanghai, rari e zero distrazioni. Anche quelle di Stato. Aboliti gli spot concordati con il governo e la festa di primavera (il capodanno cinese di metà febbraio). Xiang, dopo l’oro di Atene, è diventato uno degli eroi della parata, la gente esce per vederlo e lui ringrazia con show improvvisati, ma l’improvvisazione è stata bandita dal 2008: solo allenamento. Tabelle rimodellate sul lungo periodo, per evitare la noia i programmi vengono concordati con l’atleta e Sun Haiping sta studiando il modo di far rientrare nella preparazione una «parte giocata, variabile», l’ha definita così nell’ultimo giorno di apertura, la vigilia della clausura, dedicata ai media locali ansiosi di sapere ogni dettaglio della vita di Liu Xiang. Il ritratto che esce dagli interpreti (lui parla solo il cinese) è molto vago: ragazzo timido, perseguitato dalla popolarità, respira solo in Europa dove lo riconoscono in pochi, adora gli spaghetti, ricerca uno stato di serenità che trova solo in pista, si è fatto assicurare le gambe per 14 milioni di dollari, non ha la fidanzata e non la potrà trovare nei prossimi mesi. Si è portato dietro un valigione blu, un sorriso coraggioso e una sicurezza: «Non vincere queste Olimpiadi sarebbe un fallimento». Fino a marzo contatti minimi e cellulare sotto sorveglianza, poi una serie di test fisici stabilirà quali competizioni scegliere come riscaldamento per Pechino. Già certe: Osaka (clima simile) e una tappa americana (per dare un occhio da vicino ai nuovi possibili rivali). Si autosegrega in un palazzone del governo, «in questa stagione ho capito che so allenare il mio corpo ma devo insistere sulla mente». Nel 2005 ha perso i Mondiali «perché non c’era con la testa e chi ha preso quell’oro, il francese Ladji Doucouré, si è perso nell’ultima stagione perché appagato e impegnato a essere altro». Il tecnico che ha rapito Xiang dal salto in alto e lo ha trasformato in campione vuole proteggere il suo pupillo: «Non può passare il tempo cercando di essere una bandiera, lo diventerà durante quei 110 metri a ostacoli». Nel 2007 Xiang ha partecipato a 13 gare, nove vittorie, un secondo e due terzi posti, «deve ripartire da una linea di successo e mantenersi costante». Il metodo è brutale: controllate anche le visite parenti e le ore passate a spedire mail, persino i marchi che lo sostengono, i giganti Nike e Coca Cola, dovranno mettersi in coda e bussare per avere udienza. Lui è d’accordo, meglio la disciplina assoluta che lo stress da aspettativa. «Dovrebbe comunque stare chiuso in casa, tanto vale scegliere un regime che lo tolga dalla bolgia e lo aiuti a superare questi mesi, saranno difficili». Sun Haiping ha ridotto anche lo staff, lui solo sarà sempre presente, gli altri, limitati agli indispensabili, si daranno il cambio. Le stesse facce, nello stesso posto per tre mesi e giusto per restare alla prima parte. Le Olimpiadi cinesi sono ancora lontane e la normalità di più. Stampa Articolo