Marco Cremonesi, Corriere della Sera 21/12/07, 21 dicembre 2007
MILANO
«Con il ritiro del decreto sulla sicurezza, il governo ha perso anche la sia pur minima credibilità. Da oggi, la battaglia la faranno i sindaci ». Roberto Maroni lancia la campagna d’inverno del Carroccio: sul modello di Cittadella, i circa 200 sindaci del Carroccio – e chissà, magari anche quelli alleati – giocheranno le loro competenze in modo «creativo». Per esempio, i campi nomadi saranno assimilati ai cantieri abusivi. E come tali, sequestrabili.
Il governo ha fatto sapere che ripresenterà il provvedimento.
«Se anche fosse, dato che un decreto non può essere ripetuto nello stesso modo, sarà un brodo ancora più insipido. Senonché, dai nostri amministratori ci arrivano segnali molto preoccupanti, il tappo sta per saltare: la rabbia dei cittadini rischia di uscire dal controllo».
Ma i sindaci, più di tanto, non possono fare. O no?
«Con la manifestazione di Milano di domenica scorsa, i sindaci si sono sentiti investititi del potere-dovere di intervenire. Quello che è accaduto sul decreto sicurezza lo rende inevitabile: se il governo non è in grado di garantire la sicurezza, ci penseranno loro».
Che cosa faranno?
«Un emendamento della Lega alla finanziaria, già accolto, prevede che i cantieri abusivi possano essere sequestrati con un semplice atto amministrativo. E per come l’emendamento è formulato, i campi nomadi sono assimilabili ai cantieri abusivi».
Sembra un po’ tirata...
«Noi crediamo di no. Ma non è tutto. Esiste anche la possibilità di intervenire con potere dispositivo per ritirare la residenza, un po’ come è accaduto a Cittadella. Non soltanto segnalando i diversi casi alla prefettura, ma agendo direttamente. Una facoltà che potrà essere utilizzata ad hoc per risolvere problemi di sicurezza diversi».
La stagione delle ronde è finita?
«Si sta evolvendo. I sindaci metteranno a bilancio i fondi per assumere le polizie private. Fino ad oggi, questa possibilità era stata utilizzata soltanto per la vigilanza di sedi istituzionali. Da ora, soprattutto nei comuni senza commissariato, sarà possibile estenderla a quelle parti del territorio comunale in cui i cittadini ne segnalano l’esigenza: penso alle zone colpite dagli assalti alle ville. Su questo molti sindaci sono già al lavoro».
Non è che così rischiate di accrescere il senso di insicurezza?
«Lei scherza. Con la scadenza del decreto, dal 1˚ gennaio rientreranno in Italia coloro che erano stati espulsi. Non sono molti. Ma sono i peggiori: le espulsioni ad oggi sono state soltanto qualche centinaia, a fronte di circa cinquemila richieste dei perfetti. E poi c’è il decreto sui flussi».
Serve appunto a porre un tetto agli ingressi...
«Soltanto nel primo dei tre giorni in cui era possibile presentare domanda, le richieste sono state tre volte la disponibilità. E già tira aria di aumentare le quote. Il ministro Santagata ha detto che non se ne parla, ma Paolo Ferrero l’esatto contrario, parla già di aumentare i permessi».
Maroni, alla fin fine anche la Bossi-Fini era una sanatoria.
«Noi avevamo fatto una legge. Loro vogliono far entrare centinaia di migliaia di persone con un decreto».