varie, 20 dicembre 2007
PASTORELLI
PASTORELLI Vincenza Guagnano (Lecce) 28 febbraio 1965 • «L’accusa è sfruttamento della prostituzione e spaccio di sostanze stupefacenti [...] il nome di Vincenza Pastorelli [...] era legato a una canzone, cantata quando aveva 4 anni: Volevo un gatto nero. Il brano, un classico della hit parade per bambini, era stato il vincitore morale dello Zecchino d’oro 1969 nonostante il primo posto assegnato a Tippy il coniglietto hippy [...] I carabinieri l’hanno arrestata a Stradella, in provincia di Pavia, dove si era trasferita [...] dopo aver vinto una cattedra alla scuola elementare Edmondo De Amicis: ”A un posto sicuro non rinuncio”, aveva detto prima di partire per il Nord. ”L’indagine è stata avviata dopo aver ricevuto segnalazioni di mogli i cui mariti frequentavano un centro estetico a Guagnano”, spiega Giuseppe Pasquale, comandante della compagnia di Campi Salentina che ha condotto l’operazione. Vincenza Pastorelli e l’ex convivente avevano affittato due appartamenti a Guagnano dove secondo gli inquirenti, sotto le insegne di centri estetici, si prostituivano quattro donne tra i 30 e i 35 anni, reclutate attraverso inserzioni sui giornali locali. Le tariffe per le prestazioni andavano da 60 a 500 euro, a seconda del ”trattamento” scelto dal cliente. Oltre al sesso, i centri gestiti dalla coppia offrivano droga, eroina e cocaina. Quando l’ex cantante dello Zecchino si è trasferita a Stradella, troncando la relazione con Trevisi, la conduzione delle case d’appuntamento è stata data in subappalto alle stesse prostitute che dovevano riconoscere una percentuale sugli incassi alla Pastorelli. Soldi inviati con vaglia postale e, se i conti non tornavano, partivano le minacce, come risulta dalle intercettazioni telefoniche. [...] Il successo di Volevo un gatto nero non si era trasformato in una carriera artistica per Vincenza Pastorelli. Nel suo curriculum, oltre all’insegnamento, c’è la cartomanzia in una tv pugliese dove leggeva le carte ai telespettatori, a pagamento. [...]» (Roberto Rizzo, ”Corriere della Sera” 20/12/2007).