Corriere della Sera 20/12/2007, pag.69 Aldo Grasso, 20 dicembre 2007
il post-karaoke: da Amadeus a Pupo. Corriere della Sera 20 dicembre 2007. Siamo in pieno post-karaoke
il post-karaoke: da Amadeus a Pupo. Corriere della Sera 20 dicembre 2007. Siamo in pieno post-karaoke. Peccato non ci sia più Norberto Bobbio a scrivere il seguito de La sinistra nell’età del karaoke, pamphlet in cui s’interrogava sul progredire di una società televisiva, videocratica e sull’affermarsi di un «frastornato impero del karaoke». Siamo in pieno post-karaoke, forse viviamo in una società televisiva post-videocratica. Almeno a vedere Amadeus e il suo nuovo programma «Canta e vinci», versione di Fatma Ruffini dell’americano «Don’t Forget the Lyrics!», creato da Jeff Apploff per RDF Media USA (Italia 1, martedì, ore 21,10). I concorrenti devono cantare come al karaoke, tentando una scalata di dieci gradini. Si parte da 500 euro e si arriva, se si arriva, a 500.000. La cosa più importante è la conoscenza dei testi delle canzoni proposte. I concorrenti sono tutti intonati, probabilmente sono stati reclutati nei villaggi vacanza perché il clima è proprio quello (forse il libro importante da scrivere sarebbe un altro: La destra nell’età del karaoke). Amadeus è sempre il solito: se non fosse nella scuderia di Lucio Presta difficilmente condurrebbe un programma di prima serata. Al suo fianco, prelevato da Zelig, il cantante neomelodico Checco Zalone, che pare un po’ stordito, fuori posto, e non fa ridere. Ma anche la Rai non si fa mancare nulla. Sere fa, Pupo ha testato un programma analogo: «Chi fermerà la musica», titolo preso a prestito da una canzone dei Pooh. Si tratta di un adattamento del format Endemol «The singing Bee», l’ape canterina, in onda su Nbc: una sfida fra 12 concorrenti che consiste nel cantare correttamente il testo delle canzoni proposte da un’orchestra. Insomma, se non è zuppa e pan bagnato. Intanto noi celebriamo i 50 anni del «Musichiere», tratto dal format «Name that tune». Del resto, la filosofia che ispira da sempre gli italiani, format o non format, è «canta che ti passa». Aldo Grasso