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 2007  dicembre 20 Giovedì calendario

2 ARTICOLI


La Stampa 20 Dicembre 2007
FLAVIA AMABILE
Il ministro rimanda a scuola i professori. ROMA. C’è poco da dire: la preparazione degli studenti italiani è al di sotto del livello consentito. Il ministro della Pubblica Istruzione Giuseppe Fioroni questa volta è intervenuto con un piano per affrontare l’emergenza a 360°: coinvolti gli studenti e pure i docenti. Cinque milioni di euro investiti per rimediare alle carenze di tutti e quindi anche i professori dovranno frequentare dei corsi e imparare a insegnare meglio, ha decretato il ministro con la benedizione di Palazzo Chigi.
A suscitare l’ira del ministro sono le risposte degli alunni delle scuole medie italiane ai test del Rapporto Pisa sulla valutazione degli adolescenti dei Paesi Ocse. Uno dei test era questo: Mei-Ling, una studentessa di Singapore, si prepara a andare in Sud Africa per tre mesi, deve cambiare alcuni dollari di Singapore in rand sudafricani. Se il tasso di cambio è 4,2 rand per ogni dollaro, e Mei-Ling cambia 3 mila dollari, quanti rand riceve? A rispondere in modo corretto è stato il 71,5% degli studenti, decisamente meno della media Ocse del 79,7%, meno dei finlandesi (89,5%) o dei francesi (89,1%). Non parliamo poi di come hanno risposto i ragazzi degli istituti professionali: uno su due ha sbagliato.
Ma le domande erano tante. E allora scopriamo che il 62% dei quindicenni italiani non ha saputo spiegare il perchè della differenza tra giorno e notte. Al Sud a non saperlo sono stati sette su 10, nei licei sei su 10. Un ragazzo su due è risultato insufficiente nella prova di lettura e comprensione di un testo, con punte del 65% nel Sud e nelle isole. Il 35% è insufficiente in matematica, un terzo non riesce a leggere un grafico o ad interpretare una formula.
Anche nella lettura dove non ce la caviamo poi così male il 40% degli studenti non sa leggere un testo discontinuo, l’83% non sa usare tutte le informazioni disponibili. In matematica, invece, è il solito disastro: un terzo degli studenti non sa leggere un grafico. Alla fine si scopre che ad avere livelli di insufficienza in matematica è il 35% per gli studenti italiani, rispetto alla media Ocse del 22%, e del 50,9% in italiano contro una media Ocse del 43%.
Insomma, sono le medie inferiori la vera «sofferenza» della scuola italiana. E Fioroni ha deciso di intervenire con una direttiva. Ha disposto attività di sostegno per innalzare i livelli di approfondimento degli alunni delle medie inferiori, in particolar modo nella prima classe, attraverso strategie di intervento, attività di recupero e modalità di utilizzazione del personale. «Possiamo invertire la tendenza - spera il ministro - con quest’iniziativa che parte oggi dal recupero di italiano e matematica, ma proporrà anche aggiornamenti delle qualifiche professionali dei professori. Gli altri Paesi hanno già preso provvedimenti e in Italia non si può permettere l’esistenza di scenari in cui tutti sanno e nessuno fa. Per risolvere il problema bisogna che interagiscano società e scuola e società e famiglia: l’iniziativa non coinvolge solo la scuola, ma l’intero sistema-Paese che deve incentivare l’eccellenza e il merito nello studio».
Oltre alle attività di recupero e sostegno, gli insegnanti potranno attivare nuove strategie di apprendimento: gli istituti che intendono aderire al programma dovranno presentare all’ufficio scolastico regionale le proposte di lavoro, che potranno avvalersi di uno stanziamento iniziale di 5 milioni. Ammontano invece a 320 milioni le risorse finalizzate alla realizzazione dei corsi di recupero per le scuole superiori nel 2008, provenienti da diverse fonti: 230 dalle risorse del Fondo d’istituto e 30 previsti dalla Finanziaria.
Occorre, quindi, riqualificare i docenti italiani, la cui età media è di 50 anni, un po’ troppo vecchi per offrire un insegnamento più moderno. E’ lo stesso Fioroni a fornire una dato: nella scuola media italiana ci sono solo due professori di matematica sotto i 31 anni. Il ministro ha precisato che «non si tratta di trovare un capro espiatorio, ma di mettere mano dove le lacune si sono dimostrate più evidenti». Di fronte all’ennesima valanga di dati disastrosi la Cisl ha chiesto una sessione straordinaria del Parlamento, «perchè si decida che cosa questo Paese intende fare per la sua scuola pubblica statale»: «Non si tratta solo di invocare la formazione dei docenti, ma di affrontare la deformazione di chi alla scuola chiede tutto ma non dà niente». Ma la Cisl si chiede anche: «Quali investimenti ci sono nella Finanziaria al voto del Senato?».


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Corriere della Sera 20/12/2007
Giulio Benedetti
Studenti, un piano di emergenza «Il 60% ignora perché viene la notte». ROMA – C’è una domanda: perché sulla terra si alternano giorno e notte? Ci sono quattro possibili risposte. Una, la Terra ruota intorno al suo asse, è quella giusta. Ma il 60 per cento dei nostri quindicenni lo ignora. C’è anche un test sul tasso di cambio: «Il tasso di cambio tra il dollaro di Singapore e il rand del Sudafrica è di 1 a 4,2... quanti rand valgono 3.000 dollari di Singapore? ». Basta una moltiplicazione. Ma il 28,5% dei nostri liceali è in difficoltà. Due prove, tra le tante verifiche dell’indagine Ocse Pisa che ogni tre anni ci fa retrocedere nella graduatoria dei sistemi d’istruzione, che hanno indotto il ministro dell’Istruzione ad elevare il livello di allarme per la nostra scuola, con una battuta amara che dice tutto: «Quando i nostri ragazzi delle scuole medie, inferiori e superiori, vengono interrogati in Scienze l’inquisizione sembra ancora in azione».
Per Viale Trastevere all’origine delle prestazioni non brillanti dei nostri quindicenni e del gran numero di debiti formativi trascinati fino alla maturità, c’è un pezzo del percorso scolastico, le medie, dove si formano e si consolidano dei vuoti che poi nessuno riesce a colmare o lo fa con grandi difficoltà. Nelle medie, in estrema sintesi, non ci si renderebbe conto fino in fondo della brutta piega che prendono i destini scolastici di non pochi ragazzi.
Il ministro Giuseppe Fioroni – che domani parlerà dell’emergenza educativa nel consiglio dei ministri – ha annunciato un piano straordinario: corsi di sostegno in italiano e matematica, in particolare nella prima classe, ma anche attività di aggiornamento per i prof, perché non è possibile far cadere ogni responsabilità sui ragazzi e le famiglie. I dati dell’Ocse Pisa sono come un sasso che cade nello stagno delle cifre ufficiali riguardanti la scuola media, dove in apparenza tutto sembra andare bene. Alle medie si boccia sempre meno: dagli anni Sessanta ad oggi la percentuale di respinti è crollata passando dal 15,7% del 1962 al 3 per cento del 2007. Il 97 per cento degli studenti supera l’esame di stato, anche se il 37,3 per cento prende appena la sufficienza. Una quadro che sembra rassicurante. Come spiegare, allora, si chiede Fioroni, la selezione durissima e la dispersione dei primi due anni delle superiori, dove il 18 per cento degli studenti che passano dal primo al secondo anno viene bocciato, contro il 3 dei respinti in terza media? Forse la verità si nasconde in quel 18 per cento di ragazzi «sufficienti».