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 2007  dicembre 20 Giovedì calendario

”Attenti, ovunque torna la corruzione”. La Stampa 20 Dicembre 2007. ROMA. L’ultimo caso è grottesco, ma non per questo meno grave: tre ausiliari del traffico di Roma pizzicati ad un tavolino di bar mentre compilavano multe a carico di incolpevoli automobilisti

”Attenti, ovunque torna la corruzione”. La Stampa 20 Dicembre 2007. ROMA. L’ultimo caso è grottesco, ma non per questo meno grave: tre ausiliari del traffico di Roma pizzicati ad un tavolino di bar mentre compilavano multe a carico di incolpevoli automobilisti. Perché lo facevano? Perché sono pagati a provvigione. Oppure una notizia di qualche giorno fa: un vigile urbano di Anzio è stato arrestato perché aveva denunciato un ignaro extracomunitario per abusi edilizi che in realtà erano stati commessi da un altro cittadino straniero. Ma su sua indicazione. A leggere le cronache, i casi di mazzette e di malcostume si moltiplicano. E Walter Veltroni scuote la testa: «Vedo riemergere ovunque fenomeni di corruzione». Già, chi si rivede: la corruzione. Il segretario del Pd ne fa una questione di riforme mancate. Di elefantiasi burocratica. Di slancio che s’è perso. «In Italia - è il suo ragionamento - c’è il demone del non fare. Si preferisce stare tranquilli e non fare guardando con sospetto chi, invece, fa. Bisogna prendere a cannonate l’abitudine di questo Paese di rimandare tutto alla burocrazia, che è un elefante seduto sulla velocità del Paese». Ma appunto l’eccesso di burocrazia è il tarlo che porta alla corruzione. «Se bisogna passare per stanze e uffici per ottenere un’autorizzazione, ci si può imbattere nel mascalzone». E non è solo questione di cattiva amministrazione. E’ anche la deriva di una politica avvelenata. «Io stesso - dice ancora il sindaco di Roma - ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire fare i conti con uffici, di cui spesso nessuno si ricorda, ma che sono sempre pronti a fermare un iter amministrativo quando questo è innescato da qualcuno che è portatore di un diverso colore politico». Del resto lo stesso ministro Di Pietro, parlando l’altra sera a Ballarò, ha rilanciato una vecchia polemica, ricordando come dopo la sua firma per molte opere pubbliche ne occorrano altre decine. Col risultato che come minimo i tempi si allungano a dismisura. Il risultato? «Di fronte alla velocità della società - ha spiegato ancora Veltroni - la lentezza di una decisione politica crea una divaricazione e se si divaricano la democrazia e il potere di decisione non è scontato che gran parte dell’opinione pubblica scelga la prima rispetto alla seconda». Parole sante, gli ha fatto subito eco Achille Serra, il prefetto che il governo ha messo a capo del Commissariato Anticorruzione. «Questo Paese è ammalato di corruzione», dice a chiunque lo interpelli. Alcuni giorni fa, Serra ha presentato proprio a Veltroni la prima «mappa» ufficiale della corruzione in Italia, dove è dimostrato che aumentano del 65% i reati di corruzione in atti giudiziari, del 200% le truffe per ottenere sovvenzioni pubbliche, mentre diminuiscono del 30% le denunce contro pubblici ufficiali per concussione (e non è detto che sia il segno di una rinnovata moralità degli uffici, quanto di sfiducia dei cittadini). «E’ crisi da assuefazione», dice Serra. Quanto al prefetto, l’hanno sistemato lì da qualche mese, ma già pensano a come sbaraccargli l’ufficio. E così lui protesta. «La corruzione - dice - va contrastata soprattutto in termini di prevenzione. Mi riesce ancora più difficile comprendere la logica di chi vorrebbe demolire l’unico ufficio esistente per contrastare questo grave fenomeno». Cioè il suo. FRANCESCO GRIGNETTI