La Stampa 16/12/2007, pag.13 GIORDANO STABILE, 16 dicembre 2007
Scie chimiche, l’arma dei padroni del clima. La Stampa 16 dicembre 2007. Giulia fa scorrere rapidamente le immagini sul computer portatile
Scie chimiche, l’arma dei padroni del clima. La Stampa 16 dicembre 2007. Giulia fa scorrere rapidamente le immagini sul computer portatile. Un susseguirsi di cieli azzurri tagliati a fette dalle strisce degli aerei, quelle che le interessano. Dritte come tracciate con il righello, sfilacciate, intrecciate, a ordire fitte trame sopra le nostre teste. Poi si ferma su un’immagine dal satellite del 27 gennaio 2006. «Il giorno dei 28 gradi in pieno inverno a Torino», ricorda. «Vedi, il fronte nuvoloso è fermo dall’altra parte delle Alpi, sembra disegnato con la squadra. L’Italia è tutta un reticolo di scie. Hanno semplicemente fermato la perturbazione. Per non far piovere. E’ pazzesco». Giulia preferisce che si usi un nome di comodo. E’ una ragazza della cintura torinese, ha da poco finito gli studi e cerca un lavoro. Ma la sua principale occupazione da qualche mese è raccogliere materiale per un sito Internet, sciechimiche.org, che ha come scopo metterci al corrente di una scomoda, scomodissima verità. I governi mondiali stanno manomettendo il clima. E lo fanno spargendo pericolose scie chimiche con gli aerei, commerciali e militari. Detta così, è enorme. Non sarà una delle tante bufale che circolano in Rete? Pillola rossa, pillola blu La home page del sito cita un film di culto: «Matrix». L’internauta, come il protagonista Nemo, viene posto davanti a un bivio secco: pillola blu e continuerai a vivere come se niente fosse, senza sapere. Pillola rossa, un amaro risveglio nella realtà. Quella del complotto globale. Sciechimiche.org è nato da un paio d’anni, sull’onda di una fitta informazione carbonara in Rete che ha cominciato a circolare nel 1996 negli Stati Uniti. Un profluvio di siti - basta fare una ricerca con «chemtrails» - dove trovi di tutto, persino quelli che temono il fluoro messo nell’acqua potabile, come il generale pazzo nel «Dottor Stranamore». Ma c’è anche un’imponente documentazione scientifica. E ci sono nomi noti della controinformazione, come Michel Chossudovsky. Due sono i cardini del complotto. L’imponente aumento delle scie degli aerei nel cielo, il loro mutare di natura. E La costruzione da parte della forze armate americane dell’Haarp (High-frequency Active Auroral Reserch Program) in Alaska, operativo dal 1992 (vedi riquadro). Ma non è detto che l’idea di controllare il clima sia necessariamente legata a un complotto. Il progetto di usare aerei e composti chimici per far piovere a piacimento risale agli anni Quaranta. Nei Sessanta gli israeliani hanno ottenuto discreti risultati con lo ioduro d’argento, sali che agiscono da catalizzatori per le goccioline di vapore acqueo. Con il riscaldamento globale parecchie aziende americane si sono buttate sul «climate engineering», modificare il clima per salvare l’umanità e fare tanti soldi. La Hughes Aircraft Company ha depositato un brevetto (n. 5003186, del 1991) per la riduzione dell’effetto serra con gli «agenti Welsbach» (alluminio, torio, zirconio). Avvelenamento sospetto I sali di bario, invece, sono stati sperimentati in Russia per bloccare le precipitazioni. Sono un composto idroponico che riduce l’umidità nell’aria. Per i sostenitori del complotto delle scie chimiche è la chiave di tutto. Clifford Carnicom, un programmatore informatico che ha lavorato per varie agenzie federali americane, è stato il primo a lanciare l’allarme. A 38 anni si è ammalato di una rara malattia degenerativa. Le analisi hanno rilevato concentrazioni di bario fuori norma nell’organismo. Carnicon sostiene che è stato avvelenato dai residui lasciati dalle scie chimiche e ha fatto causa al governo. Per Carnicom la presenza di bario giustifica la persistenza anomala delle scie. «Un normale scia, formata da vapore acqueo e anidride carbonica - argomenta - dura al massimo qualche minuto, poi si dissolve. Ma le scie che vediamo oggi durano ore, sono lunghe centinaia di chilometri, hanno strani riflessi. Solo la presenza di composti chimici può spiegare queste anomalie. Il problema è che sono tossici, precipitano al suolo, avvelenano i campi, l’acqua, il cibo». La scienza ufficiale considera tutto ciò una leggenda metropolitana. Le scie di condensazione degli aerei si formano tra gli otto e i dodici chilometri di altezza, a temperature che oscillano tra -40 e -60 e con un’umidità relativa del 60-70 per cento. «In effetti in genere si dissolvono nel giro di qualche minuto - spiega il colonnello Costante De Simone, dell’Aeronautica militare -. Ma la durata può variare di molto in funzione della temperatura e dell’umidità. Se il jet vola in una zona dell’atmosfera abbastanza fredda e umida si forma una scia persistente». Anche per ore? «E’ possibile». E i reticoli, le bande che si incrociano a coprire intere fette di cielo? Il traffico civile segue rotte prestabilite che convergono verso radiofari, dove avvengono quegli incroci. Raffreddamento globale Non tutti sono convinti. I dubbi sono arrivati fino al Parlamento italiano, nel 2003, con un’interrogazione dell’allora deputato ds Piero Ruzzante ai ministeri dell’Ambiente e della Salute, in cui si ipotizzava che «la composizione del gas dai jet ... sia una miscela di agenti biochimici a prevalenza di ossido di bario e alluminio». Ruzzante chiedeva analisi delle scie da parte degli enti competenti, che non sono mai arrivate. Ma perché mettere su questo ambaradan di nascosto per bloccare qualche perturbazione? Perché non vendere apertamente il servizio agli albergatori che non vogliono pioggia nei weekend? «Se c’è un complotto, è quello della comunità scientifica sulle tecniche di modificazione del clima - commenta Renzo Rosso, professore ordinario di Idrologia al Politecnico di Milano -. Non ho mai trovato un pubblicazione decente. Eppure qualcosa bolle in pentola. Anni fa venni contattato da un’azienda statunitense che affermava di poter sollevare la nebbia con un sistema a onde elettromagnetiche. Ma sperimentarlo costava troppo e non se ne fece niente». Allora le malefatte attribuite ad Haarp potrebbero essere reali? «Se le onde colpiscono la ionosfera, e i sali di bario vengono cosparsi molto più in basso, intorno ai 10mila metri, è difficile cogliere il nesso tra le due cose. A mio parere, il vero business sta nel raffreddare l’atmosfera, non nel riscaldarla. In questo caso le scie, normali, potrebbero c’entrarci qualcosa». Nel 2001, subito dopo l’11 settembre, il climatologo David Travis dimostrò che nei tre giorni di sospensione dei voli sugli Usa, la temperatura media del Nord Atlantico era aumentata di un grado. Le strisce lasciate dagli aerei, qualunque sia la loro composizione, sono un grande schermo che filtra i raggi solare e attenua l’effetto serra. E forse sono davvero l’arma segreta sognata dai fautori del «climate engineering», ma a fin di bene, per salvarci dall’effetto serra. GIORDANO STABILE