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 2007  dicembre 16 Domenica calendario

”Moglie bellissima? Se m’hanno mollata davanti all’altare”. La Stampa 16 dicembre 2007. FIRENZE

”Moglie bellissima? Se m’hanno mollata davanti all’altare”. La Stampa 16 dicembre 2007. FIRENZE. In viaggio con la Ragazza di Natale impegnata nella promozione del suo primo film da protagonista - il cinepanettone di Leonardo Pieraccioni - si conversa con allegrezza e un po’ di tutto, di mastoplastica additiva e della pittrice messicana Frida Kalho che lei ha scoperto recentemente visitando una mostra a Milano, di uomini-che-hanno-deluso e di quanto sia fico fare colazione in albergo con toast e patatine fritte. Ma è soltanto all’altezza dello svincolo per Urbino, approfittando del fatto che l’autista e la truccatrice stanno chiacchierando fitto, che si trova il coraggio di chiedere a Laura Torrisi chiarimenti sulla petomania che caratterizzò la sesta edizione del Grande Fratello, quella in cui lei a un certo punto rimase nella casa-caserma con tutti i maschi, e seppe farsi onore. La questione è poco natalizia e per nulla promozionale, ma ugualmente d’un certo interesse, poiché rimanda a comportamenti condivisi da una generazione di giovani donne apparentemente prive dei vecchi freni inibitori di genere, e si vorrebbe saperne di più; e Laura non si sottrae, previa premessa: «Tieni conto che là dentro mangiavamo solo pasta e fagioli, e a un certo punto abbiamo cominciato a stare male sul serio. Verso la fine dell’edizione avevo una pancia talmente gonfia che se mi avessero gettata in piscina non sarei potuta affondare, perciò...». Perciò non è un problema, neppure parlarne, neppure se si è appena state diventate la «moglie bellissima» che dovrà far sognare i maschi italiani, e si avrebbe il diritto di tenersi un po’ su: «Io non sono mai stata legata a un’idea di femminilità leziosa, mi sono sempre sentita un maschiaccio; ma quando sei bella, tutti tendono a pensare che te la tiri e rischi di passare per antipatica; stare a certi scherzi è un modo per accorciare le distanze, dimostrare ai coetanei che non passi il tempo a preoccuparti della tua avvenenza». Vista dal sedile posteriore d’un elegante vettura lanciata verso Roma, la vita della Ragazza di Natale è una dura lotta contro i pregiudizi degli altri: «Partecipare al Grande Fratello è stato un incidente di percorso», confida Laura, «Quando esci di lì tutti ti trattano come fossi un emerito deficiente. A me hanno proposto solo calendari, che ho rifiutato, e quando andavo ai provini speravo che non mi riconoscessero, perché allora mi veniva concessa un’opportunità; in caso contrario, dovevo sopportare certi sguardi, ma certi sguardi...». E’ perciò grata a Pieraccioni per averle tolto il marchio d’infamia d’ex concorrente di reality (vabbè, calendari anche qua, ma c’è una morale): «M’ha telefonato e m’ha detto che voleva vedermi. Ho pensato a uno scherzo. ”Ma sei grullo? Guarda che io non so ancora recitare!”, gli ho detto. E lui: ”Lascia giudicare a me”». Così eccola qua, raggiante e molto meno panettonica di quel che lasciano credere i manifesti, una bella ragazza stivalata che si gode il mattino dopo l’anteprima a Firenze (giocavano tutti in casa, anche Laura che è siciliana nata e cresciuta a Prato) e le mille deliziose conseguenze d’un debutto, vestiti che devono essere spediti, mazzi di fiori che verranno recapitati, un’auto che l’aspetta fuori dall’albergo più bello. I sogni che si realizzano, o quasi. Raggomitolata sul sedile posteriore, Laura racconta d’averne sempre avuti tre: sfoggiare tette enormi, fare l’attrice, sposarsi. «Mia nonna portava l’ottava, mia madre la quarta. A dodici anni mi guardavo il petto e aspettavo che succedesse, a venti ho capito che non sarebbe successo nulla, a ventidue ho detto ai miei che volevo fare l’intervento. Loro mi hanno aiutata a trovare un bravo chirurgo, uno che è anche riuscito a convincermi a non esagerare. Perché se dava retta a me...». Tette non esagerate ma cinepanettoniche, buon viatico per la realizzazione del sogno numero due, alla verifica del botteghino in questi giorni; quanto al matrimonio, che ne è stato del calciatore dell’Avellino che le chiese di sposarlo in diretta tv quando lei, gonfia e affamata, stava dentro la Casa del GF? «Non ne ho mai voluto parlare prima, così tutti hanno pensato che lui era il principe azzurro e io una stronza... ma la verità è che il principe azzurro ha cambiato idea a due mesi dal matrimonio, con la chiesa e il ristorante già prenotati. E io ora sono single, non per scelta mia. Le mie storie vanno a finire tutte nello stesso modo: io mi spendo, faccio, cucino, tengo i conti, accudisco, e un giorno scopro che non c’è contropartita, quelli s’impantofolano e non sono disposti a rendere nulla...». Viene fuori che la Ragazza di Natale, promossa sul campo super-sventola delle feste, passa le sue serate a fare le coccole con un coniglio nano e un gatto, «ora sono da mia madre, lei dice che devo smetterla di prendere animali per solitudine», e appena può torna a Prato dai genitori, papà gessista e mamma ex maestra, e dagli amici di sempre a Firenze, dove ha studiato come dietista e fatto i primi lavoretti da modella, ma anche una discreta carriera da arbitro di calcio («fino agli interregionali»). Viene fuori che ama leggere e segue con gusto la politica, anche se non le va di sbilanciarsi con la giornalista, «scrivi che voto per il partito del reggiseno»; che in due anni di vita a Milano non ha mai messo piedi all’Hollywood. E’ buona educazione chiedere a un’attrice esordiente quali siano i suoi progetti per il futuro. «Studierò recitazione, cercherò una buona scuola e mi trasferirò a Roma». Toccando ferro: c’è anche un piano B? «No, adesso non voglio pensarci, al limite un giorno aprirò un’attività mia». Più a medio termine, Laura sogna un cagnolino, «quando morirà il coniglio prenderò un Pinscher nano, di quelli che puoi metterli nella borsetta e portarli sempre con te». Al momento nella borsetta c’è un libro, «L’ombra del vento» del barcellonese Luis Zafon Carlos. Lunga vita al coniglio, e poi il cagnolino nella borsetta ce l’hanno già tutte, no? La Ragazza di Natale s’adombra appena, è un po’ stanca e stasera dovrà accompagnare Pieraccioni a salutare il pubblico in due sale di Roma, qualcuno le ha appena comunicato che le recensioni sui quotidiani del mattino non sono favorevoli. S’addormenta di schianto e al risveglio ci prova con la truccatrice: «Dici che quando arriviamo devo lavarmi i capelli?». «Sì». STEFANIA MIRETTI