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 2007  dicembre 18 Martedì calendario

ARTICOLI VARI DELITTO GARLASCO


Corriere della Sera 17/12/2007
Giusi Fasano
Garlasco, i genitori di Chiara: «Da 4 mesi aspettiamo la verità». VIGEVANO – Arrivano in Procura che sono le dieci del mattino, stretti nelle loro giacche. Anonimi, per una volta. Appuntamento con il sostituto procuratore Rosa Muscio, il pm che indaga sul caso Garlasco. Rita, Giuseppe e Marco Poggi sono qui per la terza volta assieme al loro avvocato, Gian Luigi Tizzoni. Sono qui per sapere se potranno riavere la loro casa prima di Natale, la villetta di via Pascoli (a Garlasco) dove Chiara è stata uccisa il 13 agosto e che ancora oggi è sotto sequestro. Alle undici il colloquio è finito. La madre, il padre e il fratello di Chiara tornano nella loro casa provvisoria, a Gropello, con un filo di speranza.
Allora riavrete la casa per Natale?
«Forse. Andrebbe bene anche il 24, ma sapremo di più settimana prossima».
E la verità, signora Rita? Anche quella non l’avete ancora avuta...
«La verità? Sono quattro mesi che aspettiamo la verità sulla morte di Chiara ed è la sola cosa che possiamo fare, purtroppo. Non passa giorno che non ripensiamo a lei, a quello che è successo, alla nostra vita che è cambiata. Dopo quattro mesi possiamo solo aspettare. Ci vuole forza, e fiducia».
Sull’omicidio di Chiara è un continuo rincorrersi di notizie, ipotesi, pettegolezzi.
Giuseppe dice «cerchiamo di non farci influenzare da questa o quella tesi, per quel che è possibile... Finché non ci danno una certezza, finché non ci dicono "è lui" oppure no, cerchiamo di mantenere la nostra linea di sempre».
Intende dire la prudenza?
«Sì, la prudenza e il rispetto per il lavoro della dottoressa Muscio ».
Anche per Alberto la linea è quella?
«Non è il momento di parlare di Alberto».
Era il fidanzato di Chiara e resta il solo indagato per l’omicidio. Da lui avevate preso le distanze già due mesi fa. "Siamo su due piani diversi, per favore non cercarci più" gli avevate spiegato in una telefonata. Siete fermi su quella posizione?
«Sì, non lo abbiamo più sentito né lui è tornato a cercarci. Ma ci hanno cercato alcuni dei suoi amici che erano anche amici di Chiara. Non siamo mai stati abbandonati dai ragazzi e dalle ragazze che le hanno voluto bene».
Signora Rita che cosa le dà la forza di apparire sempre così serena?
«Io penso sempre che quello che ci è capitato è successo anche ad altre famiglie. Non siamo solo noi in questa condizione, ce l’hanno fatta altre mamme ad andare avanti».
In questi mesi siete stati sempre sotto i riflettori.
« stato difficilissimo, la pressione a volte sembrava insopportabile. Mi hanno chiesto mille volte "Ci farebbe un ritratto di Chiara?", ma come si fa, mi chiedo io? Per una mamma qualsiasi ricordo di sua figlia è in sé un ritratto. Che potrei dire di Chiara? Mi viene in mente tutto di lei ma non c’è una descrizione che può raccogliere tutto. Era dolce, brava, felice... era Chiara, mia figlia».
Sul conto di Chiara si sono detti e scritti particolari che forse ignoravate
Stavolta è Giuseppe che risponde. «Quali sono i genitori che sanno davvero tutto dei loro figli? Ci è spiaciuto sapere che dettagli della sua vita privata siano diventati pubblici. Chiara era una ragazza straordinaria, non aveva niente da nascondere.
Tornare a vivere nella casa di Garlasco vuol dire già di per sé rimettere in moto emozioni legate al luogo, alle tracce del delitto. In più c’è l’atmosfera natalizia...
«Malgrado tutto questo sarebbe un regalo per noi tornare in via Pascoli e fare Natale a casa, il primo Natale senza Chiara... Le emozioni si affrontano, anche se portano sofferenza e se sarà dura. Lì dentro c’è la nostra vita, ci sono i miei ricordi di mamma e in qualche modo c’è Chiara che non ci lascerà mai. Non potremmo andare a vivere altrove».
Rita stringe le mani come fossero quelle di una persona cara. «Provi a immaginare... Era la mia Chiara, penso a lei tutti i giorni, vado a trovarla tutte le settimane».
Giuseppe fa un cenno in direzione della Procura: «La verità ce la diranno loro. Noi siamo qui ad aspettarla».



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Corriere della Sera 18/12/2007
Giusi Fasano
GARLASCO – «In questa storia si è guardato troppo spesso e troppo a lungo al gossip. Pure chiacchiere, a volte veleni. C’è stato un accanimento senza senso sulle mie figlie. Uno schifo. Sembrava quasi che la morte di Chiara fosse passata in secondo piano...». Sembrava. E adesso? «Almeno in questi ultimi tempi si parla di inchiesta, non di pettegolezzi. Speriamo che ne vengano a capo presto. Come dice mio fratello, noi, in famiglia, aspettiamo di conoscere la verità».
Maria Rosa Poggi è la madre delle sorelle Cappa, Paola e Stefania. infreddolita ma soprattutto sorpresa. A quattro mesi dal delitto e dopo l’appello dei genitori di Chiara Poggi perché si raggiunga la verità, non è più abituata a ignorare il citofono che trilla, com’è successo per settimane e settimane dopo la tragedia di sua nipote, la ragazza di Garlasco uccisa il 13 di agosto.
Prima non rispondeva, per evitare seccature. Adesso esce a vedere chi suona alla sua porta.
«Sono state dette e scritte cattiverie infinite sulla mia famiglia» attacca, resistendo alla tentazione di un brusco arrivederci. Ma non sa essere scortese e concede due parole mentre gioca con i cani, due giganti a quattro zampe che le fanno le feste. «Non potrò mai dimenticare il fango gettato sulle mie ragazze», dice con amarezza. «Se avessero voluto fare le veline l’avrebbero fatto. pazzesco pensare che volessero approfittare della morte di Chiara per mettersi in luce. Sono solo due ragazze...per fortuna ora siamo tornati nell’anonimato. Le sorelle Cappa sono di nuovo due sorelle come tante altre. Si sono riprese la loro vita, dopo un lungo periodo di tormento».
Paola e Stefania sono diventate protagoniste (e insieme vittime) del caso Garlasco per via del fotomontaggio, lo scatto ritoccato che le ritraeva assieme alla cugina uccisa e che non c’era mai stato nella realtà. Loro hanno incollato la foto a un mazzo di fiori e hanno portato tutto davanti alla villetta dell’omicidio. «Lì ognuno ha interpretato come ha voluto... » si sfoga la mamma. Più di una voce, in paese, non ha raccontato cose belle di Paola e Stefania, delle volte nemmeno di lei, Maria Rosa.
«Garlasco è provincia» sorride mamma Cappa. «Li perdono, le malignità qui capita che si dicano anche perché non si sa che altro dire. La nostra è una famiglia bella e unita. Mio fratello e sua moglie sanno che le mie figlie volevano bene alla loro Chiara. A me questo basta. Passeremo Natale tutti assieme anche se quest’anno sarà il più triste di tutti, senza mia nipote». Sarà un Natale difficile anche in casa di Alberto Stasi, il fidanzato di Chiara, unico indagato per il delitto. Nicola, suo padre, chiede un solo regalo al mondo intero: essere lasciato in pace. «Vi prego, basta. Dimenticatevi di noi» dice da dietro il bancone della sua officina di autoricambi. Ma anche lui, come Maria Rosa Poggi, non sa essere sgarbato. «Quale verità vanno cercando?» si chiede. « già stato processato e condannato quattro mesi fa», si arrabbia. «Si dicono cose incredibili su di lui... Noi diremo quello che abbiamo da dire quando sarà il momento. Ora no». Si arrabbia, il signor Nicola, sì. Ma fa lo stesso un mezzo sorriso e allunga il braccio per stringere la mano, «Buon Natale».