Corriere della Sera 16/12/2007, pag.5 Massimo Nava, 16 dicembre 2007
Spinetta apre ai soci italiani: è un’alleanza, non un’acquisizione. Corriere della Sera 16 dicembre 2007
Spinetta apre ai soci italiani: è un’alleanza, non un’acquisizione. Corriere della Sera 16 dicembre 2007. PARIGI - Non è dato sapere se queste fossero le intenzioni della vigilia, se siano intervenute modifiche nel corso delle trattative o se quanto finora circolato sia opera di malelingue o concorrenti interessati. Sta di fatto che il piano Alitalia, presentato ieri a Parigi dal presidente di Air France, Jean-Cyril Spinetta, più che un buon affare (per i francesi) o un matrimonio d’interesse (per gli italiani) viene descritto come un’ unione d’amore che produrrà - parola di Spinetta - un «vero campione industriale europeo », capace di competere sulla scena mondiale. L’amore, si sa, prevede un rapporto fra partner che abbiano pari diritti e pari dignità. Mettiamo quindi da parte - sono parole di Spinetta - il pregiudizio sulla difesa di «campioni e bandiere nazionali » o l’idea che Air France voglia fare soltanto un affare, mettendo sul tavolo qualche centinaio di milioni di euro, per mangiarsi l’Alitalia. Le cose stanno diversamente: «Abbiamo proposto ad Alitalia uno scambio di azioni, il che significa che Alitalia entrerà a pieno titolo nella holding con Air France e KLM». In pratica, lo Stato italiano, maggior azionista di Alitalia, potrebbe entrare nel nuovo gruppo. Precisa Spinetta: «Si ripropone un accordo analogo a quello raggiunto con successo con la compagnia olandese, che ha mantenuto servizi, personale e identità». «Oggi - aggiunge Spinetta - nessuna compagnia nazionale può stare sul mercato da sola. E’ la conseguenza della deregulation delle rotte e della competitività globale. Alitalia si trova nella stessa situazione di Air France negli anni Novanta: perde soldi e non è utile al sistema economico italiano. La nostra ambizione è di rilanciarla, consolidare il mercato, produrre utili, rinnovare la flotta, conquistare nuovi mercati. Non stiamo facendo affari, ma strategie continentali, nell’interesse dei nostri Paesi. Per questo vogliamo fare investimenti e produrre utili. Per tutti. E’ falso affermare che si voglia trasformare Alitalia in una compagnia minore o regionale». Lo scambio di azioni è la principale novità del «pacchetto » presentato da Spinetta, con l’evidente intento di mettere fine a voci incontrollate sul valore dell’offerta. Sul piano strettamente economico c’è una sola cifra ufficiale: 750 milioni di euro di aumento di capitale, oltre al riacquisto dei bond in scadenza. Per stimare il volume complessivo dei futuri investimenti, il presidente di Air France dichiara di non conoscere nei dettagli la situazione economica della nostra compagnia di bandiera: è quindi prematuro fare cifre sulle necessità del risanamento. Di certo, si procederà subito al rinnovo della flotta («due o tre nuovi aerei all’anno ») e dei servizi di terra e di bordo, «secondo gli standard delle grandi compagnie internazionali ». «Fra Boeing e Airbus faremo scelte di mercato ». Nessuno si nasconde che l’attuale flotta italiana è obsoleta, con vettori di vecchia concezione che inoltre consumano troppo. Spinetta ha lanciato un messaggio rassicurante per quanto riguarda gli esuberi. Il gruppo franco-olandese si limita a prendere per buono il piano già indicato da Alitalia nell’agosto scorso, ma Spinetta ritiene che i «tagli » possano essere limitati a «Mille, massimo millecinquecento posti. Dipende anche dal futuro della compagnia Volare». Sul piano operativo, il presidente di Air France conferma invece le linee strategiche. Il futuro gruppo avrà tre hub (Amsterdam, Parigi e Roma), mentre Malpensa resterà un «aeroporto di grande importanza, in considerazione del peso economico del nord d’Italia. In nessun Paese - dice Spinetta - c’è posto per due hub. La Spagna ha Madrid, Barcellona è importante, ma non è un hub. La Francia ha solo Parigi, anche se Nizza serve un bacino di sei milioni di passeggeri. Malpensa è la principale causa delle perdite di Alitalia e della riduzione del mercato italiano della compagnia. Gli uomini d’affari vogliono partire alle 7 del mattino, a Malpensa non si può partire prima delle 9. La prima cosa che faremo è riorganizzare slot e orari. Milano continuerà ad essere collegata con i principali aeroporti europei e internazionali, ma non sarà un hub. Del resto, nemmeno Londra lo è. E’ una questione di costi, di compatibilità geografica, di conformazione territoriale dell’Italia. Dire che l’hub italiano sarà Roma-Fiumicino non è un capriccio, ma una valutazione oggettiva del mercato». Spinetta ha convocato i giornalisti di alcune testate nella sede del gruppo, all’aeroporto Charles de Gaulle. Senza cravatta, giacca e camicia di taglio italiano, ha offerto foie gras e vino di Bordeaux. Nessun commento sul progetto di AirOne, salvo lasciar intendere che un’eventuale posizione dominante sul mercato nazionale potrebbe entrare in collisione con le regole comunitarie, ma si sa che quella delle posizioni dominanti è una specialità francese, come il foie gras. Nessun commento anche alla domanda su un’eventuale ridiscesa in campo di Lufthansa, ipotesi connessa al fatto che il gruppo tedesco è già legato da una forte collaborazione commerciale con AirOne. Massimo Nava