La Repubblica 16/12/2007, pag.27 VITTORIO ZAMBARDINO, 16 dicembre 2007
La beffa dell´algoritmo "Così io giovane fisico ho ingannato Google". La Repubblica 16 dicembre 2007
La beffa dell´algoritmo "Così io giovane fisico ho ingannato Google". La Repubblica 16 dicembre 2007. ROMA - L´uomo che ha dimostrato che anche Google può sbagliare guadagna 1239 euro al mese. Due anni fa lo volevano al grande motore, laggiù a Mountain View, in California. L´offerta è ancora valida e chissà che adesso non si arrivi a combinare l´incontro. Ma Federico Calzolari, 37 anni, il ricercatore che è riuscito a piazzare il suo nome in testa a una delle classifiche del motore senza che un solo essere umano lo abbia mai cercato, non sembra avere poi così tanta fretta di lasciare Pisa. La Scuola Normale gli ha già rinnovato l´assegno di ricerca per il biennio 2008-2010, e lui a quell´isola di eccellenza è molto legato: «Mi hanno fatto fare tutto ciò che mi piace, dove dovrei andare?». E´ in quelle stanze che nasce, qualche mese fa, l´idea di tentare la vincita da un colpo solo: sperare, almeno per una volta di svelare la fallibilità del Gigante. «Un colpo solo - spiega - perché ora sono già corsi ai ripari. E giustamente». E nel frattempo Stefano Hesse, il portavoce in Italia di Google ammette: « stato bravo, ora vorrei conoscerlo. E magari assumerlo». Non è un vero e proprio esperimento scientifico, quello di Calzolari. E non ci saranno "paper" in qualche rivista autorevole, come fanno un po´ in ogni parte del mondo matematici, fisici e informatici che in ambiente accademico studiano gli algoritmi di Google, cioè il Dna matematico del motore, un segreto scientifico e industriale assolutamente blindato. Calzolari ammira Google e fa il modesto: «Loro sono grandi, il mio è stato quasi un gioco». Ma la sua vita cambia una mattina, quando lo chiama un amico: «Fede, a Radio DeeJay hanno detto che sei in testa alla classifica di Google: dimmi che è uno scherzo». Lo era, ed è cominciato in estate, mentre Calzolari lavorava al suo compito d´ufficio, che è quello di essere il responsabile dei due "nodi" di Pisa per il progetto di Grid Computing. Il "Grid", letteralmente la griglia, è un grande progetto planetario per lo sfruttamento della capacità di calcolo dei computer di tutto il mondo scientifico, basato su un principio così spiegabile: «Mentre tu lavori, ci sono 100 ricercatori dall´altra parte del mondo che dormono, e tu puoi utilizzare i loro computer per portare avanti la tua ricerca». Calzolari a Pisa fa il capostazione di ben due nodi di questa rete. La classifica di Google che è stata alterata non è quella "delle parole più cliccate" in assoluto. Ma quella che al motore, con una botta di cultura filosofica, hanno definito "Google Zeitgeist". Lo "spirito del tempo" di Google misura le crescite più brusche nella popolarità delle parole in un dato lasso di tempo, per esempio il mese solare e ne comunica una "top 20". Il servizio è molto famoso e Calzolari ha deciso di affondare la sua puntura di spillo sullo Zeitgeist di novembre. Per un solo minuto al giorno, ma per tutti i 30 giorni del mese scorso, ha fatto in modo che un software facesse ricerche usando, come parole da cercare, il suo nome e cognome. Il risultato è quello che sappiamo, anche se qui entra in scena l´omissione di Calzolari. Che non ha rivelato come in realtà fosse organizzato "lo spillo". Perché un accorgimento c´è stato, il ricercatore ne ammette l´esistenza, ma rifiuta cortesemente di parlarne. Lo farà forse con quelli di Google? Chissà. «Al momento però la mia attività principale è rispondere ai messaggi, alle telefonate, alle congratulazioni». E agli insulti. Anche agli insulti, sì. Nello spazio dei commenti su Repubblica.it, dove la notizia è apparsa ieri, decine di persone si sono dedicate a dargli del raccomandato, del privilegiato, del falsario. Colpito? «Neanche un po´. Sono molti di più i ricercatori italiani all´estero che mi scrivono e perfino telefonano per congratularsi, per dirmi che sono orgogliosi che un italiano abbia fatto una cosa così». VITTORIO ZAMBARDINO