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 2007  dicembre 19 Mercoledì calendario

Questo avvocato fa scrivere i potenti. E li arricchisce. Panorama 19 dicembre 2007. Sebbene sia uno degli uomini più potenti di Washington, l’avvocato Robert Barnett anche quest’anno non inviterà nessuno dei propri clienti alla sua festa di Natale

Questo avvocato fa scrivere i potenti. E li arricchisce. Panorama 19 dicembre 2007. Sebbene sia uno degli uomini più potenti di Washington, l’avvocato Robert Barnett anche quest’anno non inviterà nessuno dei propri clienti alla sua festa di Natale. «Se li mettessi nella stessa stanza, scoppierebbe la guerra civile» dice a Panorama. Nello stesso salotto si ritroverebbero Bill e Hillary Clinton insieme a Karl Rove, il grande stratega repubblicano. Lynne Cheney, moglie del vicepresidente, accanto al senatore democratico Ted Kennedy. Mentre Laura e Jenna Bush sarebbero costrette a scambiare due parole con Barack Obama. A rappresentare personaggi così diversi è un signore di 61 anni, la cui specialità è assicurare ai potenti della Terra contratti milionari per i loro libri. Dodici milioni l’anticipo per Bill Clinton, 8 per Hillary, 8,5 per Alan Greenspan... Non c’è da stupirsi se a lui si è rivolto anche Tony Blair, al quale l’avvocato Barnett ha garantito 10 milioni di dollari per le sua autobiografia, dopo un’asta durata settimane, vinta dalla casa editrice Hutchinson per la Gran Bretagna e dalla Knopf per gli Stati Uniti. « stata una delle contrattazioni più complicate della mia vita, ma alla fine il mio cliente era soddisfatto» ricorda Barnett. Una delle ragioni per cui l’avvocato rende felici i suoi clienti è che li fa risparmiare. A differenza degli agenti letterari newyorkesi, che lo odiano per il suo successo, non chiede una percentuale del 15 per cento sul contratto, ma si fa pagare all’ora. «Non sono d’accordo sul fatto di prendere una percentuale sul lavoro creativo» spiega Barnett. «Io fatturo sempre la stessa cifra: 900 dollari l’ora». Tanto? Non per chi su un contratto di 10 milioni finisce per pagarne, magari, solo 500 mila contro il milione 500 mila che andrebbe a un agente. Quando si rivolgono a Barnett, i clienti non lo fanno solo per lo sconto, ma perché sanno che il suo studio sulla 12esima strada a Washington è al centro di un enorme sistema di potere. «Fare accordi editoriali rappresenta solo il 10 per cento del mio lavoro» precisa Barnett. Poi c’è l’attività per le grandi aziende, da McDonald’s a Deutsche Bank. Ci sono i 300 giornalisti, tra cui Bob Woodward e Christiane Amanpour, che rappresenta nelle loro negoziazioni con televisioni ed editori. Ci sono le consulenze per chi, come Alan Greenspan o Madeleine Albright, gli chiede consigli su come passare da incarichi di governo all’attività privata. Barnett suggerisce loro se fare dei discorsi in pubblico la propria attività principale, a quali consigli di amministrazione è opportuno aderire e quali offerte rifiutare. Troppo lavoro? Non per lui. «Faccio anche parte del gruppo che prepara Hillary Clinton prima dei dibattiti» svela indicando il muro dove c’è una foto che lo ritrae davanti alle telecamere, allo stesso tavolo con la senatrice. Poco sopra c’è un’immagine di lui sul palco con John Edwards: nell’allenamento degli sfidanti democratici alle scorse presidenziali, Barnett ha impersonato Dick Cheney. E ancora più in alto eccolo mentre prepara Bill Clinton al dibattito contro George Bush padre. «Non improvviso mai» assicura Barnett-Zelig. «Raccolgo le posizioni del repubblicano di turno su ogni argomento, studio come se dovessi andare a un processo». La politica è un’antica passione di Barnett, che dopo un breve periodo fra gli assistenti della Corte suprema lavorò con i democratici Walter Mondale e Geraldine Ferraro. I suoi clienti repubblicani sanno bene che è un convinto sostenitore del partito dell’asinello, ma si fidano ciecamente di lui: «Se non rispettassi la riservatezza, non avrei resistito trent’anni in questa città» dice Barnett, che dal 1992 è sempre stato l’avvocato personale di Bill Clinton, salvo un breve periodo nel quale sua moglie, la giornalista della Cbs Rita Braver, seguiva la Casa Bianca. Nell’autobiografia Hillary Clinton racconta che fu proprio Barnett a rivelarle che la relazione di suo marito con Monica Lewinsky non era del tutto innocente. Ora dietro la scrivania di Barnett campeggia un’edizione speciale del libro che Hillary ha donato ai suoi collaboratori più stretti. Nella foto di copertina la senatrice è ritratta come Harry Potter con una cicatrice sulla fronte e una bacchetta magica in mano. «La mia speranza è che la first lady torni alla Casa Bianca: nessuno darebbe all’America un futuro migliore» afferma Barnett. Subito dopo, però, annuncia che tra i suoi clienti ci sono cinque candidati presidenziali: oltre a Hillary, Edwards, Barack Obama e Bill Richardson anche il repubblicano Fred Thompson. L’arte della contrattazione secondo Barnett? «Prima di tutto devo essere convinto io del prodotto. Non accetto mai clienti che con i loro libri vogliono solo vendicarsi». questa una delle ragioni per cui quando arriva una telefonata da Barnett i dirigenti delle case editrici newyorkesi sanno che possono credere alla frase con cui inizia sempre la conversazione: «Ho un libro meraviglioso da proporti». L’avvocato si occupa di tutti gli aspetti della contrattazione: «La cosa più importante è avere una buona idea: solo Bill, Hillary e Tony Blair possono permettersi di vendere grazie al nome». Talvolta invece di vendere libri Barnett li blocca. stato lui a chiamare la New American library perché desistesse dal ripubblicare Sisters, il romanzo con allusioni a rapporti lesbici scritto nel 1981 da Lynne Cheney. E non sempre le sue contrattazioni sono un successo: a Panorama risulta che le trattative per la biografia di Don Rumsfeld vadano molto a rilento. «Ogni caso è speciale» dice lui. «A volte è meglio avere un ghostwriter, ma Bill Clinton ha scritto da solo e ha scelto di pubblicare con la Random House. Voleva che a occuparsi del volume fosse Bob Gottlieb, l’ex direttore del settimanale New Yorker». Lo stesso che ha curato Storia personale, biografia della proprietaria del Washington Post Katherine Graham, che secondo Barnett è il più bel libro di memorie mai pubblicato. La biografia di Blair ripagherà gli editori dell’anticipo? «Certo che sì. Sbaglia chi pensa che questi libri siano solo eventi mediatici. A me risulta che tutti i miei libri hanno guadagnato, e molto». MARCO DE MARTINO