varie, 17 dicembre 2007
MENINGITE PER GIORGIO. C’è
un secondo morto di meningite da meningococco tra gli invitati alla festa di compleanno ispano-americana svoltasi la sera tra l’8 e il 9 dicembre in una casa di Farra di Soligo (Treviso): mercoledì era morto a Conegliano Theodoros Kosmatos, quindicenne di origine greca residente a Pieve di Soligo che ai primi sintomi (dolori diffusi, debolezza e febbre) aveva pensato ad un’influenza; la seconda vittima è un operaio senegalese di trent’anni, impiegato alla Silea, rinvenuto privo di vita a casa sua giovedì e trasferito nell’ospedale di Treviso per gli accertamenti di rito. Sei giovani sono tuttora ricoverati in ospedale, due, una ragazza colombiana di 17 anni e un’amica di 21, sono in condizioni gravi. Secondo gli esperti dell’Usl, la meningite sarebbe stata diffusa all’interno del gruppo da un portatore sano. Sotto osservazione alcuni pub nei quali i partecipanti alla festa avrebbero concluso la serata (il Kaltenberg di Pederobba, il Rumba di Conegliano, gli altri locali a Sirea, Villorba e San Donà di Piave). In un liceo sono stati distribuiti agli studenti antibiotici per precauzione. L’Usl ha organizzato una task force in tutti i Pronti Soccorso. Venerdì sera erano già 500 le persone che avevano iniziato la profilassi per precauzione • La meningite (non una malattia, ma una grave complicazione di varie infezioni diverse) è un’infiammazione delle membrane che avvolgono il cervello. Porta febbre, mal di testa, nausea, vomito, rigidità nucale. Il tempo di incubazione varia da 2 a 10 giorni ma è nella grande maggioranza dei casi di 3-4 giorni. Può essere causata sia da batteri che da virus, contro cui le vaccinazioni disponibili non proteggono. Nei Paesi occidentali il meningococco (batterio responsabile di meningite e setticemia) rappresenta uno dei fattori scatenanti più frequenti e pericolosi. I germi si trasmettono attraverso colpi di tosse o starnuti, ma il contagio avviene solo nell’ambito di contatti diretti e ristretti, solitamente in ambienti chiusi e affollati. Se non è curata, uccide più del 50 per cento dei malati; anche se presa in tempo, è fatale nel 5-10 per cento dei casi e nel 15-20 comporta gravi conseguenze neurologiche. I casi segnalati in Italia sono più di 250 l’anno, e si manifestano soprattutto nei bambini di età inferiore ai quattro anni e durante l’adolescenza • Esistono sintomi molto precoci che possono aiutare a cogliere una meningite in tempo. Li hanno descritti su ”Lancet” i neurologi dell’Università di Oxford, Gran Bretagna, che ne hanno verificato la presenza nel 72 per cento dei quasi 500 casi analizzati, un terzo dei quali mortali. Entro 12 ore dall’infezione mani e piedi diventano freddi, si avverte un anomalo dolore alle gambe e la pelle assume un colorito insolito. Questi sintomi precedono anche di molte ore quelli più noti (compaiono dopo 13-22 ore) come rigidità della nuca, cefalea, perdita di coscienza e ipersensibilità alla luce: riconoscerli è importante, poiché spesso il malato muore entro 24 ore dal contagio e giunge a un pronto soccorso dopo 19 ore • Devono sottoporsi a profilassi solo le persone che sono state a stretto contatto con il malato nei giorni precedenti alla manifestazione della malattia. Si fa prendendo alcune dosi di antibiotico (di tipo rifampicina, ciprofluoxacina o ceftriaxone). I casi di trasmissione della meningite meningococcica sono comunque rarissimi • Esistono due tipi di vaccino: il coniugato, che protegge solo contro il meningococco C (il più frequente in Italia) ed è adatto anche a bambini molto piccoli. E il polisaccaridico, fatto solo di zuccheri, protegge contro diversi tipi di meningococco (tranne il B) e non è indicato per bambini più piccoli di due anni. La meningite può essere causata anche da pneumococco. Anche in questo caso esistono due tipi di vaccino: il polisaccaridico, efficace nei bambini grandi e negli adulti e quello coniugato, adatto ai bimbi più piccoli • Fino al 2002 in Italia c’era una grande prevalenza di forme di meningite legate al meningococco di tipo B (quello senza vaccino), poi il C ha rimontato • Gli analisti finanziari stimano che nell’immediato futuro il mercato globale dei vaccini crescerà a un ritmo del 16-18 per cento annuo, passando dai 10-12 miliardi di dollari del 2005 ai 21 previsti per il 2010. Alla base del boom c’è una rivoluzione scientifica: le tecnologie del Dna ricombinate e le pratiche di sequenziamento del genoma hanno reso molto più semplice ideare nuovi vaccini. Audino Podda, responsabile del settore di ricerca clinica e sviluppo di Novartis Vaccines and Diagnostics: «L’approccio classico consisteva nell’isolare il batterio o il virus responsabile della malattia, inattivarlo e iniettarlo nel paziente per conferirgli immunità. Nel tempo, al posto di organismi interi si è passati a usare singole molecole espresse sulla loro superficie e in grado di indurre una risposta immunitaria nell’ospite (antigeni). Molecole che devono essere identificate, isolate e purificate con una procedura lunghissima. Con la Reverse Vaccinology, invece, avviene tutto più velocemente». Si parte dalla sequenza del genoma del patogeno, si individuano al computer i geni che potrebbero essere utili per un vaccino e li si clona per produrre le proteine corrispondenti, che vengono quindi esaminate in vitro per selezionare i candidati più promettenti. «Con questo approccio siamo riusciti a dare una svolta alla ricerca sul vaccino contro il meningococco di tipo B, il batterio responsabile di quasi metà delle meningiti in tutto il mondo. E abbiamo un vaccino in avanzata fase di sperimentazione clinica» • Fino a poco tempo fa, l’idea era che i vaccini dovessero essere poco costosi. Podda: «A queste condizioni, però, alle aziende non conveniva produrli e il loro interesse si era spostato verso i farmaci biotecnologici. Ora, invece, si tende a riconoscere e a giustificare gli imponenti investimenti necessari per un vaccino. A partire dai primi anni Novanta, la Nuova Zelanda è stata colpita da una grave epidemia di meningite di tipo B: nel 2001 il ministero della Salute ha stipulato un accordo con l’allora Chiron Vaccines per mettere a punto un vaccino disegnato su misura». Nessuna azienda avrebbe potuto permettersi di sviluppare da sola un prodotto per un mercato così piccolo (il ceppo batterico neozelandese non si trova altrove): la Chiron ha potuto farlo grazie a una sovvenzione governativa di 200 milioni di dollari neozelandesi (circa 96 milioni di euro).