Piero Bianucci, La Stampa 15/12/07, 15 dicembre 2007
E’ la seconda puntata di una telenovela scientifica. Appassionante ma anche sconcertante. Qualche mese fa il biologo Craig Venter aveva annunciato di essere riuscito a costruire il primo genoma artificiale assemblandone i pezzi in laboratorio e aveva passato la notizia in anteprima al quotidiano inglese «The Guardian»
E’ la seconda puntata di una telenovela scientifica. Appassionante ma anche sconcertante. Qualche mese fa il biologo Craig Venter aveva annunciato di essere riuscito a costruire il primo genoma artificiale assemblandone i pezzi in laboratorio e aveva passato la notizia in anteprima al quotidiano inglese «The Guardian». Ora la storia si ripete, ma la conquista è un po’ ridimensionata. Sempre al «Guardian» Venter anticipa di aver creato un cromosoma artificiale, rimandando a lunedì l’annuncio ufficiale all’assemblea annuale del suo centro di ricerca a San Diego, in California. Intanto ci fa sapere che intende brevettare il cromosoma appena sintetizzato, con l’obiettivo finale di inserirlo in un batterio, il Mycoplasma genitalium, che a questo punto diventerebbe una creatura del tutto nuova, già battezzata Mycoplasma laboratorium. Insomma, l’uomo gioca a fare Dio. Craig Venter è un personaggio geniale e controverso. La Celera Genomics, azienda biotecnologica da lui fondata, nel 2001 presentò la prima mappa del genoma umano contemporaneamente al consorzio pubblico internazionale fondato dai premi Nobel James Watson e Renato Dulbecco. Ma la Celera Genomics aveva tracciato la mappa in appena 4 anni mentre il consorzio aveva lavorato per un tempo tre volte più lungo. I geni umani risultarono circa 30 mila. Di questi oggi uno su tre è brevettato, e molti brevetti sono nella cassaforte di Venter. Venter ha poi fondato la Synthetic Genomics al fine di «inventare» organismi artificiali. Il primo dovrebbe essere un batterio con il corredo genetico minimo per poter vivere. Questo organismo preparerà il passo successivo: un batterio capace di sintetizzare biocarburanti. A questo punto si aprirebbero possibilità da fantascienza: batteri per disinquinare acque e terreni, per sintetizzare nuove sostanze organiche, per eliminare i gas serra che causano il riscaldamento globale del pianeta. Il dibattito sulle conseguenze di queste ricerche è aperto. Gli ambientalisti temono che l’immissione di organismi artificiali turbi gli equilibri ecologici. I bioeticisti si interrogano sulla opportunità di brevettare i meccanismi fondamentali della vita. Un punto di relativo accordo è che non ha senso brevettare un gene in quanto tale, ma può essere lecito brevettare un processo che, applicando un dato gene, porta per esempio alla produzione di un nuovo farmaco. A maggior ragione, dunque, non dovrebbe fare scandalo il brevetto di un intero cromosoma artificiale. E infatti le reazioni di biologi come Edoardo Boncinelli e Giuseppe Novelli sono favorevoli a Venter. Intanto, aspettiamo lunedì.