varie, 15 dicembre 2007
ALBESANO
ALBESANO Franco Asti 1946 (~) Imprenditore • «La Fida di Castagnole Lanze (Asti) è stata fondata nel 1973 da Franco Albesano, oggi presidente del gruppo. Amministratore delegato è Eugenio Pinci. Negli scorsi anni era stata la prima azienda dell’Astigiano ad essere acquisita da un fondo di investimento (Credem Private Equity). Si sviluppa su un’area di 6 mila metri quadrati, ha 45 dipendenti e fattura 10,3 milioni di euro l’anno. Commercializza il prodotto per il 50% nella grande distribuzione e per il restante nel settore ingrosso. Produce 100 quintali al giorno di gelatine. Fida è il terzo produttore italiano di caramelle dopo Sperlari e Dufour. Con Charms e Sanagola è diventata anche proprietaria, di ”Gnammy” e della linea dolciaria ”Le irresistibili” [...] Nei Caroselli degli Anni 60 le Charms Alemagna riportavano la pace coniugale tra Lia Zoppelli ed Enrico Viarisio, sposi litigiosi nella finzione televisiva. Perchè, recitava uno slogan trionfante ”Sempre al nome di Alemagna, la dolcezza s’accompagna”. Franco Albesano, a quei tempi, la tv in casa non l’aveva; nelle cascine di Castagnole Lanze, 15 chilometri da Asti, ce n’erano pochi di televisori. Eppure un giorno quel ragazzino, figlio di contadini, diventerà industriale, legando il nome della sua azienda creata partendo da una rimessa, a quelle coloratissime caramelle dure ai gusti di frutta. Ed anche alle gemelle Sanagola, sempre casa Alemagna, morbide e tempestate di cristalli di zucchero. Oggi può dire di averle riportate in Italia. La sua Fidia, capannoni su 6 mila metri quadrati in quelle campagne che lo hanno visto bambino, è diventata proprietaria dei due marchi, passati, negli anni, in tante mani straniere dalla Warner Lambert, all’inglese Cadbury Schweppes, per finire agli olandesi della Leaf. Albesano [...] si è costruito imprenditore dal nulla con tenacia contadina, straordinaria inventiva e coraggio da vendere. ”Mai mollare e rialzarsi sempre”. Anche, quando per poco, non corri il rischio di lasciarci la pelle. Come agli inizi degli Anni 90 quando era andato in Romania per acquistare stabilimenti per fare gelatina. Operazione andata in fumo. E lui, sommerso dalla neve sulla strada del ritorno, a trenta gradi sotto zero. ”Me la sono vista davvero brutta”. Il papà Antonio era agricoltore, la mamma Maggiorina morì quando Franco aveva 14 anni. Il padre sognava di trovargli un posto fisso, lui non voleva saperne. Un giorno, a 23 anni, assaggia una gelatina di frutta in un negozio. Un gesto banale. Gli cambierà la vita. ”Era buonissima”. Non ci pensa due volte. ”Voglio provarci anch’io”. Ma come? Non ha nessuna nozione. Provando e riprovando impara. In un garage, servendosi di una vecchia pentola che ancora conserva nello stabilimento, fa le prime prove di cottura. Gli inizi sono durissimi e per raggranellare soldi vende acqua minerale con un furgoncino. Si ignegna e costruisce, perfezionandoli successivamente, alcuni macchinari. Inventa anche uno speciale impianto di colaggio con il silicone che andò a prendere in Francia perchè qui non si trovava. Torna e si rimette al lavoro. Ha fretta di arrivare. Acquista una ricetta artigianale per le gelatine da un piccolo laboratorio dell’Albese. ”Ma qualcosa non funzionava - ricorda - Per trovare la formula giusta ci sono voluti anni”. Consultava tecnici, pagandoli, e nel cuore della notte andava a fare gli assaggi. Tutto intorno silenzio e lui a provare e riprovare, con testardaggine. ”Sono sempre stato io la cavia dei miei prodotti. Nessun altro”. Finalmente ce la fa e comincia a fabbricare e vendere le sue caramelle di gelatina. Parte dall’ingrosso, produce e fa il rappresentante, battendo Torino quartiere per quartiere. Non si concede soste. Non ci sono vacanze. Lo aiutano la moglie Rossana e la figlia Simona. Arriva il primo cliente importante: Garosci, oggi ”Carrefour”. Franco Albesano ha coronato il suo sogno. Da ora la strada è in discesa: ”Le mie caramelle piacevano, la domanda cresceva”. La ”Fida” amplia la gamma: oltre a ”Le Bonelle” (gelatine), produece ”Tenerezza” (toffee), ”Gocce di pino”, ”Gocce di liquirizia” e i ”Mogò”. Oggi la sua azienda ha un fatturato superiore ai 10 milioni di euro l’anno (che stima possa salire del 40% nel 2008 grazie alle due prestigiose acquisizioni) e dà lavoro a 45 dipendenti. C’è ancora Giuseppina Da Casto, la prima assunta, quando i tempi erano duri e la strada da percorrere ancora lunga» (Franco Cavagnino, ”La Stampa” 15/12/2007).