Panorama 13/12/2007, pag.90 LINO JANNUZZI, 13 dicembre 2007
Ma i veri capi non agiscono così. Panorama 13 dicembre 2007. Che cosa avrebbe detto Leonardo Sciascia della pièce televisiva Il capo dei capi? difficile dirlo
Ma i veri capi non agiscono così. Panorama 13 dicembre 2007. Che cosa avrebbe detto Leonardo Sciascia della pièce televisiva Il capo dei capi? difficile dirlo. Più facile è immaginare ciò che Sciascia avrebbe potuto pensare e dire della polemica sulla presunta tendenza a fare un eroe della figura del boss mafioso e del più che presunto pericolo diseducativo derivantene. A questo proposito non poteva non tornargli in mente l’accusa che fu rivolta anche a lui, dopo la pubblicazione del suo Il giorno della civetta: di avere "idealizzato" la figura del capomafia don Mariano, coprotagonista del racconto, facendo così implicitamente l’elogio della mafia. Succederebbe specialmente quando il capitano dei carabinieri Bellodi va a casa di don Mariano per arrestarlo, e il boss gli spiega che le persone si dividono in veri uomini e in quaquaraquà, e che lui non ce l’ha con Bellodi, anche se lo arresta, perché Bellodi è un vero uomo, e Bellodi gli risponde: "Anche lei è un uomo". Stupida accusa, tipica di chi non sa che cosa è veramente la mafia. Non lo sapevano al tempo della pubblicazione del Giorno della civetta, quando addirittura ne negavano l’esistenza. Al don Mariano di Sciascia non sarebbe mai venuto in mente di sparare e di uccidere il capitano Bellodi, e men che mai i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino dell’epoca, se vi fossero stati, e i politici con cui "conviveva". Perché la mafia, quella vera, non è contro lo Stato, ma è dentro lo Stato, non fa la guerra allo Stato e non scatena le stragi, ma convive con i carabinieri e con i giudici e con la politica. Ed è per questa ragione che i suoi capi, i veri "capi dei capi" hanno la loro grandezza e persino la loro "nobiltà", che è la capacità politica di comandare. Sono come il don Mariano di Sciascia e non come Totò Riina, quello vero, che non ha distrutto lo Stato ma ha distrutto la mafia, la sua cosca corleonese. E meno ancora i veri boss, i veri capi della mafia sono come il Riina della pièce televisiva, che può affascinare e diseducare i giovani solo se essi sono stupidi e ignoranti e guardano la tv invece di leggere Sciascia. Totò Riina è stato solo un criminale terrorista, che ha fatto carriera, rapida quanto breve, sterminando i veri boss della mafia, prendendone il posto senza essere capace di esercitarne il ruolo e la funzione, prima di rivolgere i mitra e il tritolo contro lo Stato e gli uomini delle istituzioni. Il vero limite degli autori della pièce televisiva e del libro che l’ha ispirata è di non averlo capito. LINO JANNUZZI