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 2007  dicembre 14 Venerdì calendario

MILANO

Occhioni sgranati. Naso un po’ schiacciato. Bocca aperta che forse urla, forse sbadiglia, forse sorride, forse fa una linguaccia. Opera d’arte o sgorbio, è un graffito. Ritratto o auto-ritratto, è di Pierre Casiraghi. Bello o brutto che sia, comunque, complimenti quantomeno per l’esibizione. Sorriso: «Grazie». Scatto d’ira: «Ma non avete altro da fare che star dietro a me?».
E come si fa? Sarà per l’aria di Brera, per tradizione (ormai sbiadita) quartiere degli artisti, fatto sta che dopo le foto sul numero di Novella 2000 in edicola, la questione dei writers diventa un problema reale. Se non altro perché il giovane con il cappuccio in testa, beccato a riempire l’esterno di un altrui palazzo, è proprio lui. Il figlio di Carolina di Monaco. Il rampollo a Milano per studiare e vivere. Il graffitaro che, alla luce dell’esibizione, viene ammirato, celebrato, finanche benedetto da Vittorio Sgarbi, l’assessore alla Cultura da sempre al fianco dei writers ma mai come stavolta così contento: «Benissimo. una svolta direi epocale». In che senso? «Nel senso che, con l’ingresso di Casiraghi, il movimento è passato dalle stalle alle stelle. Dal popolo delle strade al sangue nobile».
In compagnia di un amico, Casiraghi è stato visto e soprattutto immortalato prima acquistare le bombolette in un negozio di colori, quindi sistemarsi davanti a un edificio e lì trascorrere parecchie ore della notte. Risultato finale: impresso su un muro, è rimasto questo viso. Luciano Regolo, il direttore di Novella 2000, è quasi sicuro: «Si tratta di un auto ritratto». Sgarbi, se è stato un auto-ritratto, cosa significa? «Ricerca introspettiva. Che sottintende una certa sensibilità ». Di certo, non pare il volto di una donna. Dicono i conoscenti che Pierre, di questi tempi, si sia preso una pausa col gentil sesso. «Troppo scottato », spiegano, «dalla fine della storia d’amore con Emilie Foilloux», giovane che danza alla Scala, che è l’ultima della (lunga) serie di fidanzate attribuite a Casiraghi e che, giurano gli esperti del gossip, «è già corsa tra le braccia di un altro ». Tant’è. Dunque, il discorso delle donne è archiviato. Che Pierre sia preso unicamente dallo studio? Dall’università Bocconi, dicono che, dopo aver frequentato il primo anno, «ancora non è iscritto al secondo ». Mica starà pensando di andarsene da Milano? «Ogni tanto ci penso. Qua, non riesco più a vivere. Davvero. Siete un popolo pazzesco. Dedicate più attenzione a uno come me, che a migliaia d’altri temi, come le guerre, o i drammi nel mondo». Casiraghi, senta, lei è un famoso, sa come vanno queste cose... «Lasciamo perdere». S’è stancato del-l’Italia? «Non me ne vado. Io sono italiano come lei, come tutti gli altri. E perché dovrei andarmene?». E i graffiti? Se sia stato un raptus notturno o l’esordio d’una nuova passione, se sia stato un passatempo qualunque o, semplicemente il desiderio d’essere un ragazzo come tanti, ecco, questo Pierre non lo dice. Non vuol entrare sull’argomento, proprio perché, come spiega con un colorito italiano, non è il caso di farsi i fatti suoi.
Comunque. Il graffito resta. E gli è andata anche bene. I vigili non l’hanno beccato. Si sono limitati a multare la sua auto, con targa del Principato di Monaco, parcheggiata (in divieto di sosta) sotto casa.