Paolo Valentino, Corriere della Sera 14/12/2007, 14 dicembre 2007
DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON – Entra in una fase drammatica la corsa alla nomination democratica per la Casa Bianca. A tre settimane dai caucus dell’Iowa, che il 3 gennaio daranno inizio alla stagione delle primarie, Hillary Clinton non è più l’inevitabile favorita.
Già in lieve ritardo nel piccolo Stato del Mid-West, la senatrice democratica è stata ora raggiunta, e secondo alcuni sondaggi superata, da Barack Obama nel bastione progressista del New Hampshire, dove si vota l’8 e fin qui considerato the firewall, la parete anti-incendio che l’avrebbe protetta da ogni sorpresa. Statisticamente, secondo Cnn/Wmur, è un testa a testa, 31-30. Ma in un solo mese il senatore afro-americano di Chicago è riuscito ad annullare uno svantaggio di oltre 20 punti su Hillary. Il recupero di Obama, favorito anche dal recente road-show con la star tv Oprah Winfrey, ha fatto saltare i nervi alla squadra Clinton. Un vertice dei consiglieri di Hillary è stato convocato in segreto la scorsa settimana, a Chicago e non in Iowa per evitare di dare nell’occhio, ma la notizia è trapelata ugualmente. Voci non verificate hanno descritto Bill Clinton infuriato con i collaboratori della moglie, «colpevoli» di aver sperperato tutto il vantaggio. La situazione è quasi sfuggita di mano mercoledì sera, quando il co-presidente della campagna in New Hampshire, Bill Shaheen, ha detto a un reporter del Washington Post che il passato uso di droghe, ammesso da sempre da Obama, sarebbe un asso nelle mani dei repubblicani se lui fosse il candidato: «Quando l’ha fatto l’ultima volta? L’ha mai data a qualcuno? L’ha mai venduta?», aveva chiesto Shaheen. Ieri, dopo che il suo portavoce aveva preso le distanze, Hillary Clinton si è dovuta scusare personalmente. Ma il danno era fatto. E Obama si è tolto lo sfizio di una battuta: «Penso che qualcuno sia preoccupato dai sondaggi».
Poco della tensione è trapelata ieri, nell’ultimo dibattito tra i democratici prima dei caucus dell’Iowa, dedicato alle tasse, dove non ci sono vere differenze. Obama però è apparso più autorevole che in passato. Quando gli è stato chiesto come poteva offrire una nuova politica estera, dato che molti suoi consiglieri hanno lavorato per Bill Clinton, Hillary si è fatta una risata: «Voglio vedere cosa rispondi», ha detto.
«Chiederò anche il tuo consiglio, Hillary», ha rintuzzato Obama.