Lucia Annunziata, La Stampa 13/12/2007, 13 dicembre 2007
Padre Pio e la rivolta contro il suo architetto Terrificante, il nuovo tempio di San Giovanni Rotondo ideato da Renzo Piano sarebbe pieno di triangoli, simboli massonico-satanici
Padre Pio e la rivolta contro il suo architetto Terrificante, il nuovo tempio di San Giovanni Rotondo ideato da Renzo Piano sarebbe pieno di triangoli, simboli massonico-satanici. Come massonici sono le piramidi, i teoremi di Pitagora e di Euclide, i timpani triangolari di molte chiese: è tutto satanico-massonico. Di fronte a tanta becera superstizione che caratterizza la precipitosa fuga a ritroso nei secoli bui da parte della Chiesa, - quos vult Iupiter perdere prius dementat - per favore qualcuno mi dica come si entra in massoneria perché evidentemente, se non la verità, certo la ragionevolezza e la non superstizione abitano da quelle parti mentre l’Umanità ha ben altri problemi che «quadrati, triangoli e le righe per terra» come recitava un «Carosello» di tanti anni fa. CHIAFFREDO ROSSO Il 30 settembre 2002 il giornalista del «Guardian» Jonathan Glancey, mentre percorre in aereo l’itinerario da Foggia a Klagenfurt (Austria) in omaggio a suo zio, pilota della Raf, che in questo pezzo di mondo aveva perso la vita durante la Seconda guerra mondiale, scopre dall’alto la chiesa di Padre Pio, allora ancora non finita, e se ne innamora. Nel reportage che vi dedica, per la sezione cultura del «Guardian», si sofferma soprattutto sull’incongruenza fra la personalità di Padre Pio e dell’architetto Piano, e, definendo il primo «no modernizer», si chiede «che mai avrebbe detto della scelta» del secondo. Di Piano scrive che «è uno dei più creativi e realizzati architetti dei nostri tempi». Ma soprattutto cita le parole con cui Piano descrive uno dei suoi lavori, il Beaubourg: «Una gioiosa macchina urbana, una creatura che potrebbe essere venuta da un libro di Jules Verne, o che potrebbe essere un strana barca arenata». Gioiosa, urbana? Continua il giornalista: «Non esattamente le giuste credenziali per un pellegrinaggio penitenziale dedicato alla memoria e allo spirito dell’autoflagellante Padre Pio che viveva nelle scarsamente abitate montagne di Puglia». Questa profonda lontananza deve essere stata chiara all’inizio allo stesso architetto, se è vero che a lungo rifiutò l’offerta dei frati. Alla fine Piano accettò. Ma evidentemente questa distanza intellettuale non deve davvero mai essere sparita, qualcosa della differenza dev’essere rimasta se oggi qualcuno muove una tale (ridicola) accusa. La protesta che lei cita, quella che vede nella Chiesa una chiara impronta massonica, è infatti soprattutto una rivolta conservatrice. Quelle proteste dicono che a qualcuno manca la solita chiesa, magari piena di ori, e di statue, in cui ritrovare con facilità l’ambiente di sempre. Per conoscere in cosa crede Renzo Piano, del resto, non c’è bisogno di scomodare la massoneria. Basta visitare lo stadio di Bari, la sede del «New York Times» e l’aeroporto internazionale Kansai su un’isola artificiale nella Baia di Osaka. Stampa Articolo