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 2007  dicembre 11 Martedì calendario

Più tedesco che spagnolo - Arriva la bozza Bianco. Il Sole 24 Ore 11 dicembre 2007. ROMA. Tramonta il Vassallum

Più tedesco che spagnolo - Arriva la bozza Bianco. Il Sole 24 Ore 11 dicembre 2007. ROMA. Tramonta il Vassallum. Almeno per ora. Il testo che oggi Enzo Bianco presenterà alla commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama, si avvicina al modello tedesco senza quelle correzioni mutuate dal sistema spagnolo che premiano le forze più grandi come il Partito democratico e Forza Italia. Insomma, dopo il fuoco di fila che è arrivato al dialogo Veltroni-Berlusconi, il presidente Bianco ha deciso di portare al Senato una bozza che non alimenti ulteriormente lo scontro politico soprattutto dentro la maggioranza. Questo però non vuol dire che il Pd abbandonerà il Vassallum. Walter Veltroni l’ha detto chiaramente alla riunione dell’Esecutivo di ieri dove ha spiegato che il partito «non rinuncerà a elementi più chiari e forti di bipolarismo» e che quindi ci si prepara alla presentazione di emendamenti. « un utile contributo ma è un punto di partenza non di arrivo», ha ripetuto il segretario del Pd. Dunque, resta il «no» a un modello proporzionale puro come è quello tedesco. Le correzioni che si preparano, però, potranno sia ricalcare il modello Vassallo-Ceccanti sia introdurre elementi nuovi come quel "premietto" di maggioranza da attribuire al partito maggiore. Per seguire questa strada, il Pd guarda a due alleati: confermare il dialogo con Forza Italia e cercare una sponda più forte in Rifondazione. stato soprattutto Goffredo Bettini, nel suo intervento all’Esecutivo, a spendere parole positive per la neonata aggregazione Sinistra Arcobaleno e a ipotizzare una futura alleanza in un quadro politico rinnovato da una nuova legge elettorale. Anche questo va letto in chiave anti-sistema tedesco: cioè, il Pd non pensa affatto di favorire la nascita di un centro cattolico con cui allearsi in futuro. Intanto oggi arriva il testo di Enzo Bianco e il nodo aperto sono le circoscrizioni. questo il punto nevralgico per raggiungere una mediazione e "tirare" più verso il tedesco o il Vassallum. « Le linee guida della proposta di riforma elettorale rimangono un proporzionale con soglia di sbarramento al 5% su base nazionale, metà collegi uninominali e metà collegi con liste bloccate, nessun premio di maggioranza e nessun vincolo formale di coalizione», ha dichiarato il costituzionalista Antonio Agosta, al termine della giornata passata assieme al presidente della Commissione Bianco in cui si è messa a punto la bozza. Oggi dunque si apre il cammino parlamentare della legge elettorale che probabilmente entrerà nel vivo solo a gennaio: si punta a un approdo in Aula intorno al 22 o 23 gennaio. Insomma, si parte con il basso profilo, con il modello che meno di altri può accendere la miccia dello scontro politico soprattutto nell’Unione. La coalizione di maggioranza è già provata dalle ultime vicende su Finanziaria, Welfare e sicurezza e non si è voluto affiancare un altro elemento di fibrillazione. Tant’è vero che salta il vertice di maggioranza con Romano Prodi che si sarebbe dovuto fare all’inizio di questa settimana. «Al momento siamo impegnati sul Consiglio dei ministri di domani (oggi, ndr) e poi su scadenze internazionali. Il lavoro sulle riforme da parte di tutti gli attori coinvolti è intenso, e dunque non c’è ancora modo di fare il punto». Con queste parole Palazzo Chigi ha archiviato il vertice di coalizione sulla legge elettorale che avrebbe solo reso visibili le divisioni che restano tra i partiti dell’Unione. Insomma, un atteggiamento più prudente e meno ostile del premier che nei giorni scorsi sembrava invece deciso a sbarrare la strada al dialogo Veltroni-Berlusconi alimentando i nervosismi dei partitini. Da Palazzo Chigi è, infatti, arrivato il «no» a diktat (e non solo quello di Gianfranco Fini) così come si sottolinea l’importanza delle riforme istituzionali alla Camera. Il fatto è che anche nel Pd restano più posizioni in campo. E quindi il lavoro di Walter Veltroni non si limiterà solo a cercare "alleanze" nell’opposizione e con Rifondazione ma dovrà anche mediare dentro il suo partito. Al momento, però, le posizioni con il Prc appaiono lontane. «Il Vassallum? Un tempo sarebbe stato chiamato legge truffa: non dà governabilità ma favorisce solo i partiti più forti», è stato il giudizio del ministro Paolo Ferrero. E ieri anche il presidente del Senato, Franco Marini, è intervenuto sulla legge elettorale senza entrare nel merito ma invocando «un bipolarismo maturo dove le alleanze non siano più coatte». Anche Giuliano Amato è tornato a bocciare il premio di maggioranza «Viagra delle istituzioni» e il sistema maggioritario che rappresenta «una colla artificiale per tenere insieme i partiti». Tutti però si muovono con cautela. «Il clima è bollente», confermava Cesare Damiano. Lina Palmerini I MODELLI E I PARTITI Il Vassallo: lo sbarramento implicito Misto di maggioritario e proporzionale corretto, con elementi dei sistemi tedeschi e spagnolo. stato formalizzato in Senato il 7 dicembre da Giuseppe Saro (Dc per le autonomie). Prevede il 50% dei seggi attribuiti sulla base di collegi uninominali e l’altro 50% sulla base di liste presentate a livello circoscrizionale. Le circoscrizioni elettorali hanno le dimensioni medie di una provincia. L’elettore dà un solo voto, valido sia per l’uninominale sia per l’assegnazione dei seggi proprozionali. Non c’è sbarramento né premio di maggioranza ma l’effetto maggioritario è implicito nel sistema delle circoscrizioni "piccole" mutuate dal modello spagnolo: favoriti i partiti più grandi e quelli a forte concentrazione locale. stata calcolata una soglia "di fatto" del 7-9 per cento. Il tedesco: «misto» con tetto al 5% Un misto di proporzionale e maggioritario per il Bundestag tedesco (la Camera bassa). L’elettore esprime due preferenze: una per il candidato in un collegio uninominale, una per una lista di partito. Il numero dei seggi che spetta a ciascun partito in ogni Land è determinato dalla quota proporzionale ottenuta, mentre i parlamentari eletti saranno quelli che hanno ottenuto i maggiori voti al maggioritario. Se un partito ottiene più seggi al maggioritario si vede comunque attribuire tutti i seggi "maggioritari"; viceversa, se prende più voti al proporzionale vengono eletti i deputati nella lista che il partito presenta. Il numero dei deputati dunque non è fisso: da noi occorrerebbe una modifica costituzionale. Lo sbarramento per ottenere seggi è fissato al 5% dei voti proporzionali a livello nazionale Pd. I veltroniani sostengono il Vassallum ma D’Alema e Rutelli parteggiano per il tedesco. Parisi e Bindi per il maggioritario Prc. Sostegno convinto al tedesco. Dialogo sul Vassallum solo se viene attenuata la componente di maggioritario Udeur. Il partito punta sul tedesco puro. Il Vassallum è ritenuto da Mastella come «una ghigliottina per i partiti piccoli» Idv. No al Vassallum perché penalizzante per i partiti minori. indispensabile l’indicazione delle alleanze prima del voto Fi. Il partito è favorevole al Vassallum, tende invece a respingere il modello tedesco ma non in modo drastico An. No al Vassallum («legge truffa») e no al tedesco: entrambi non garantiscono il bipolarismo e le alleanze prima del voto Udc. Anche Casini parteggia per il tedesco puro. Ieri ha definito il Vassallum «un imbroglio, una legge ad personas» Lega. Prediletto è il tedesco ma il Vassallum non è osteggiato del tutto perché favorisce i partiti radicati sul territorio