Il Sole 24 Ore 11/12/2007, pag.27 Alfredo Sessa, 11 dicembre 2007
Il big bang delle tv africane. Il Sole 24 Ore 11 dicembre 2007. MILANO. Dopo il big bang dei telefonini che facilitano il commercio, creano piccoli imprenditori e sostituiscono le banche, l’Africa subsahariana si prepara a un’altra minirivoluzione negli stili di vita
Il big bang delle tv africane. Il Sole 24 Ore 11 dicembre 2007. MILANO. Dopo il big bang dei telefonini che facilitano il commercio, creano piccoli imprenditori e sostituiscono le banche, l’Africa subsahariana si prepara a un’altra minirivoluzione negli stili di vita. Il viaggio delle informazioni, che si è rivelato così prezioso per creare opportunità di sviluppo, può contare adesso sul boom dei network televisivi per saltare grandi distanze e proteggere la fragile economia africana da instabilità e conflitti. La liberalizzazione del settore radio e tv è in pieno svolgimento, il mercato è in forte crescita ed è altissimo il potenziale per gli investimenti nella tv via satellite e nella tv interattiva che sbarca sugli schermi dei cellulari. il Sudafrica, come già avvenuto per la telefonia mobile, il totem che indica la strada. Multichoice, numero uno della pay-tv via satellite, ha festeggiato a fine novembre i 2 milioni di abbonati distribuiti tra 48 Paesi subsahariani. Pronta a seguirne la scia è un’altra sudafricana, Telkom Media, fresca di licenza. Ma il segnale che il mercato della pay-tv è una torta molto grossa, e che la corsa è ancora all’inizio, l’ha lanciato Gateway Broadcast Services, con sede a Londra, che sfida il primato di Multichoice nel Continente nero. Gateway e Multichoice si contendono un mercato di 50 milioni di famiglie nell’Africa subsahariana. La concorrenza stimolerà l’offerta di formule di abbonamento a costo molto basso in aree popolate dai primi consumatori pionieri, ma non solo. A trarne giovamento saranno infatti anche gli investimenti in contenuti locali, che faciliteranno il flusso delle informazioni e la diversificazione delle economie. La promozione di film e contenuti locali è l’obiettivo di African Broadcast Network, rete di distribuzione creata dal ghanese George Twumasi. Ma è anche l’obiettivo di Lca 1 Tv, il progetto di televisione via Internet ispirato da produttori e artisti della diaspora africana. Molte notizie, molto sport, musica, film e religione. Internet per i privati e per le aziende. Le televisioni inondano già l’etere africano, e la concorrenza porterà a offerte sempre più diversificate. Ovviamente a un costo, che però, nonostante la diffusa povertà, non sembra essere il tallone di Achille del sistema. «Sui mercati emergenti c’è maggiore consapevolezza, rispetto ai mercati evoluti, dei servizi a pagamento» dice Andrea Volpini, general manager di Interact, azienda romana specializzata in sistemi di diffusione tv via Internet che lavora in Nordafrica e Medio Oriente. «In Africa – aggiunge Volpini – non ci si aspetta di avere gli Sms gratis. Magari non si possiede una casa, ma si acquista una carta prepagata e si ha un numero di telefono. Paradossalmente, allora, è più facile vendere contenuti e servizi sui mercati emergenti». La febbre della tv colpisce intanto a macchia di leopardo un po’ tutta l’Africa subsahariana. In Camerun, in Namibia, Nigeria, Ghana vengono concesse ad operatori privati nuove licenze. Chi ottiene la licenza entra ufficialmente nel mercato, e può puntare ad alleanze con operatori stranieri o con altri operatori locali. Molte le stazioni gratuite che fanno leva sul mercato pubblicitario, anche questo in pieno fermento, ma la concorrenza tra pay tv sembra aprire uno scenario in cui il prezzo di un abbonamento tenderà a diventare quello di uno strumento di lavoro, non di un lusso. Il tempo dirà quanto il big bang televisivo, al di là delle ricadute immediate per fornitori, installatori e call center, porterà idee, modelli e informazioni che potranno contribuire allo sviluppo dei villaggi più isolati e rimescolare le carte del destino dell’Africa subsahariana, dove vivono 600 milioni di persone di cui la metà ha meno di 18 anni. Molto dipenderà dai contenuti, dalla capacità di comunicare nelle lingue locali, oltre che in inglese, francese e portoghese. Qualcosa si muove. Multichoice investe nelle case cinematografiche africane ed è partner dei progetti scolastici a distanza che usano la tv via satellite. Prossimamente, sugli schermi africani, andrà in onda la Tv revolution. Alfredo Sessa OBIETTIVO AFRICA SUBSAHARIANA African Broadcast Programmi made in Africa Una televisione fatta dagli africani per gli africani, basata su contenuti prodotti localmente. l’obiettivo di George Twumasi, fondatore e Ceo di Abn (The African Broadcast Network), piattaforma distributiva di programmi in alleanza con le principali tv pubbliche e private dell’Africa subsahariana. Collegata ad Abn è l’African Public Broadcasting Foundation, con obiettivi di progresso economico-sociale. Multichoice Due milioni di abbonati Eben Greyling è il Ceo di MultiChoice Africa, la pay-tv via satellite leader dell’Africa subsahariana. Multichoice Africa e Multichoice South Africa hanno raggiunto recentemente quota 2 milioni di abbonati suddivisi tra 48 Paesi. Multichoice è impegnata nell’acquisto di nuove capacità satellitari per aumentare l’offerta di canali e l’accesso a Internet per privati e aziende. Forte anche l’interesse per la tv sul telefonino.