Il Sole 24 Ore 09/12/2007, pag.10 Barbara Fiammeri, 9 dicembre 2007
Il testo base arriva al Senato, da martedì confronto al via. Il Sole 24 Ore 9 dicembre 2007. ROMA. Sulla legge elettorale adesso la parola passa al Parlamento
Il testo base arriva al Senato, da martedì confronto al via. Il Sole 24 Ore 9 dicembre 2007. ROMA. Sulla legge elettorale adesso la parola passa al Parlamento. Martedì il presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Enzo Bianco renderà pubblico il «testo base» da cui partirà il confronto tra le forze politiche. Una bozza attesissima anche perché arriva a pochi giorni dall’avvio del «dialogo» Veltroni-Berlusconi che ha provocato un vero e proprio scompiglio in entrambi i poli. L’asse tra i due leader poggia sul cosiddetto Vassallum, il mix tedesco-spagnolo messo a punto dal costituzionalista di area Pd Salvatore Vassallo. un sistema proporzionale che, grazie all’elevato numero di circoscrizioni elettorali, crea automaticamente sbarramenti alti (assai superiori al 5% previsto dal tedesco), premiando i partiti più grandi e quelli a forte vocazione territoriale. Del Vassallum, però, finora non c’era traccia in Parlamento. Un problema non da poco per Bianco che, nella doppia veste di presidente di commissione e di relatore della riforma elettorale, avrebbe dovuto tener conto di una proposta mai giunta al Senato. A toglierlo dall’imbarazzo ci ha pensato Giuseppe Saro, senatore del centro-destra, formalmente iscritto al gruppo costituito da repubblicani, Dc per le autonomie e Movimento siciliano di Lombardo, ma che in realtà è di Forza Italia. Saro ha presentato un disegno di legge (formalmente verrà depositato domani) che riproduce in tutto e per tutto il Vassallum. «L’ho fatto – spiega il senatore azzurro – perché, in vista della presentazione del testo base, nessuna vergine candida possa avere alibi e ignorare il significato dell’accordo tra Veltroni e Berlusconi con la scusa che esso sia nato fuori dal percorso parlamentare». A pensar male si fa peccato ma a volte ci si azzecca, diceva Andreotti. E, in questo caso, i cattivi pensieri non mancano. Non a caso finora nessuno del Pd si era preoccupato di portare in Parlamento il Vassallum nonostante sia stato al centro delle consultazioni condotte da Veltroni con le forze politiche. E anche Forza Italia si è guardata bene dal scendere direttamente in campo preferendo affidare il compito a qualcuno meno esposto. Entrambi i partiti – Pd e Fi – sanno quali e quante siano le resistenze nella maggioranza come nell’opposizione. «Noi voteremo la legge elettorale alla tedesca ma quella vera non l’imbroglio veltronian-berlusconiano, ha tuonato ieri Pier Ferdinando Casini, che ha ribadito il suo no al mix proposto dal leader del Pd perché «non è un sistema bipolare ma bipartitico». Il leader dell’Udc sa di avere dalla sua molti alleati: da Rifondazione alla Lega, da An ai piccoli dell’Unione oltre a una parte non irrilevante dello stesso Pd. Tutti contro il Vassallum e soprattutto contro l’asse Veltroni-Berlusconii. Bianco lavora a un’ipotesi di mediazione che il leghista Calderoli ha già ribattezzato «Frankenstellum», prendendo spunto dal personaggio inventato da Mary Shelley. «Dopo gli incontri con Veltroni nessuno è più stato contattato né da lui né tanto meno da Bianco e sta venendo alla luce un testo che in teoria dovrebbe essere condiviso ma condiviso da chi?» chiede non senza ironia Calderoli. La Lega, però, come l’Udc e gran parte dei partitini si oppone al referendum (sostenuto invece da An e che non dispiace neppure a Pd e Fi). Il 16 gennaio la Consulta si pronuncerà sulla costituzionalità dei quesiti che viene data da tutti per scontata. Bianco ha detto che subito dopo aver presentato martedì il «testo base» sulla riforma elettorale verrà fissato il termine per gli emendamenti che presumibilmente oscillerà tra il 21 dicembre e il 7 gennaio, subito dopo la pausa natalizia. L’obiettivo è di chiudere in commissione entro la terza settimana di gennaio per poi passare all’aula. Barbara Fiammeri