Il Sole 24 Ore 10/12/2007, pag.9 Antonello Cherchi, 10 dicembre 2007
Tempi lunghi per il sì alle leggi. Il Sole 24 Ore 10 dicembre 2007. Non basta certo un mese per recuperare lo svantaggio, in termini di leggi approvate, nei confronti della scorsa legislatura
Tempi lunghi per il sì alle leggi. Il Sole 24 Ore 10 dicembre 2007. Non basta certo un mese per recuperare lo svantaggio, in termini di leggi approvate, nei confronti della scorsa legislatura. Il fatto è che invece di guadagnare terreno, l’attuale Parlamento continua a perderne: nei primi 19 mesi della XIV legislatura le Camere erano riuscite a far arrivare al traguardo 186 leggi, contro le 77 dell’attuale. Se poi si guarda al tempo necessario per approvare una riforma, nei primi 19 mesi della precedente legislatura erano sufficienti poco più di 45 giorni, mentre ora il Parlamento non ne impiega meno di 109. La situazione, insomma, è peggiorata. Se, infatti, si raffrontano i dati con quelli registrati dal "cruscotto" pubblicato dal "Sole-24 Ore del lunedì" lo scorso 12 novembre – riferiti ai primi 18 mesi delle due legislature – si evince che, sia in termini di leggi approvate sia di tempo necessario per farle arrivare al sì definitivo, il gap fra le Camere aumenta. In un mese il Parlamento in vigore è riuscito a far tagliare il traguardo a tre disegni di legge, mentre a dicembre della precedente legislatura – i periodi presi in considerazione sono 30 maggio 2001-31 dicembre 2002 e 28 aprile-2006-28 novembre 2007 – il bottino era stato particolarmente ricco, con 23 disegni di legge licenziati. vero che in quel paniere comparivano 11 ratifiche, ma c’erano anche quattro conversioni di decreti legge, la Finanziaria, oltre ad altri sette provvedimenti "ordinari". Ma non è solo il saldo finale – in termini di leggi approvate – a non migliorare. Rispetto alla situazione fotografata lo scorso mese, continua a peggiorare anche – sempre in relazione ai primi 19 mesi della precedente legislatura – l’impegno che deputati e senatori dedicano al loro lavoro. Le ore di attività di aula e commissioni restano inferiori a quelle del precedente Parlamento e questo, ovviamente, incide, insieme al totale delle leggi, sul conto finale dei tempi necessari per approvarle. Solo sul versante degli atti ispettivi la situazione permane favorevole – così come era nel precedente raffronto riferito ai primi 18 mesi – alle attuali Camere: interpellanze, interrogazioni, ordini del giorno e risoluzioni fanno registrare, sia per quanto riguarda il numero di quelli presentati sia di quelli definiti, un maggior attivismo di deputati e senatori del Parlamento odierno. Rimane il fatto che i dati sono parzialmente rivelatori. Intanto perché non è detto che la minore produttività legislativa sia necessariamente un male, tenuto conto dell’abbondanza delle normative in vigore. Così come il maggior tempo speso per far arrivare una riforma al traguardo potrebbe essere letto in termini di maggiore attenzione dedicata a ogni proposta. Potrebbe, cioè, essere la spia di un dibattito più approfondito, per quanto resti incontrovertibile che oggi aula e commissioni lavorano, nel complesso, meno. Non si può neanche dire che il minor numero di leggi approvate dalle attuali Camere sia il frutto di una più fitta navetta parlamentare. Anche in tal caso, è la precedente legislatura ad avere, in percentual e , fatto maggiore ricorso alla doppia lettura da parte di almeno una Camera: è accaduto il 27,9% delle volte, contro il 18,1 della XV legislatura. Antonello Cherchi