La Stampa 10/12/2007, pag.24 SANDRA RICCIO, 10 dicembre 2007
La crescita abita in Africa. La Stampa 10 dicembre 2007. MILANO. L’Africa sta diventando la nuova frontiera degli investitori a caccia di buone opportunità nel panorama degli emergenti
La crescita abita in Africa. La Stampa 10 dicembre 2007. MILANO. L’Africa sta diventando la nuova frontiera degli investitori a caccia di buone opportunità nel panorama degli emergenti. Negli ultimi anni le economie della gran parte dei Paesi della Regione hanno registrato un’eccezionale crescita media del 6-7% anche per effetto della forte richiesta di materie prime. E proprio per quanto riguarda le ricchezze del sottosuolo l’Africa non teme confronti: il Continente nero produce circa il 30% dell’oro mondiale, la metà dei diamanti e il 50% del platino. Il 13% delle esportazioni di queste materie ormai ha preso stabilmente la direzione della Cina. Un terzo del petrolio bruciato dal boom dell’economia cinese arriva proprio dal Continente africano e le previsioni dicono che nei prossimi tre anni ci sarà un raddoppio degli attuali flussi (50 miliardi di dollari). «Non a caso il Paese del drago ha già speso l’equivalente di 12 miliardi di dollari in infrastrutture e ha in mente di investirne tra 12 e 20 miliardi nei prossimi cinque anni per migliorare le importazioni», dicono gli esperti di Dws, la divisione fondi d’investimento di Deutsche Bak che a inizio 2008 approderà sul mercato italiano con un fondo tutto dedicato all’Africa. Nel club dei nuovi clienti dell’Africa, intanto, sono entrati anche Russia, Olanda e India. Insomma, le aziende africane hanno poche difficoltà a raccogliere capitali freschi. Un’opportunità anche per i piccoli investitori dunque. Per gli esperti di Dws l’area è come un gigante che si sta risvegliando dopo anni di stagnazione. Tuttavia la via ai titoli africani si presenta alquanto ardua. Non sono molte infatti le società acquistabili sui listini europei. Sulla principale piazza europea, quella di Francoforte, ne sono scambiate soltanto 10 su un totale di 3.000 estere. Qualche esempio? Orca Exploration, una società della Tanzania attiva nell’estrazione del gas naturale. Il gruppo gestisce il mega giacimento naturale della regione del Songo Songo che rifornisce le industrie del Dar es Salama e ha avviato recentemente l’espansione anche in Uganda. Nel primo semestre i ricavi sono saliti del 30% a 6,8 milioni di dollari. In Borsa il titolo è raddoppiato in poco tempo ma poi si è bloccato a quota 11 euro. «I mercati africani sono dominati dal comparto dei servizi finanziari (reale estate e project development) insieme a industria e materie prime», dicono gli esperti di Dws. Alcuni analisti prevedono una crescita del 50% dei prezzi dei materiali ferrosi nel 2008, anche se il consensus è per un +30%. Di questo scenario beneficiano soprattutto i titoli legati alle commodity. Un’interessante porta è rappresentata dai Paesi del Nord dell’Africa come l’Egitto. Le previsioni governative sono ottimistiche e indicano per l’economia egiziana una crescita dell’8% nel 2007. Significa che lasciando perdere il boom di India e Cina, questa zona sta correndo più velocemente di molta parte dell’Asia. L’incremento è trainato dal turismo ma anche i comparti delle costruzioni e delle infrastrutture stanno crescendo molto. Da inizio anno il Case 30, l’indice delle blue chip egiziane che capitalizza circa 100 miliardi di dollari, è salito più del 30%. Occasioni più interessanti offre il Sud Africa per la maggiore diversificazione del listino e anche perché le società operano in tutto il Continente e dunque hanno maggior opportunità di crescere con l’inera aera. L’indice di riferimento, il Ftse Johannesburg Top40 da inizio anno ha guadagnato il 30%. Il mercato sudafricano attrae con temi degni di attenzione come quello dell’oro. Tutto il settore ha beneficiato dei recenti rialzi del metallo prezioso e a detta degli esperti presenta società ancora a buon mercato e con buoni fondamentali. SANDRA RICCIO