La Stampa 10/12/2007, pag.52 GIULIA ZONCA, 10 dicembre 2007
Laure, femme fatale Spezza cuori in vasca. La Stampa 10 dicembre 2007. Ha cambiato casa, allenatore (più volte in pochi mesi), distanze da nuotare, numero di gare da portare ai campionati, atteggiamento e ora, Laure Manaudou ha un nuovo flirt: Benjamin Stasiulis, bruno anche lui, con i capelli da napo orso capo, di solito incastrati in una fascia, e un cerchietto d’oro all’orecchio
Laure, femme fatale Spezza cuori in vasca. La Stampa 10 dicembre 2007. Ha cambiato casa, allenatore (più volte in pochi mesi), distanze da nuotare, numero di gare da portare ai campionati, atteggiamento e ora, Laure Manaudou ha un nuovo flirt: Benjamin Stasiulis, bruno anche lui, con i capelli da napo orso capo, di solito incastrati in una fascia, e un cerchietto d’oro all’orecchio. il protagonista dei campionati di Francia in vasca corta, finiti ieri a Nîmes. Quattro record in tre giorni: 50 (2 volte), 100 e 200 dorso, la sua specialità, e una foto che ha già fatto il giro del mondo. Lui e Laure insieme, in un angolo neanche troppo appartato e, comunque, non c’era bisogno del bacio rubato per accertare la nuova love story, bastava la piscina. Sempre attaccati, lei che gli fa le linguacce, lui che strizza l’occhio, saluti affettuosi a ogni arrivo al traguardo. Ammiccamenti identici a quelli visti all’inizio della relazione con Luca Marin, agli Europei del 2006. A 21 anni si ha diritto di sbandierare i propri amori e anche di cambiarli spesso. Manaudou, la sirena delle piscine, appassionata ed esuberante durante i fidanzamenti e drastica nei tagli. Prima ancora di diventare famosa esibiva il nome di Ju-Ju sopra i costumi. Ju-Ju, Julien Fort, il primo a essere chiamato «Cheri» dalla ragazza pesce. Lui faceva il bagnino a Orcières-Merlette, ha incontrato Laure durante uno stage studiato per preparare le Olimpiadi di Atene. Voleva seguirla, ma in agosto le piscine sono piene e allora (2004), Laure non aveva l’età per pretendere un seguito. Si era rassegnata: «Tanto non potrebbe entrare nel villaggio olimpico». Aveva 18 anni, lui 23, una passione per il triathlon e grandi progetti. Pensava di aspettare la fine dei Giochi e di invitare la sua ragazza a spostarsi più vicino a lui. Philippe Lucas, l’allenatore che ha cresciuto la campionessa, aveva già fiutato il pericolo. Troppo presto per temere o troppo tardi, perché in quelle Olimpiadi Laure vinse tre medaglie e passò a un altro livello. Oro nei 400, argento negli 800 e bronzo nei 100 con un primo messaggio d’amore. Portava una T-Shirt con la scritta «Ju-Ju, Enzo, Angela». Julien e i nomi dei due figli che avrebbe voluto da lui. Non le è mai piaciuto nascondersi, parla malvolentieri, ma esibire i dettagli della sua vita non la disturba o forse non se ne accorge: quando si innamora riduce l’universo alla misura di due persone e il resto non la riguarda. Nemmeno i pettegolezzi. Allora Ju-Ju si complimentò della scelta: «Avete certo capito a cosa si riferiva con quei nomi? Non è difficile», però il suo tempo stava per scadere. La pulzella è passata sotto il totale controllo di Philippe Lucas ed è rimasta barricata nel centro sportivo di Melun. Tanti saluti a Ju-Ju, sveglia alle 6,45 e allenamenti massacro ogni giorno, il regime che l’ha fatta diventare la migliore al mondo. Si è concessa una distrazione nel febbraio 2005: Pierre Henri, capelli corti, compagno di squadra, specialità 400 misti (come Marin). Passeggiate mano nella mano e altri progetti a lunga scadenza. In quel periodo si faceva chiamare Laurette e lui, il più anziano del gruppo di Lucas, la proteggeva. Una sera Manaudou è scoppiata a piangere, aveva appena battuto uno dei tanti record di Francia solo che l’altra metà aveva mancato le qualificazioni agli Europei di Budapest. La storia poteva finire a Joué-lès-Tours dentro una monovulume con gli occhi rossi, a riguardarlo come addio sembra romantico. Quello vero invece è stato brutale, in Ungheria, Laurette è tornata Laure e ha conosciuto Marin. Henri ha preso il benservito in pubblico ed è sparito di scena. Lei ha iniziato a disegnarsi cuori sulle mani e ad avere voglia di indipendenza: «Ho bisogno di più tempo con Luca. l’uomo della mia vita, voglio avere almeno un bimbo con lui». La fuga in Italia «per amore» è stata il momento clou di una storia vissuta in mille baci pubblici, Laure è cambiata in Laura e non ha funzionato. Dopo tre mesi ha mollato l’Italia anche se il fidanzamento non è finito lì. Vacanze insieme, alle Maldive e la prima volta lontano dai paparazzi ha portato male. Già c’era stato l’intoppo tatuaggio, il ricordo di una vecchia relazione. Si dice fosse un marchio per Amaury Leveaux, amico da sempre diventato forse di più in un periodo confuso. E poi il gossip acido su presunti messaggi focosi scambiati con non si sa chi mentre Laure era a Perpignan, a guardare una partita di rugby con Marin. Chiacchiere, lei non le ha mai commentate e il duo Marin-Manaudou ha retto anche alla crisi contrattuale e allo scontro tra La Presse (la società di Marin che ha ospitato l’olimpionica durante la trasferta italiana) e il clan parigino, l’avvocato Didier Poulmaire e il padre Jean-Luc Manaudou. Loro imperturbabili, due cuori e una piscina, quasi stucchevoli, eppure, dopo gli Open di Parigi, i fidanzatini sono scomparsi. A Berlino, a metà novembre, la coppia si ritrova in una gara di Coppa del Mondo e sembra finita. All’improvviso distanti, se ne accorgono tutti e la certezza arriva a Nîmes. Manaudou ride, come la Garbo in «Ninotchka», dopo mesi di broncio e malessere, si diverte. L’entourage sottolinea come il nuovo allenamento la renda più serena. Dai campionati di Francia, lei non esce con grandi risultati, va a razzo solo nei 200, perde le altre due gare e se ne sbatte: «Ho ancora del lavoro da fare, lo so benissimo. Quando servirà sarò pronta» e intanto si apparta con Benjiamin, l’eroe della settimana, nuovo «cheri» (anche se sul sito ufficiale a quella voce resiste Marin), nuovo campione, nuova faccia da inseguire e nuovo centro delle attenzioni della Marianna di Francia. Pronta a esibire anche questa relazione e fregarsene di chi critica gli slanci. La settimana prossima ci sono gli Europei in vasca corta a Debrecen, Manaudou, Stasiulis, Marin: lei, lui e l’ex che almeno non dovrà più lamentarsi di essere considerato solo «il fidanzato». GIULIA ZONCA