Andrea Nicastro, Corriere della Sera 13/12/2007, 13 dicembre 2007
Berna, terremoto politico Silurato il leader xenofobo Blocher estromesso dal governo svizzero Al suo posto votata una sconosciuta deputata, sempre dell’Udc, ma notoriamente più «moderata» Voleva cacciare le pecore nere (gli stranieri) dalla Svizzera
Berna, terremoto politico Silurato il leader xenofobo Blocher estromesso dal governo svizzero Al suo posto votata una sconosciuta deputata, sempre dell’Udc, ma notoriamente più «moderata» Voleva cacciare le pecore nere (gli stranieri) dalla Svizzera. Ha tappezzato i Cantoni con un manifesto elettorale stile cartoon e ha trionfato per l’ennesima volta trasformando quello che vent’anni fa era il partito dei formaggini d’alpeggio nella prima formazione svizzera con quasi il 30 per cento dei suffragi. Socialisti, liberali, democristiani, tutti battuti con un distacco minimo del 10 per cento. Ma ieri, nel Parlamento di Berna, è accaduto l’incredibile e ad essere cacciato dal governo come una pecora nera (perché troppo destrorso, autoritario, individualista, mormorano gli esecutori dello sgambetto) è stato lui: Christopher Blocher. Il miliardario, l’anti-conformista, il polemista che ha fatto strame del perbenismo della politica svizzera, Blocher è stato atterrato. L’intervento (a gamba tesa, ad abbattere l’uomo in fuga) era nei piani degli avversari sin da prima delle elezioni di ottobre, quando era apparso chiaro che, se confermato ministro, il prossimo turno nella presidenza confederale a rotazione sarebbe toccato a lui. Chiaro vincitore delle elezioni, Blocher era fino a ieri il candidato naturale a succedere a se stesso nell’esecutivo di destra- sinistra-centro della Confederazione. Le segreterie dei quattro partiti di governo, nonostante i rispettivi scivoloni e progressi, avevano confermato la «concordanza nazionale»: due ministri (Consiglieri federali nella dizione elvetica) ai socialisti, due ai liberal-radicali, uno ai democristiani, due al partito di Blocher, l’Udc, Unione democratica di Centro. Al momento del voto la «formula magica» è stata confermata come da accordi tranne che per il nome di Blocher, sostituito con quello di una sconosciuta deputata, Eveline Widmer- Schlumpf, che è sempre dell’Udc, ma è notoriamente più «moderata» del suo scoppiettante leader. La 51enne Eveline si è presa 24 ore di tempo per decidere e nella notte il partito si è interrogato sul da farsi. Il quadro è complesso dato che, nel frattempo, l’altro Consigliere Udc ha giurato e assunto la sua carica ministeriale. Non è la prima volta che il candidato ufficiale di un partito della coalizione viene scartato dagli «alleati» a favore di un deputato considerato più malleabile, rispettoso della regola aurea della collaborazione trasversale. Negli anni Novanta era successo ai socialisti (allora partito di maggioranza relativa come oggi è l’Udc) di vedere bocciato l’ingresso della loro presidente Christiane Brunner al governo. Il caso Blocher, però, è ben più eclatante. Primo perché è la bocciatura di un Consigliere in carica, secondo perché Blocher è Blocher, l’incarnazione stessa del successo Udc. L’Unione di Centro minaccia di uscire dal governo e sarebbe un’anomalia fosca per la democrazia modello delle Alpi: il primo partito, rappresentante di quasi un cittadino su tre, escluso dal potere. Ueli Maurer, presidente Udc, è stato chiaro: «Senza Blocher al governo, faremo opposizione». L’ex partito agrario potrebbe spaccarsi, espellendo i suoi stessi ministri, e avviare un’inedito ostruzionismo sfruttando l’arma dei referendum. Come a dire: la bacchetta magica al servizio dei peggiori sortilegi immaginabili.