La Stampa 09/12/2007, pag.6 MARCO CASTELNUOVO, 9 dicembre 2007
I ”tagli d’agosto”? Alla fine solo briciole. La Stampa 9 dicembre 2007. TORINO. Tra annunciare e approvare la Finanziaria ci sono di mezzo la Camera, il Senato e le commissioni
I ”tagli d’agosto”? Alla fine solo briciole. La Stampa 9 dicembre 2007. TORINO. Tra annunciare e approvare la Finanziaria ci sono di mezzo la Camera, il Senato e le commissioni. Più i ripensamenti, i compromessi, gli accordi politici. Insomma, più di un oceano. E così anche quest’anno tra quanto annunciato a settembre quando fu presentata la manovra 2008 e oggi, a pochi giorni dal voto finale alla Camera, la legge di bilancio ha subìto una quantità tale di modifiche da stravolgerne se non proprio il senso, perlomeno l’impianto. E sicuramente i costi. Ecco gli esempi più clamorosi. «La pianeggiante Comunità montana di Palagiano è unica al mondo: non ha salite, non ha discese e svetta a trentanove metri sul mare. Cosa ci fa una Comunità montana adagiata nella campagna di Taranto piatta come un biliardo?» Così comincia «La Casta», il libro caso dell’anno, che individua fina dalla prima riga nelle comunità montane l’emblema dei costi della politica da abbattere. Parallelamente al varo del Dpef, nello scorso luglio, i ministri Santagata e Lanzillotta furono artefici del patto Stato-Regioni per un taglio del 50% dei 12.800 consiglieri. Al Senato la bozza approvata è differente: in pratica, per dar vita a una comunità montana servono minimo 7 comuni, la metà dei quali devono avere un territorio per non meno dell’80 per cento situato al di sopra dei 500 metri di altitudine. Ma alla Camera è cambiato ancora tutto: scompaiono il limite minimo di 7 membri, l’indicazione altimetrica e, soprattutto, il limite massimo di un membro per comune per la composizione degli organi rappresentativi. In più il riordino viene demandato alle Regioni che hanno sei mesi di tempo per provvedere. Sempre sull’onda del taglio ai costi della politica, la Finanziaria 2008 ha deciso un taglio da 16 a 12 del numero massimo di assessori comunali. Al Senato si prevede che la norma approvata scattasse (come tutte le altre, in fondo...) con l’entrata in vigore della manovra. L’emendamento alla Camera, invece, posticipa l’entrata in vigore alle prossime elezioni amministrative. Ma anche per i consumatori cambiano le cose: i farmaci, per esempio. A settembre si obbligava il medico di base a prescrivere per i medicinali di fascia C (quelli a totale carico del consumatore) il solo principio attivo. Al Senato la norma è stata stralciata, facendola scomparire. Alla Camera, nonostante le 85 modifiche, si sono guardati bene dal reimmetterla. E ricordate la solenne promessa di settembre? «Il maggior gettito fiscale del 2008 sarà usato per ridurre le tasse dei lavoratori dipendenti». Un primo passo è la diminuzione delle tasse sul Tfr. Peccato però che non si siano definite le aliquote e anzi, sia già stato confermato che l’aliquota minima, oggi al 23%, non scenderà al 18, come previsto. Anche sull’Ires ci sono stati ripensamenti: è stata confermata la riduzione dell’aliquota dal 33% al 27,5%. Ma la stretta sulla deducibilità degli interessi passivi si è allentata: sono eliminati i limiti temporali, di 5 o 10 anni, per spalmare la deducibilità. E per il prossimo biennio il limite di deducibilità è aumentato rispettivamente di 10.000 e 5.000 euro. Sulla sicurezza sono stati raddoppiati i fondi: 200 milioni invece dai cento previsti dal Senato (40 sono destinati ai vigili del fuoco e verranno acquistati due nuovi canadair). E tra le ultimissime novità anche 160 milioni per un bonus di 1200 euro l’anno alle famiglie numerose (con 4 o più figli). Insomma, Padoa-Schioppa e Prodi avevano annunciato a fine settembre che la manovra sarebbe stata di 10 miliardi, i vari passaggi l’hanno fatta lievitare: con gli emendamenti approvati in commissione bilancio al Senato è salita a 11,7 miliardi, con l’approvazione ddl Palazzo Madama a 12,9. Ora il testo è alla Camera. I tecnici stanno studiando in queste ore quanto esattamente costeranno le 85 modifiche approvate in commissione, in attesa che il testo venga modificato di nuovo dall’Aula. Ma la cifra non dovrebbe discostarsi da un altro paio di miliardi in più. Insomma, la manovra sale del 40% in quattro mesi. MARCO CASTELNUOVO