La Repubblica 07/12/2007, pagg.1-45 UMBERTO ECO, 7 dicembre 2007
Piccolo manuale dell´arte di dimenticare. La Repubblica 7 dicembre 2007. Il problema della necessità di dimenticare nasce nello stesso periodo in cui sin dall´antichità classica si elaborano le mnemotecniche onde ricordare il massimo numero di informazioni possibili (
Piccolo manuale dell´arte di dimenticare. La Repubblica 7 dicembre 2007. Il problema della necessità di dimenticare nasce nello stesso periodo in cui sin dall´antichità classica si elaborano le mnemotecniche onde ricordare il massimo numero di informazioni possibili (...). Cicerone per esempio citava il caso di Temistocle, dotato di memoria straordinaria, a cui qualcuno propone di apprendere un´ars memorandi. Temistocle risponde che costui «gli avrebbe fatto opera gradita se gli avesse insegnato a dimenticare più che a ricordare» (...). La preoccupazione di Temistocle anticipa (e forse ispira a Borges) l´angoscia di Funes el Memorioso, il quale ricordava in modo talmente ossessivo e insopportabile ciascuna delle sue esperienze, anche il solo stormire di una foglia percepito decenni prima, da essere praticamente un minus habens (...). Il complesso di Temistocle ritorna varie volte nel corso della storia della cultura, e una delle manifestazioni più drammatiche è certamente la Seconda considerazione inattuale di Nietzsche, sull´utilità e sul danno degli studi storici per la vita. Il testo si apre proprio con una dichiarazione che sembra essere un´altra delle fonti del Funes borgesiano: «(...) Un uomo che non possedesse punto la forza di dimenticare, che fosse condannato a vedere dappertutto un divenire: un uomo simile non crederebbe più al suo stesso essere, non crederebbe più a sé, vedrebbe scorrere l´una dall´altra tutte le cose in punti mossi e si perderebbe in questo fiume del divenire: alla fine, da vero discepolo di Eraclito, quasi non oserebbe più alzare il dito» (...). Uno degli elementi d´interesse di questo testo è che esso, dopo queste dichiarazioni che sembrano riferite alle necessità di sopravvivenza di un individuo, sposta il discorso alla necessità di un oblio sistematico per le culture. Questo spostamento è d´importanza capitale perché, se è stata dimostrata l´impossibilità di dimenticare volontariamente quello che la memoria individuale ha registrato, le culture si presentano proprio come dispositivi che non soltanto servono a conservare e tramandare le informazioni utili alla loro sopravvivenza in quanto culture, ma anche a cancellare l´informazione giudicata eccellente (...). Si studiano oggi le dimenticanze che una cultura mette in opera attraverso vari tipi di cancellazione, che possono andare dalla censura vera e propria (abrasione di manoscritti, rogo di libri, damnatio memoriae, falsificazione delle fonti documentarie, negazionismo) a fenomeni di oblio per pudore, inerzia, rimorso, sino a quei procedimenti in atto nelle scienze esatte dove si decide che non solo le idee provate errate ma persino gli sforzi e i procedimenti messi in opera per arrivare a quelle considerate giuste, vengono espulsi dall´enciclopedia specializzata di quella tale scienza perché inutili (cfr. Paolo Rossi 1988 e 1998) (...). Se sono soggette a processi di dimenticanza le Enciclopedie Specializzate altrettanto e ancor più accade con l´Enciclopedia Media di una data cultura. Essa ci garantisce il ricordo dei grandi fatti storici o dei principi della fisica, ma lascia cadere un´infinità d´informazioni che la collettività ha rimosso in quanto non le giudicava utili o pertinenti. (...) Ci fornisce dettagli preziosi sull´andamento della battaglia di Waterloo ma non ci dice il nome di tutti coloro che vi hanno partecipato (...). Più che di dimenticanza si può parlare di «latenza» del sapere (Cevolini 2006: 99). Non è che le informazioni eccedenti (...) vengano dimenticate. Esse sono per così dire «surgelate» e basta che l´esperto le vada a prelevare e le metta nel forno a microonde ed esse si riattualizzano, almeno ai fini della comprensione di un dato contesto. Questa latenza è rappresentata in fondo dal modello della libreria, o dell´archivio (e persino del museo) come contenitori di un sapere sempre attualizzabile anche se nessuno lo sta attualizzando, o se si è smesso di attualizzare da secoli (cfr. Esposito 2001) (...). Si è detto che l´Enciclopedia Media non ricorda i nomi di tutti coloro che hanno partecipato alla battaglia di Waterloo. Cosa accadrebbe se uno studioso volesse ora ricostruire questa lista? Ammettiamo che abbia accesso ad archivi rimasti sino ad ora inesplorati, o che venga in possesso di un testo simile all´elenco dei Mille garibaldini partiti da Quarto con Garibaldi (ora disponibilissimo persino in Wikipedia). Questo studioso farebbe ricorso a porzioni dimenticate e rimosse dall´Enciclopedia Media ma che appartengono pur sempre all´Enciclopedia Massimale. Tuttavia sappiamo che Aristotele nella Poetica cita tragedie di cui non abbiamo mai avuto conoscenza. A quale Enciclopedia appartengono questi testi? Per ora fa parte dell´Enciclopedia Media (o di una Enciclopedia Specializzata) solo la notizia che Aristotele ha citato il mero titolo di queste opere. Se un giorno (come è avvenuto per i manoscritti di Nag Hammadi) si reperissero alcuni di questi testi in una giara, risulterebbe che essi facevano parte dell´Enciclopedia Massimale, anche se nessuno prima di allora avrebbe potuto asserirlo, e che da quel momento faranno parte di una o più Enciclopedie Specialistiche. Ma cosa accadrebbe se invece essi non venissero mai reperiti e continuassimo a conoscerli solo attraverso i loro titoli? Per il fatto stesso che ci sono buone ragioni per credere che siano esistiti, continueremmo a pensare che essi potrebbero far parte dell´Enciclopedia Massimale, anche se per ora ne fanno parte solo in modo virtuale e ottativo (...). (Anche) un testo (oltre che uno strumento per inventare o ricordare) è uno strumento per dimenticare, o almeno per rendere latente qualcosa (...). Il caso più esplicito di dimenticanza incoraggiata è dato dal romanzo giallo. Per riferirci ad uno dei più famosi di essi, The murder of Roger Ackroyd di Agatha Christie, è noto che il racconto intende colpire alla fine il lettore con la rivelazione che l´assassino è il narratore. Per rendere più gustosa la sorpresa, l´autrice deve convincere il lettore che esso è caduto nella trappola non per malizia sua, di lei, ma per propria insipienza (...). Ed ecco che il narratore, e con lui l´autrice, rielencano una serie di brevi accenni, tutti testualmente presenti, che il lettore non può che aver dimenticato a causa della loro irrilevanza strategica, e che se fossero stati interpretati secondo una sindrome del sospetto, avrebbero pre-rilevato la verità (...). C´è una serie di racconti scritti da Borges e Casares, e cioè le storie di Don Isidro Parodi, che sembrano basati sullo stesso procedimento, ma portato all´esasperazione e, direi, alla parodia metafisica. Don Isidro Parodi dall´interno di un carcere, e sempre ascoltando racconti e rapporti di personaggi stravaganti o pochissimo attendibili, alla fine arriva sempre a sciogliere l´enigma e vi arriva perché ha ritenuto pertinente un certo dato di cui il racconto parlava. Tal che alla fine il lettore è tentato di chiedersi perché anch´egli non è pervenuto a vincere, dato che aveva in mano le stesse carte di Isidro Parodi. La malizia di Borges sta nel fatto che i particolari che si accumulano nel racconto sono tanti, e tutti egualmente enfatizzati (ovvero tutti raccontati a uno stato enfatico zero), e dunque non c´era alcuna ragione per cui il lettore dovesse memorizzare il particolare A piuttosto che il particolare B (...). Si potrebbero analizzare le varie culture considerando quei testi che hanno contribuito a cancellare una serie di nozioni dalla loro Enciclopedia Media (...). Se le culture sopravvivono è anche perché hanno saputo alleggerirsi ponendo in latenza tante nozioni, garantendo ai proprie membri una sorta di vaccinazione dalla Vertigine del Labirinto e dal complesso di Temistocle/Fuens. Ma il vero problema non è che le culture alleggeriscano le proprie enciclopedie (il che, si è visto, è fenomeno fisiologico) bensì che si possa sempre ricuperare quello che esse hanno posto in latenza. Per questo l´idea regolativa di Enciclopedia Massimale è ausilio potente per l´Advancement of Learning. UMBERTO ECO