La Repubblica 07/12/2007, pag.31 EUGENIO SCALFARI, 7 dicembre 2007
Bertinotti e il dovere del silenzio. La Repubblica 7 dicembre 2007. … Lombardi apparteneva allo stesso ceppo riformista di Pietro Nenni
Bertinotti e il dovere del silenzio. La Repubblica 7 dicembre 2007. … Lombardi apparteneva allo stesso ceppo riformista di Pietro Nenni. Veniva dal Partito d´azione. Non ebbe mai indulgenze verso l´ala filo-comunista e filo-sovietica che nel Psi era rappresentata da Vecchietti e da Valori. Aveva una solida conoscenza dell´economia, non amava il piccolo cabotaggio riformista e puntava invece sulle riforme da lui definite strutturali: quelle che potevano modificare appunto la struttura del capitalismo senza però impedirne il funzionamento ed anzi rivitalizzandone la concorrenzialità, la trasparenza, l´efficacia e rafforzando la sua scelta democratica. Le riforme alle quali lavorò quando ebbe inizio il centrosinistra nel 1962, erano quattro: la nazionalizzazione dell´industria elettrica, la nominatività dei titoli azionari, l´abolizione del segreto bancario, la nazionalizzazione dei suoli edificabili. Conosco bene questa storia perché la seguii assai da vicino. Assistetti anche ad un incontro decisivo su tutta questa tematica tra Carli e Lombardi che avvenne in casa mia nel 1963 su richiesta di Riccardo. La conclusione fu – per dirla molto in breve – che Carli convinse Lombardi sull´impossibilità politica, sociale ed economica di fare quattro riforme di quella portata in un breve spazio di tempo. Avrebbero provocato il panico di tutti i ceti sociali, una crisi nei depositi bancari, una gigantesca fuga di capitali e reazioni politiche di segno autoritario. L´incontro durò fino alle due del mattino. Alla fine Lombardi si convinse. Stralciò la nazionalizzazione dei suoli e l´abolizione del segreto bancario. Concentrò l´azione del Psi sulla nazionalizzazione dell´industria elettrica e sulla nominatività non dei titoli azionari ma delle cedole e dei dividendi all´incasso. Il suo riformismo cioè riuscì a correggere il corso del fiume riformista senza precipitare in un antagonismo sistemico che serve soltanto a mantenere in vita la ditta dei cespugli grossi e piccoli. Perciò il modello lombardiano è forse quello cui Bertinotti aspirava ma che il suo partito non ha condiviso.