Stefano Rossi, la Repubblica 11/12/2007, 11 dicembre 2007
MILANO
Potrebbe essere approvata anche dal Comune di Milano l´ordinanza che nega la residenza agli stranieri comunitari (in pratica, romeni e bulgari) in mancanza di un reddito minimo di 420 euro al mese. La Lega Nord, che sostiene la giunta di Letizia Moratti, aveva posto un ultimatum in scadenza ieri: «O si fa un´ordinanza come a Cittadella o difficilmente approveremo il bilancio», aveva detto il consigliere Matteo Salvini.
Ieri dal sindaco Moratti sono venuti segnali possibilisti: «Stiamo valutando diverse ordinanze per capire quali risposte dare rispetto alle leggi nazionali ed europee». La direttiva Ue 38/2004 è stata recepita dallo Stato italiano lo scorso aprile: « una legge in vigore - spiega il vicesindaco di An Riccardo De Corato - . Non c´è nemmeno bisogno di una ordinanza».
Milano, sostiene De Corato, da luglio ha chiesto a 1.500 cittadini comunitari di documentare reddito, alloggio e assistenza sanitaria. Dieci persone sono state segnalate alla prefettura per l´espulsione. La Lega, però, non si accontenta di questa mediazione. « un primo passo - dice Salvini - ma non basta. Domenica la Lega manifesterà contro Prodi, le tasse e l´indulto. De Corato parteciperà, se il Comune avrà adottato l´ordinanza sarà un conto, se non lo avrà fatto sarà un´altra cosa».
Al Nord le ordinanze come quella di Cittadella (ma anche contro il matrimonio degli stranieri senza permesso di soggiorno, emanate in una quarantina di Comuni bergamaschi) si diffondono a macchia d´olio. Domenica la Lega si attende centomila persone. Di certo sfileranno 150 sindaci lombardi che hanno imitato il sindaco padovano Massimo Bitonci. In Veneto sono cinquanta, in Piemonte trenta.
Roberto Cota, segretario piemontese del Carroccio e deputato, annuncia una lettera ai parlamentari per spiegare «come abbiamo affrontato il problema in modo asettico». E Bitonci rivela che «anche un Comune di centrosinistra, Rubano, ha approvato in consiglio una delibera simile alla mia ordinanza». Ma il ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, non cambia idea: «La ricerca di un capro espiatorio da parte di amministratori che si sostituiscono alla polizia è un passo indietro nella civiltà del Paese e non risolve nulla. Se questa idea si affermasse a Milano, sarei spaventato nel constatare che l´ideologia che dieci anni fa era del solo Borghezio diventa patrimonio di tutto il centrodestra in una importante città del Nord».