Corriere della Sera 08/12/2007, pag.26 Paolo Valentino, 8 dicembre 2007
L’amnistia degli oggetti rubati L’hotel ai clienti: ve li ricompriamo. Corriere della Sera 8 dicembre 2007
L’amnistia degli oggetti rubati L’hotel ai clienti: ve li ricompriamo. Corriere della Sera 8 dicembre 2007. WASHINGTON – L’annus horribilis fu il 1948, quando 4 mila cucchiaini d’argento, con il logo della casa, sparirono dalle sale dell’Hotel Mayflower di Washington. Ma nel corso della sua storia quasi centenaria, il celebre albergo della capitale americana ha visto i clienti portarsi a casa di tutto: porcellane, tappeti, chiavi di bronzo, bicchieri, posacenere, piatti, vasi. Negli ultimi anni, le preferenze si sono spostate su asciugamani e accappatoi griffati. Ora il Mayflower, nel frattempo acquisito dalla catena Renaissance, li rivuole indietro. Nessuna intenzione punitiva, solo il tentativo di recuperare una memoria. cominciata mercoledì scorso l’amnistia degli oggetti trafugati, lanciata in concomitanza con la pubblicazione di un nuovo libro sulla storia dell’Hotel. «Dietro ogni tazzina da caffè, ogni vaso, ogni portasapone, c’è il segreto della sua sparizione: noi vogliamo raccoglierli e farne il tema di una mostra», spiega Keith McClinsey, autore di «Washington’s DC Mayflower Hotel» e direttore delle vendite della maison. Sono le storie, soprattutto, a interessare il Mayflower. Come venne portato via da un veglione natalizio degli Anni Quaranta un «bowl» argentato da 15 litri? Quale racconto nasconde il flute di champagne, preso dal ballo d’inaugurazione del presidente Kennedy e restituito l’altro ieri? E quale ardire spinse l’ignoto cliente a trafugare un piatto d’argento con il logo «Rib Room» dalla sala dove nelle stesse ore, come ogni dì per anni, pranzava J. Edgar Hoover, potente capo del Fbi? Senza rancore, dice McClinsey, precisando che l’albergo non considera i clienti cleptomani, almeno quelli di una volta, come dei veri ladri: «In passato il viaggio era sempre legato a un ricordo e non necessariamente la gente pensava di stare rubando qualcosa: diciamo che li consideravano regali». Il problema non è solo del Mayflower naturalmente, che spende 300 mila dollari l’anno per sostituire le cose sparite. Ogni albergo diventa un invito a trasgredire anche per l’ospite più irreprensibile. Secondo l’American Hotel Lodging Association, nel solo 2000 i furtarelli negli hotel sono costati agli albergatori americani 100 milioni di dollari. L’amnistia sta funzionando. «Proprio sta- mane – dice McClinsey ”, un signore che aveva letto un articolo su un giornale, mi ha inviato 4 cucchiaini d’argento con il nostro logo, con una lettera nella quale spiega di averli ereditati dal padre: li aveva sempre visti nel suo studio. Abbiamo già recuperato tazzine e piatti di porcellana, tutti parte di un servizio che speriamo di ricostruire per intero. E poi ancora il bowl da 15 litri, bicchieri, posacenere e chiavi di bronzo». In attesa che altri oggetti vengano restituiti volontariamente McClinsey si è dato da fare anche su e-Bay, dove moltissimi oggetti del Mayflower Hotel vengono continuamente messi all’incanto: «Abbiamo pagato 50 dollari per un antico secchiello da champagne, ma normalmente bicchieri e cose così ce le aggiudichiamo per 6 o 10 dollari». Quella dell’albergo di Washington, non è la prima amnistia alberghiera, ma è la prima generale. Nell’agosto 2003, Holiday Inn aveva lanciato il Towel Day, il giorno dell’asciugamano: chi restituiva quello rubato, ne riceveva un altro, a strisce verdi, prodotto in 60 mila esemplari, a condizione di raccontare come e quando se lo era portato via. Tutte le storie sono poi state pubblicate in un libro illustrato. Paolo Valentino