Corriere della Sera 09/12/2007, pag.8 Stefano Montefiori, 9 dicembre 2007
La lotteria degli immigrati. Corriere della Sera 9 dicembre 2007. Lontani i fasti dell’«ora esatta» in tv, l’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris di Torino torna protagonista: centinaia di migliaia di persone, immerse in questi giorni nell’inedita avventura telematica della conquista del permesso di soggiorno, dovranno far scoccare il fatale clic del mouse a partire dalle 8 del 15, 18 o 21 dicembre (a seconda della nazionalità dell’immigrato e del tipo di permesso)
La lotteria degli immigrati. Corriere della Sera 9 dicembre 2007. Lontani i fasti dell’«ora esatta» in tv, l’Istituto Elettrotecnico Nazionale Galileo Ferraris di Torino torna protagonista: centinaia di migliaia di persone, immerse in questi giorni nell’inedita avventura telematica della conquista del permesso di soggiorno, dovranno far scoccare il fatale clic del mouse a partire dalle 8 del 15, 18 o 21 dicembre (a seconda della nazionalità dell’immigrato e del tipo di permesso). I posti sono solo 170 mila, e saranno aggiudicati in base all’ora di arrivo delle domande. Le vite di colf filippine, badanti ecuadoregne, muratori egiziani e dei loro datori di lavoro italiani, si giocheranno in pochi secondi ufficialmente scanditi dall’Istituto Galileo Ferraris. Nel 2006 il decreto flussi aveva offerto il permesso di soggiorno in totale a 520 mila lavoratori extracomunitari, e ne erano scaturite code e risse davanti agli uffici postali per ritirare il kit con i moduli da compilare. Per evitare lo stesso spettacolo, quest’anno il governo ha deciso di inaugurare una procedura completamente telematica. Chi vuole assumere uno straniero deve registrarsi sul sito del ministero dell’Interno, scaricare il programma, generare elettronicamente i moduli giusti, compilarli, ed essere poi pronto a inviarli – dallo stesso computer – a partire dalle fatidiche ore 8. Le iscrizioni sono aperte dal 1? dicembre e alle 12.15 di ieri – più o meno a metà percorso – si erano già registrati 169 mila e 644 utenti: i 170 mila permessi andranno via in pochi secondi. Il ministero ha prodotto uno sforzo considerevole per rendere il meccanismo il più semplice possibile. Sul sito Interno.it (e sui grandi mezzi di informazione, tra cui Corriere. it) abbondano spiegazioni, manuali, consigli, numeri verdi. Chi ha familiarità con software e Internet non trova grandi difficoltà. Ma quanti sono in grado di capire se il loro pc è dotato della «corretta versione di Sun Java Runtime Environment JRE », come pretende il ministero? E, in caso contrario, quanti sanno scaricarlo e installarlo? Chi non si sente pronto si fa aiutare da consulenti del lavoro e sindacati, che in base alla legge possono presentare le domande per conto terzi. Piero Soldini, responsabile immigrazione della Cgil, prevede che entro il 15 dicembre solo il suo sindacato si sarà occupato di circa 200 mila persone. «Sarebbe necessario rassicurare imprenditori, famiglie e immigrati che, se ci sono i requisiti, tutte le domande verranno accolte con il decreto flussi 2008 – dice ”. Questo allenterebbe il clima da corsa a chi arriva prima e il panico da esclusione». L’ossessione di arrivare in tempo provoca angosce tecnologiche, perché molto dipenderà dalla velocità di connessione. Dato per scontato che tutti saranno pronti con il clic alle 8, come essere sicuri che la propria domanda sarà ricevuta prima delle altre dal server del Viminale? Certo, meglio avere la fibra ottica. Ma quale provider assicura una gestione più efficace dell’invio di pacchetti di dati? Meglio provare da casa o dal computer dell’ufficio? Come aggirare l’«imbuto dell’ultimo miglio»? E chi abita in una zona priva di banda larga ed è costretto a tentare con un mesto modem a 56k? Il nuovo sistema ripone nei computer aspettative di uguaglianza, immaginando un Paese astratto dove tutti sono in Rete e tutti godono di connessioni veloci. La realtà del digital divide è diversa, visto che secondo il Censis gli italiani che usano Internet sono solo il 45% della popolazione, e di questi il 15% non ha la banda larga. Così StranieriInItalia.it ospita un forum dove si parla concitatamente di timestamp (l’istante in cui il server certificherà la ricezione della domanda), di Adsl, e dell’ordine di partenza delle richieste da un ufficio sindacale: anche fossero mille, saranno comunque messe in graduatoria, con differenze (arbitrarie ma decisive) di pochi millesimi di secondo. più o meno una lotteria, in cui chi vince non può neppure esultare, perché lo attendono altre insidie. Si stima che oltre il 90 per cento delle domande riguardi clandestini già presenti in Italia. Ma questa non è una sanatoria, qui teoricamente si dovrebbero fare venire a lavorare in Italia persone che vivono all’estero. Quindi la colf dell’Ecuador da anni già a Milano dovrà tornare a Quito, ritirare il documento all’ambasciata italiana, e poi tornare in Italia. Solo che mentre parte da Malpensa, la polizia potrebbe controllarle il passaporto, notare che è irregolare ed espellerla. Vanificando le ore 8 dell’Istituto Galileo Ferraris, la banda larga e la corsa al clic. Stefano Montefiori