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 2007  dicembre 11 Martedì calendario

Calderoli "non mi piaccio, ma qualcuno deve pur fare il lavoro sporco". Grazia 11 dicembre 2007. Roberto Calderoli (senatore della Lega Nord) ama chiamare ”culattoni” i gay e ”donna molto abbronzata” una giornalista palestinese

Calderoli "non mi piaccio, ma qualcuno deve pur fare il lavoro sporco". Grazia 11 dicembre 2007. Roberto Calderoli (senatore della Lega Nord) ama chiamare ”culattoni” i gay e ”donna molto abbronzata” una giornalista palestinese. Ha brandito un maiale come antidoto alla costruzione di una moschea. E ha una passione per le soluzioni radicali ai problemi, tipo: sparare sugli scafisti e redimere i pedofili con "un bel colpo di forbici". Esagerato, populista in caduta libera verso la volgarità, provocatore oltre il limite del tollerabile.... Lui è così. Poi c’è l’altro Calderoli. Quello descritto dai colleghi: senatori di opposti schieramenti, concordi nel tessere le lodi di un "politico che sa toccare le corde umane dei parlamentari" (Manuela Palermi, Comunisti italiani). E ancora: "Mostro di bravura e simpatia" (Rina Gagliardi, Rifondazione comunista), "Capace di condurre il dibattito con levità e garbo" (Willer Bordon, Unione democratica). E via così con peana che vanno da "miglior conoscitore del regolamento del Senato" a "inarrivabile cuoco". Volgare, anzi no, garbato. Gran conoscitore delle istituzioni, anzi no, provocatore al limite della legalità. Xenofobo, anzi no, molto umano. Calderoli è schizofrenico? Siamo andati a verificare. Scusi qual è il vero Calderoli? "Quello buono". E l’altro, chi è? "La politica è teatro. Quando si alza il sipario io faccio la mia parte. Lei non chiederebbe mai a un attore se lui è il personaggio che interpreta, vero?". I suoi avversari parlano bene di lei. "Capita che fumiamo insieme in un’area abusiva dietro l’aula del Senato. come essere in un camerino dopo lo spettacolo. Lì si dice la verità, si guardano le cose per come sono, ci si ascolta. Si trovano intese e soluzioni. E tutta gente per bene". Perché, sulla scena, ha scelto proprio la parte del provocatore? " una necessità. Anzi: una colpa. Vostra, dei giornalisti. Nessuno scrive e riporta frasi che non siano slogan. Se vuoi farti sentire devi spararle grosse". Lo sa che esiste una cosa che si chiama ”battaglia politica”? "Quella la faccio in Parlamento, con garbo, mi pare". Sta dicendo che la gente comune capisce solo le provocazioni? "Sto dicendo che sono le uniche che si riescono a sentire". Ma lei si piace quando si ascolta? "Se non avessi portato il maiale, la moschea, a Bologna, l’avrebbero fatta". Le ho chiesto se si piace. "No". E allora? "Qualcuno il lavoro sporco lo deve fare". Dice cose che non pensa? "A volte". Esempio. "Non sono xenofobo, ma dico cose xenofobe". Chiama ”culattoni” gli omosessuali. "A Bergamo si dice così. Se dicessi ”gay”, penserebbero che sono gay". Lei dice che l’Italia rischia una deriva omosessuale. Non ci crederà davvero? "Non sopporto che, per difendere i loro diritti, gli omosessuali vadano in piazza conciati da checche". Detto da uno che per dire la sua opinione usa un maiale... (Attimo di silenzio). "Ha ragione. Vorrei che però i gay non parlassero solo di sesso. Perché non parlano d’amore?". Mi parli lei d’amore. "Io ho sofferto molto in quel campo lì". Che cosa si aspettava dall’amore? "Il fuoco. A casa mia lo tengo sempre accesso, in qualunque stagione. Il fuoco è il centro di tutto. La mia casa è costruita intorno a lui. Ogni volta che devo partire (cioè sempre), mi sento malissimo". Lei non ha mai vissuto con la sua prima moglie (Sabina Negri, opinionista di ”Markette” con il nome di Lady Calderoli). "Era lei che non voleva vivere con me". Ci risiamo con la doppia anima: adora il focolare domestico e sposa una donna che vuole case separate... "Nessuna doppia anima. Ho sempre avuto un solo desiderio: avere una casa e una famiglia. Ci ho messo 48 anni a realizzarlo (Calderoli oggi vive con Gianna Gancia e il figlio di lei, Giampiero, 7 anni. In una villa nel bosco, con 9 cani e due lupi in giardino, ndr). Com’è la sua compagna? "Ha la mia stessa idea del fuoco". Che cosa dice lei della sua immagine pubblica? "Non la sopporta. Vuole che la smetta". Smetterà? "Ci provo, sto già cambiando. Ma se mi accorgo che la Lega non ha visibilità, se nessuno parla di noi, allora ricomincio. Devo farlo". Non si è mai pentito di aver detto o fatto qualcosa? "La maglietta". (Calderoli allude alla più grave delle sue provocazioni: nel 2006, quando era ministro per le Riforme istituzionali, indossò una T-shirt anti Islam. Un gesto che provocò reazioni durissime nel mondo musulmano. Con scontri, morti e feriti in Libia). "Quella è stata la notte più brutta della mia vita". Come l’ha passata? "Ho pregato disperatamente". Che cosa chiedeva: aiuto, perdono, illuminazione, che cosa? "Chiedevo di poter rimediare, limitare i danni". Che cosa è cambiato in lei quella notte? "Ho capito che la mia buona fede non può assolvermi". Qualcos’altro le ha cambiato la vita? "La morte di mio padre. Se ne è andato quando era arrivato il momento di godersi un po’ di pace, di tirare il fiato". Lei ci pensa alla morte? "Sempre. Le sembrerà stupido, ma ho paura di morire prima di aver pagato tutto il mutuo. E poi ho paura della fine: del salto nel buio, chissà cosa c’è, poi...". Lei mi ha detto di essere credente.... "Appunto. Non vorrei dover scontare per l’eternità quello che ho fatto e detto". Calderoli, conosce una persona più schizofrenica di lei? "Un mio amico. musulmano e non può bere vino, ma fa il sommelier. E vuole candidarsi nella Lega Nord...". Stefania Rossotti