Alessandra Farkas, Corriere della Sera 6/12/2007, 6 dicembre 2007
Anna Wintour di Vogue snobba il made in Italy? La stampa anglosassone spara a zero contro le sfilate milanesi, accusando il Bel Paese di aver perso la bussola in fatto di moda? «Che i critici si sfiatino – ribattono all’unisono Domenico Dolce e Stefano Gabbana ”, tanto nel villaggio globale di internet nessuno li ascolta
Anna Wintour di Vogue snobba il made in Italy? La stampa anglosassone spara a zero contro le sfilate milanesi, accusando il Bel Paese di aver perso la bussola in fatto di moda? «Che i critici si sfiatino – ribattono all’unisono Domenico Dolce e Stefano Gabbana ”, tanto nel villaggio globale di internet nessuno li ascolta. Oggi conta solo quanto e dove vendi. E comanda il pubblico». Da New York, dove ritornano dopo un assenza di anni per la riapertura del loro rinnovato flagship store e il lancio di un nuovo profumo, i due ex enfants terribles della moda italiana non esitano ad attaccare il mondo del fashion Usa. «I giornalisti americani sono estremamente protezionisti e difendono i loro stilisti – spiega Gabbana ”. Ma c’è poco da difendere, perché la moda americana oggi non esiste». E anche il loro elogio dell’ortodossia delle clienti Usa tradisce una sottile ironia. «La donna americana crede nel total look – spiega Dolce ”. Se si veste D&G lo fa dalla testa ai piedi e da noi vuole anche le calze, perché si fida ciecamente. In Europa c’è l’interpretazione, il gusto per il mix, l’apporto individuale. Insomma: più stile». La serata degli Oscar? Dimenticate le star vestite Dolce& Gabbana. «Non ci interessa più. Le star ti chiedono sempre di disegnare l’abito su misura. Magari giallo o rosa, colori che non ci piacciono neppure e con la prospettiva di un ritorno economico zero. Perché oltre a non rappresentare la nostra sensibilità, quel vestito non è neppure in collezione». Dal prossimo maggio una delle loro creazioni sarà esposta nella mostra «Superheroes: Fashion and Fantasy» allestita dal Metropolitan Museum. La moda appartiene dunque nei musei? «Non la moda, ma lo stile, se ha cambiato il costume e l’estetica dei tempi», risponde Gabbana. Ne è passata d’acqua sotto i ponti da quando iniziarono la loro avventura, 23 anni fa. «Oggi pensiamo già alla nostra successione – confessano ”. Per questo stiamo allevando una generazione di giovani di talento cui passare lo scettro quando noi due non saremo più al passo coi tempi ». La coppia modaiaola più famosa del mondo - Foto U.Pizzi Che fine farà, allora, il loro rapporto? «Ci ritroveremo da vecchi a farci compagnia, magari a Stromboli», risponde Dolce. «Da quando non siamo più una coppia ci vogliamo molto più bene di prima – gli fa eco Gabbana – perché l’amore senza sesso è ancora più puro e grande. Oggi continuiamo a fare le vacanze insieme e a condividere il portafoglio ». I loro nuovi partner non sono gelosi? «No, per fortuna sono entrambi intelligenti. E sanno che il nostro è un rapporto speciale». Una love story da romanzo. «Diverse case editrici ci hanno chiesto di scriverlo», rivela Dolce che sa già quali capitoli prediligere: quelli che raccontano dei primi, duri anni, «quando mangiavamo pasta in bianco e riso e latte, girando l’Italia in cerca di clienti con una macchina bucata. Il massimo del lusso, allora, era fermarsi alla fabbrica Bauli di Verona per mangiare il pandorino o all’autogrill Fini di Modena per i tortellini. Eravamo giovani, poverissimi ma completamente innamorati e felici. Nessun potrà mai cancellare quei meravigliosi anni».