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 2007  dicembre 06 Giovedì calendario

I broker tagliano i target di prezzo al titolo Unicredit che ora deve fare i conti anche con la grana Pekao

I broker tagliano i target di prezzo al titolo Unicredit che ora deve fare i conti anche con la grana Pekao. Le azioni del gruppo di Piazza Cordusio ieri sono state colpite dalle vendite e hanno chiuso la seduta lasciando sul terreno di Piazza Affari l’1,61% a 5,72 euro. Sulla performance hanno pesato le notizie arrivate lunedì dalla Polonia dove il ministero del Tesoro ha annunciato di voler accelerare il processo di privatizzazione delle attività statali. Il provvedimento potrebbe anticipare al 2008 i tempi precedentemente previsti (2009) per la cessione della quota del 4% ancora detenuta in Bank Pekao, controllata da Unicredit. Secondo fonti finanziarie l’operazione varata dal governo polacco potrebbe essere vista da Unicredit come un’opportunità ma Piazza Cordusio al momento non prevede operazioni straordinarie di questo tipo per il 2008. «L’istituto di Piazza Cordusio - spiegano nelle sale operative - è il naturale acquirente e potrebbe salire al 63% di Pekao. Ma il costo sarebbe nell’ordine di 0,7 miliardi di euro con un impatto negativo di circa 10 punti sui capital ratio». Questo porterebbe gli analisti a rivedere ulteriormente al ribasso la stima di Tier1 per il 2008. «L’operazione - aggiunge un trader - sarebbe positiva solo se venisse accompagnata dalla cessione di attività non strategiche per non mettere sotto pressione i capital ratio». Mantenere il cuscinetto di risorse disponibili che la banca deve obbligatoriamente conservare al fine di garantire la propria solvibilità nei confronti dei clienti non sarà dunque un’impresa facile. La grana polacca alimenta le perplessità sollevate dagli esperti di Fox Pitt Kelton che in un recente report sulle banche italiane avevano abbassato il giudizio su Unicredit da outperform a in line proprio a causa delle «tensioni» sul capitale: secondo il broker quest’anno il gruppo di Profumo dovrà tirare fuori dalle tasche circa 4,6 miliardi per finanziare varie operazioni mentre in cassa dovrebbero arrivare solo 1,7 miliardi considerando già la riduzione della quota in Mediobanca, la vendita della polacca Bph e della pacchetto di azioni Generali. Click here to find out more! Alessandro Profumo e Dieter Rampl - Foto U.Pizzi Il patrimonio di vigilanza (il core Tier 1 ratio) di Unicredit viene dunque stimato per il 2007 dall’esperto al 6.0% ovvero inferiore alla situazione ottimale. Tanto che Fox-Pitt arriva a consigliare un aumento di capitale da 6 miliardi che permetterebbe di riportarsi in linea con gli obiettivi 2008. L’invito a una maggiore prudenza sul titolo di Piazza Cordusio ieri è arrivato anche da altre banche d’affari che hanno contribuito a rallentare il passo della performance di Borsa. La più severa è stata Merrill Lynch che ha tolto Unicredit dalla Most Preferred List, ovvero nella selezione dei "preferiti" mentre ha confermato nella lista Bpm e Intesa Sanpaolo. Sempre ieri gli analisti del Credit Suisse hanno abbassato da 8 a 7,6 euro il target price su Unicredit confermando però la raccomandazione "outperform". Il broker svizzero ha infatti tagliato le stime di Eps del 10% sul 2007 e del 2,5% sul biennio 2008-2009. «Buona parte della sottoperformance del titolo, iniziata con le prime indiscrezioni sull’acquisto di Capitalia è ingiustificata poichè è stata causata da una serie di fattori, tra cui l’esposizione ai subprime e i dubbi sulla qualità degli asset della banca romana, che nel complesso non si tradurranno in una significativa riduzione al ribasso dell’utile per azione o del capitale a disposizione del gruppo», si legge nella nota del Credit Suisse secondo cui il titolo Unicredit tratta però a sconto del 3% sul resto delle banche europee, ma dovrebbe trattare a premio «alla luce della buona esposizione sui mercati a forte crescita, della diversificazione dei ricavi e del potenziale di crescita dell’Eps doppio rispetto alla media europea». Analizzando, infine, l’impatto delle acquisizioni di Atf in Kazakistan e di Ukrsotsbank in Ucraina - che secondo Credit Suisse sono avvenute a valori piuttosto alti - il broker elvetico aggiunge che tali operazioni riducono di 42 punti base il Core Tier 1 di Piazza Cordusio ma l’impatto non è tale da rendere necessario un aumento di capitale. Sul fronte della compagine azionaria, intanto, la Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona è salita al 4,542% del capitale di Unicredit. quanto emerge da un aggiornamento dei principali azionisti dell’istituto pubblicato sul sito della società. La Cassa di risparmio di Torino figura al 3,791%, il gruppo Munich Re al 3,744%, Carimonte Holding al 3,347% e Allianz al 2,392 per cento.