Francesco Merlo, la Repubblica 6/12/2007, 6 dicembre 2007
Se è vero che la bellezza, come il sorriso, si propaga per contagio, forse dovremo dire grazie ai tralicci d´autore che stanno per invadere le nostre campagne
Se è vero che la bellezza, come il sorriso, si propaga per contagio, forse dovremo dire grazie ai tralicci d´autore che stanno per invadere le nostre campagne. La Terna, che è la società privata che gestisce la rete elettrica in Italia, ha infatti deciso di affidare i nuovi tralicci a un grande architetto, Norman Foster, che ne ha disegnato uno, a nostro parere molto bello, sia come oggetto in sé, sia come simbolo di una bellezza coniugata con l´efficienza e con la modernità. L´idea infatti che anche un traliccio possa essere bello è un´idea rivoluzionaria, soprattutto in Italia dove viene considerato bello solo quello che è antico. Al contrario, Norman Foster, e la società che gli ha commissionato il lavoro, vogliono dimostrare che non è vero che solo la vetusta è venustà, che costruire non significa deturpare l´ambente, che l´ecologia è anche investimento economico e non solo una sviolinata alla natura o un regalo al paesaggio e che dunque anche un traliccio può essere ispirato alla grazia, all´audacia, alla sapienza dell´arte edificatoria combinata con l´intelligenza del territorio. Certo non basteranno i tralicci di Foster a rifare l´immagine della nostre campagne dove le costruzioni, come tutti sanno, sono state messe in mano ai geometri e ai muratori, e dove gli stessi ingegneri sono i loro complici, non misurano la Terra come voleva Platone, non hanno più nulla dei genieri del genio, di quei militari cioè che distruggevano e poi ricostruivano, ma si ingegnano soltanto su come aggirare le leggi, su come usare i cavilli che permettono di allargare, sopraelevare, condonare. Per cambiare un paesaggio devastato dal cemento armato e dalla speculazione bisogna intanto distruggere e non solo gli attuali orribili tralicci. E poi, se è il caso, ricostruire. E´ proprio quello che sta facendo Terna che intanto abbatterà 4800 tralicci e poi ne ricostruirà meno della metà. Avete mai visto distruggere un brutto edifico, un fungo di cemento, una serie di case abusive, un traliccio? Avete mai provato l´ebbrezza di vedere, con un bel botto di esplosivo purificante, sparire quegli orrori che non sorgono solo nelle periferie urbane, ma anche nelle nostre campagne e lungo le nostre coste, quei funghi di cartongesso e di lamiera in mezzo agli alberi, quei mostruosi tralicci che ci ha lasciato l´Enel? Ecco il primo insegnamento che ci consegnano i nuovi tralicci d´autore: distruzione non è il contrario di costruzione, l´architettura non è solo aggiungere ma anche sottrarre. Pensate, per esempio, al giorno in cui fu distrutto i muro di Berlino: a colpi di piccone, grattando con le mani, spingendo con i pugni fasciati di stracci, il 9 novembre del 1989 a Berlino spariva il muro e appariva la gente. Con il muro ci si perdeva; senza muro ci si trovava. Non solo dunque quando si costruisce, ma anche quando si distrugge, sempre si dovrebbe tendere a trasformare gli spazi in luoghi, le astrazioni dove ci si smarrisce nei posti dove ci si trova o ri-trova. Ebbene, distruggere i tralicci e ricostruirne meno della metà, affidandone il disegno agli architetti, è un modo di far perdere persino al traliccio la sua disumanità, farlo diventare un sfida d´ingegneria, un piacere per gli occhi, un segno del secolo. Certo Terna fa un investimento economico, il suo amministratore delegato Flavio Cattaneo - proprio lui, quello che stava alla Rai - pensa correttamente al guadagno e al profitto. Ed ecco il secondo insegnamento: l´arte e i soldi non sono antagonisti, l´architetto e il costruttore non sono nemici. Solo un moralismo inferiore può pensare questo. Pensarlo significa cancellare le città d´arte d´Italia: Michelangelo non lavorava gratis. Anche sui tralicci si può dunque intervenire con i concorsi e con le consulenze che diventano credibili proprio quando sono sorrette dall´interesse economico che, in questo caso, è quello della società Terna. Tra Terna e l´architetto Foster c´è un patto giocato sull´uso di materiali nuovi, sul rapporto giusto tra natura e cemento che sono entrambi risorse dell´umanità, sull´idea non solo di costruire ma soprattutto di ri-costruire. Forza dunque con il contagio. Affidiamo per esempio agli architetti l´edilizia scolastica e quella giudiziaria (pensate a una scuola elementare e a un tribunale realizzati da Renzo Piano). E soprattutto facciamo come in Francia dove una legge ha stabilito che per ogni casa, per ogni costruzione ci vuole, obbligatoriamente, un architetto. Insomma facciamo una legge - la "legge traliccio" - che imponga ai costruttori anche l´investimento estetico. Non solo edifici che funzionano, ma anche edifici che affascinano, che seducono, che incantano. Non solo case sicure, a prova d´umidità, ma anche case belle, dentro e fuori. Pensate a cosa diventerebbe la nostra campagna se si dessero convegno, anche attorno a un traliccio, l´artigianato e l´architettura italiani che sono tra i più avanzati del mondo. E se persino lo spazio occupato da un traliccio diventasse un luogo che custodisce, che illumina, che soddisfa la sensibilità estetica non dei romani, dei greci e neppure dei geometri di tutti i tempi, ma dell´uomo moderno, dell´italiano di oggi. Ps.: Cattaneo non si offenda ma noi non ricordiamo che, da direttore generale della Rai, egli abbia fatto brillare quella azienda come sta facendo ora con i tralicci. Ci pare un bene che l´uomo giusto sia finito al posto giusto. Ci permettiamo perciò una domanda: cosa accadrebbe se ai tralicci mandassimo anche Petruccioli, Cappon e tutto l´attuale consiglio di amministrazione della Rai, Petroni compreso?