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 2007  dicembre 05 Mercoledì calendario

In platea con l’I-pod è il balletto su misura. La Stampa 5 Dicembre 2007. Parigi. Al Théâtre de la Ville sono un po’ preoccupati con questi mille I-pod da gestire tutte le sere: consegnarli al pubblico, ritirarli alla fine, metterli in carica

In platea con l’I-pod è il balletto su misura. La Stampa 5 Dicembre 2007. Parigi. Al Théâtre de la Ville sono un po’ preoccupati con questi mille I-pod da gestire tutte le sere: consegnarli al pubblico, ritirarli alla fine, metterli in carica. Partirà da Parigi oggi infatti il tour europeo della compagnia americana di Merce Cunningham e in programma c’è il nuovo pezzo eyeSpace. Con musica per I-pod di Mikel Rouse. Perchè con Cunningham si guarda la danza ascoltando la musica in auricolare. Rouse ha elaborato una serie di dieci brevi brani che mescolano rock e folk, elettronica e rumori urbani. Ogni singolo spettatore se li può scaricare sul proprio I-pod da I-tunes prima di andare a teatro. Oppure ascoltarla con i lettori messi a disposizione dal teatro stesso. Utilizzando la funzione «shuffle» l’ordine dei dieci brani in programma è affidato all’azzardo. Così ognuno avrà la sua colonna sonora personalizzata. E chi vorrà potrà anche ascoltare la propria musica preferita. Attenzione: non è una trovatina di un coreografo di second’ordine a corto di idee. la naturale conseguenza di una concezione della danza totalmente sganciata, indipendente, dalla musica che fa parte del bagaglio ideologico di questo giovanotto di 88 anni, nato a Centralia nello stato di Washington nel 1919, uno dei padri fondatori della danza contemporanea americana. Da sempre, da quando ha dato vita alla sua compagnia nel 1953, da quando lavorava fianco a fianco con il musicista e compagno di vita John Cage, Cunningham ha sostenuto la casualità come principio fondamentale del suo lavoro. Mettendo insieme musica e danza all’ultimo minuto, lasciando che le due forme artistiche si esprimessero autonomamente, scegliendo con la scienza divinatoria cinese dell’I Ching l’ordine dei brani di danza da eseguire in serata. La critica americana l’ha definita Chance aesthetic. Ora il principio esce esaltato dall’uso del lettore di mp3. E la Chance aesthetic arriva al livello più privato e personale. La danza con l’I-pod non è che il punto di arrivo di una continua ricerca di avanguardia. Cunningham è stato il primo a collaborare per i suoi spettacoli con tutti i grandi artisti americani del secondo 900, da Robert Rauschenberg a Andy Warhol a Frank Stella. Ha subito compreso l’importanza del video, non solo come memoria della danza, ma come mezzo espressivo autonomo, affiancando al proprio lavoro Charles Atlas o Elliot Caplan. Il computer è stato presto il suo quaderno di appunti dove disegnare le coreografie e pianificarle prima di passare in sala prova, utilizzando il programma Life Forms. Che ora è stato commercializzato e messo in vendita sul mercato dell’elettronica con il nome Dance Forms: ognuno così può improvvisarsi coreografo. Il passaggio successivo è stato l’utilizzo della tecnica della motion capture. Applicando dei sensori sui corpi dei danzatori in movimento è possibile memorizzare le loro sequenze di danza sul computer. Ma la genialità del vecchio Merce ha saputo come sempre trasformare uno strumento tecnico in arte. E quelle sequenze, proiettate su uno schermo trasparente in sala mentre in danzatori in scena danzano per davvero, sono state l’effetto magico e straniante di uno suo splendido pezzo: Biped. Dove sembrava finalmente raggiunto in chiave virtuale il sogno di ogni coreografo contemporaneo: avere un danzatore supermarionetta. SERGIO TROMBETTA