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 2007  dicembre 05 Mercoledì calendario

Al Nord-Est la scuola migliore. La Stampa 5 Dicembre 2007. Che ci fosse un’Italia a due velocità distinte per Centro-nord e Sud anche sul fronte della scuola, non era necessario che ce lo ricordasse la ricerca Pisa-Ocse 2006 (che ogni tre anni valuta la preparazione dei quindicenni di 57 Paesi sviluppati in matematica, scienze e lettura) presentata ieri mattina a Roma

Al Nord-Est la scuola migliore. La Stampa 5 Dicembre 2007. Che ci fosse un’Italia a due velocità distinte per Centro-nord e Sud anche sul fronte della scuola, non era necessario che ce lo ricordasse la ricerca Pisa-Ocse 2006 (che ogni tre anni valuta la preparazione dei quindicenni di 57 Paesi sviluppati in matematica, scienze e lettura) presentata ieri mattina a Roma. La cosa che invece colpisce è che a imprimere un passo diverso al nostro sistema di istruzione sia il valore aggiunto di ogni singola scuola a prescindere dalla sua collocazione geografica: il liceo A di Palermo è migliore (o peggiore) del liceo B, sempre di Palermo, ma può essere migliore (o peggiore) anche di un altro liceo di Vercelli o di Sondrio. E così per gli istituti tecnici e per tutto il resto: è la scuola dell’autonomia a fare la differenza. Il dato territoriale esiste, insomma, ma non impedisce che ci siano qualità (e spesso eccellenza) in aree meno fortunate del paese. I docenti contano più delle strutture e del contesto. E questo è un buon segno. Il territorio La differenza tra scuola e scuola («varianza», in termine tecnico), è anche ciò che determina un inedito divario tra Nord-Est e Nord-Ovest, 520 punti al primo (rispetto alla media Ocse di 500), 501 al secondo. Una differenza apprezzabile ma sulla quale con ogni probabilità, dicono i tecnici, influisce l’apporto qualitativo di alcune singole scuole del Triveneto, piuttosto che le carenze di quelle nordoccidentali. Differenze sociali Il ministro Fioroni ha più volte lamentato che la scuola italiana ha smesso di essere un ascensore sociale, e i dati Pisa lo confermano: il liceo è dei bravi e dei benestanti, e non meraviglia che il punteggio dei quindicenni in questo ordine di studi sia oltre la media Ocse, a 518 punti. Per contro, quello dei professionali (scuola di quelli che vanno così così o che vengono da famiglie modeste) non supera i 414 punti. Si tratta di due gruppi di studenti differenti ma socialmente omogenei al loro interno, per questo - rileva la ricerca - il fattore socio-economico non impatta se non per un 10 per cento, contro una media Ocse del 14,4 per cento. Lettura Ma c’è un altro dato nell’ultima indagine Pisa che salta agli occhi: quello sulla lettura. Metà dei ragazzi (50,9%) non è in grado di capire quello che legge, neppure un minimo. Il problema è serio in tutta l’area Ocse (con una media del 42,8%) ma non grave come da noi. Inoltre, in Italia - ed ecco il punto - le cose sono peggiorate rispetto al 2000, quando questa percentuale era del 44,5%. Non solo, quindi, i ragazzi non sanno leggere, ma lo sanno fare ancora meno di sei anni fa e, rispetto all’allarme lanciato allora, la scuola è rimasta sostanzialmente inerte. Scienze Se poi andiamo a vedere all’interno delle altre aree disciplinari su cui la ricerca si concentra (matematica e scienze), scopriamo che il nostro Paese, rispetto agli altri, ha un grande affollamento nella bassa classifica e uno sparuto manipolo ai vertici. Nelle scienze non solo siamo sotto la media Ocse (475 punti rispetto ai 500 della media) ma, stabiliti i gradi di apprendimento in sei livelli, e fissato nel livello 2 quello minimo indispensabile, troviamo che uno studente su quattro (25,3%) è sotto questa soglia, quindi fortemente insufficiente (contro una media Ocse del 19,6%), e che appena il 5% è ai livelli 5 e 6 (i più alti), contro una media Ocse che sfiora il 9%. Detta brutalmente: abbiamo, rispetto agli altri, un 20% di somari in più e un 50% di bravi in meno. Matematica In matematica è ancora peggio. Media Ocse 492, dato italiano 469, con le studentesse che sono a quota 453. Ma ben uno studente su tre (32,8%) si trova a livelli inferiori alla sufficienza, con un distacco di quasi 12 punti percentuali rispetto alla media Ocse (pari a 21,3%). Nell’eccellenza si trovano il 6,3% dei ragazzi contro una media Ocse del 13,3%. Anche qui, analogo discorso: abbiamo un terzo di asini in più e il 50% di bravi in meno. La rilevazione Pisa 2009 è già in corso. L’Invalsi (l’istituto del ministero che si occupa della valutazione) sta approntando un nuovo check-up che sarà pronto ad aprile. Pare che sulle scienze e la matematica qualche spiraglio positivo si intraveda. Quanto al leggere... lasciamo perdere. RAFFAELLO MASCI