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 2007  dicembre 04 Martedì calendario

ROMA - «Vuoi sapere come funziona la cosa delle scommesse nel tennis? Te lo spiego io, è semplice: per noi italiani è più o meno come per quelli che giocano in borsa avendo le dritte da dentro le società

ROMA - «Vuoi sapere come funziona la cosa delle scommesse nel tennis? Te lo spiego io, è semplice: per noi italiani è più o meno come per quelli che giocano in borsa avendo le dritte da dentro le società. Per gli spagnoli e i russi, invece, è una cosa diversa. Loro giocano anche sulle loro partite. I russi, soprattutto: perché sono messi sotto dagli "esterni". Gente che col mondo del tennis non c´entra niente e che è interessata solamente al business delle scommesse e che controlla tutto della vita dei propri tennisti». A parlare è un tennista italiano di primo piano, uno dei migliori, di quelli che trascorrono la maggior parte dell´anno in giro per il mondo a disputare tornei, che però accetta di parlare solo a condizione di mantenere l´anonimato. Quello delle scommesse è un brutto ambiente, non si può rischiare. Le sue parole, però, sono tutt´altro che anonime: descrivono un mondo che non ha nulla a che vedere con quello che dovrebbe essere e confermano i peggiori sospetti nati negli ultimi mesi, a seguito dei vari scandali che hanno travolto il mondo dello sport (dalle scommesse nel campionato italiano di calcio a quello di Davydenko, fino all´ultimo della serie, quello delle partite truccate nei tornei Uefa). «Nel tennis i giocatori scommettono. E questa è la regola. più facile farlo nei tornei challenger, quelli di seconda fascia, piuttosto che negli Atp. Nei challenger è tutto più semplice, perché risultati più o meno strani non danno nell´occhio e perché i controlli dell´Atp sono minori. Si gioca sempre su Internet. Per lungo tempo il sito più frequentato è stato interwetten. com, che poi è stato chiuso. Ora si gioca ovunque, dove capita. L´importante è seguire sempre il primo comandamento: mai giocare con il proprio nome. Per questo usiamo le carte di amici, fidanzate, oppure di qualcuno che gira noi. Alessio (Di Mauro, ndr) è stato fregato dal fatto che usava la sua carta di credito». Quanto gioca mediamente un tennista? «Ovviamente c´è chi spinge di più e chi spinge meno. Ma da un po´ di tempo a questa parte è consigliabile non esagerare con le cifre, perché l´Atp controlla i flussi delle scommesse. Noi in media giochiamo trecento, quattrocento euro alla volta con due, al massimo tre partite. Ma ho visto anche puntate da cinquemila, sei mila euro a match». Gli italiani però non truccano i risultati, non giocano sulle loro partite. «No, noi ci limitiamo a quelle sicure, in cui magari sai che c´è qualche collega infortunato, o stanco o fuori forma. Non credo che sia uno scandalo, è solo un modo per arrotondare un po´... Gli spagnoli invece sì. E anche i russi e un po´ tutti i giocatori che arrivano dai paesi dell´ex Unione Sovietica». Per loro è diverso. «Sono completamente gestiti da persone che fanno capo a organizzazioni che controllano tutto della loro vita. Da quando si devono svegliare a quando devono andare a letto, fino al lavoro del padre o della madre. In quel caso condizionare le loro prestazioni sportive è più facile, e a quanto si dice nell´ambiente questa cosa succede molto spesso. Ma si sa di meno: noi non abbiamo mai avuto notizia di una partita "sicura" in cui giocasse un russo». I loro padroni, invece, sì.